Tiroide, gli esami per tenerla sotto controllo

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La prevenzione e la diagnosi precoce giocano un ruolo fondamentale nel tutelare la salute della tiroide. Ecco gli esami specifici

Il tumore alla tiroide è una patologia che colpisce soprattutto le donne e che, secondo le previsioni, è destinata a veder aumentare i casi. La prevenzione e la diagnosi precoce giocano un ruolo fondamentale nel tutelare la salute della tiroide e si avvalgono di una serie di esami specifici. Sono di due tipi: ematochimici, quindi del sangue, e di immagine, come l’ecografia o la scintigrafia. Ecco i dettagli. 

«Con gli esami del sangue si controllano i valori TSH e TSH reflex. In caso di alterazione di quest’ultimo si avvia automaticamente la misurazione di free T4, l’ormone tiroideo maggiormente secreto dalla tiroide, seguito dal free T3. Molto importanti sono anche gli anticorpi anti- Tireoperossidasi (AbTPO) e anti-Tireoglobulina (antiTg), che sono marcatori di autoimmunità tiroidea; gli anticorpi anti-recettore TSH (TrAb), presenti nella malattia di Graves, che è il nome utilizzato nella maggior parte del mondo per indicare l’ipertiroidismo autoimmune, detta anche malattia di Basedow. Nei pazienti sottoposti a tiroidectomia totale e a terapia con radioiodio si controlla anche la Tireoglobulina, che potrebbe indicare una recidiva tumorale o di metastasi a distanza. Infine la calcitonina che è un marcatore neoplastico del tumore midollare della tiroide, un tipo di tumore piuttosto aggressivo che spesso è familiare», spiega Roberto Valcavi, specialista in Endocrinologia e Medicina Interna e presidente dell’Associazione T.N.T. (International Association of Thyroid Nodules Therapies).

Sono utili, a seconda dei casi, anche altri esami, in particolare l’ecografia, la migliore per osservare particolari alterazioni, per la diagnosi del nodulo e del tumore tiroideo perché, utilizzando gli innocui ultrasuoni, può essere ripetuta ogni qualvolta lo specialista lo ritenga necessario. A differenza di TAC e risonanza magnetica che impiegano rispettivamente radiazioni ionizzanti o campo magnetico ad alta intensità e vanno impiegati con parsimonia.

La scintigrafia tiroidea oggi è meno utilizzata rispetto al passato, sia perché le immagini sono meno definite rispetto all’ecografia, sia perché utilizza sostanze radioattive.
Con che frequenza effettuare i controlli? «Lo stabilisce il medico in base al tipo di patologia. Si procede spesso con check annuali, ma non esiste una scadenza particolare poiché a diversa patologia corrisponde diversa necessità di controlli», osserva il dottor Valcavi.

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