Regionali, Pd irpino sempre più diviso. De Blasio: il confronto? Dal salone con De Gasperi ai social. Iannaccone: noi sempre ai margini, perché si agli uscenti? – IL CIRIACO

0
147


La direzione regionale del Pd “congela”, almeno apparentemente, per il momento la decisione sul derby tutto al maschile tra il presidente dell’Alto Calore Michelangelo Ciarcia e l’ex presidente del consiglio cittadino Livio Petitto per la candidatura all’interno della compagine di partito. Riconfermati gli uscenti Maurizio Petracca e Rosetta D’Amelio, il segretario regionale Leo Annunziata ha avocato a sé la decisione sul resto della composizione della lista che vede due contendenti per l’unica casella maschile rimasta libera e il vulnus sulla seconda quota rosa da indicare. Una decisione sospesa, Annunziata utilizzerà queste giornate ferragostane per riflettere, che accende ancor di più gli animi delle componenti in campo, Areadem per Ciarcia, i decariani e dintorni per Petitto. Un esito scontato gli esponenti delle due aree che partecipano alla direzione regionale.

«E’ evidente che non avendo il Pd irpino i propri organismi provinciali, il commissario Cennamo non poteva far altro che riferire qual è la situazione sul territorio senza indicare un nome. L’esito della direzione è anche la conseguenza dello stato del Pd irpino: la condizione di commissariamento ha limitato tantissimo la possibilità di incontrarsi e confrontarsi. Se prima c’era il salone con De Gasperi alle spalle, oggi il confronto è ridotto a qualche profilo social» è il commento di Carmine De Blasio. Per l’ex segretario provinciale di via Tagliamento però la questione candidature non va letta come una battaglia tra due personalità.  «Come Areadem abbiamo iniziato un percorso da mesi, rivendicando metodi e luoghi della politica. Evidentemente però non ci hanno ascoltati quando abbiamo chiesto con forza di svolgere il congresso provinciale, come fatto in Sicilia qualche settimana fa, proprio perché consapevoli delle difficoltà a cui saremmo andati incontro. Ecco perché siamo stati costretti ad assumere l’iniziativa politica avanzando la nostra proposta di candidatura. Michelangelo Ciarcia è la persona che per noi può dare, in termini di capacità e coerenza, un contributo importante nella competizione elettorale che non è una partita da vivere con l’ansia della tifoseria. Non è un duello all’ultimo sangue tra persone che hanno condiviso un percorso interno al partito, ma la valutazione di due proposte politiche».

E’ critica nei confronti della gestione della direzione regionali, l’area che spinge per la candidatura di Petitto. «Già il fatto di aver convocato la direzione regionale all’ultimo momento utile per decidere direttamente sulle liste, senza aver immaginato un momento preliminare di confronto sui criteri di selezione dei candidati, la dice lunga sulla gestione del partito. Annunziata, al netto della ricandidatura degli uscenti, non ha detto una parola sui criteri di scelta degli altri candidati» commenta Susy Iannaccone, esponente dell’area Davvero Pd. L’esponente regionale dei dem incalza Annunziata: «parla di mediazione politica tra le parti, ma non spiega cosa intende. In una logica di partito ognuno dovrebbe essere messo in grado di concorrere alle elezioni perché interesse comune dovrebbe essere quello di far crescere il Pd. Invece la nostra componente è sempre stata esclusa dalle competizioni elettorali (il riferimento è alle amministrative 2019 ndr.) salvo poi accusarci, un attimo dopo, di aver gareggiato contro il Pd. Ma è lo stesso partito che ci impedisce di porre le nostre ragioni a priori, perché qualcuno ha deciso così. L’unica mediazione possibile, allo stato, sarebbe sulla candidatura femminile mancante che Areadem aveva in qualche modo proposto, noi no. Una conciliazione politica senza criteri significa solo dare carta bianca al segretario regionale con buona pace degli organismi di partito». Dalla direzione non sono arrivate neanche deroghe, almeno per il momento, per permettere ad iscritti al Pd di candidarsi in altre liste. Opzione che però, formalmente, è ancora in piedi. «Un’ipotesi che, secondo il mio punto di vista assolutamente personale, va respinta perché significherebbe per l’ennesima volta essere ‘espulsi’ dalla vita democratica del partito che passa anche per la possibilità di potersi candidare. Se il ragionamento invece diventa che di fronte a due posizioni di eguale peso politico diventa impossibile scegliere, passando però per un atto di riconoscimento pieno della nostra componente all’interno del partito, non è esclusa la possibilità di valutare una collocazione in una lista collegata a De Luca. Ma se invece ancora una volta la nostra componente non sarà considerata degna di rappresentare il partito, personalmente penso di lasciare il Pd».

LEGGI ANCHE

Regionali, il derby Ciarcia-Petitto nelle mani di Annunziata. Il segretario: Pd protagonista con liste forti

 



Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here