Noi siamo arcobaleno, la folla del Pride invade ad Avellino nel segno di libertà e diritti

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“Avevo paura di deludere chi amavo e sono scappata dalla periferia di Napoli ma noi non feriamo e deludiamo nessuno. Parliamo di amore.  Oggi questo pride è una piccola goccia nel mare ma può diventare gigantesca con l’aiuto di ciascuno. Non nascondiamoci. Non siamo uragani e meteore. Noi non distruggiamo. Noi siamo arcobaleno”. Lo grida con forza Sara Esposito, tra le madrine del Pride. Le voci di Sara, Big Mama, Cosimo Alberti e  Paolo Rondelli risuonano con forza in quella che è una festa di libertà e diritti, accompagnata da striscioni, musica, balli e canti. Lo grida Big Mama: “Per me è importantissimo partecipare a questo pride ad Avellino. I primi problemi con la mia sessualità li ho avuti ad Avellino, oer fortuna, oggi, la società sta cambiando, i miei fratelli sono lo specchio di queste trasformazioni, quello che non era normale per noi lo è diventato per loro. Avellino va avanti ma c’è bisogna di una spinta, di un incoraggiamento. E’ chiaro che la partecipazione è aperta a tutti, non solo a chi fa parte della comunità lgbt”. Ribadisce l’importanza che la rivoluzione parte dalle piccole città di provincia “Fare il pride a Milano è facile, manifestare qui è difficile. Il clima politico che oggi viviamo, l’atteggiamento del governo sul terreno dei diritti non mi convincono. Ma noi non demordiamo, stiamo lottando con gli artigli per rendere questa società più gay e ogni giorno l’impressione è che ci venga tolto un pezzetto di quei diritti che avevamo faticosamente conquistato. Ma se i politici hanno problemi psicologici non è, certo, colpa dei gay”, Legge uno ad uno gli striscioni che campeggiano in piazza, “Tanti di voi hanno voglia di parlare, voglio dare spazio alle vostre parole”. “Ma perchè siete ossessionati da noi?”, “Pensati frocio”, “L’amore si fa tra le persone, non tra i sessi”, Loredana Lourdes Falanga, tra le attiviste partenopeo, sfila con il suo cartello ‘Orgoglio trans” mentre qualcuno intona qualche coro anti Meloni.  La musica, da “Furore” alle note di Carrà, sottolinea la volontà del popolo sceso in piazza di lottare uniti per i diritti. Lo sottolinea Paolo Rondelli “La nostra presenza è importante per ribadire che gay e lesbiche sono persone e meritano gli stessi diritti degli altri. Dobbiamo continuare a combattere perchè le conquiste non sono sicure, non sono garantite, ci sono ancora diritti che esistono sulla carta ma che non sono garantiti o discriminazioni testimoniate da esempi di intolleranza e aggressione”

Un vulcano di simpatia è Cosimo Alberti, il Sasà di Un posto al sole”: “Siamo talmente uguali che è strano dover stare qui a dimostrare che siamo uguali, vogliamo lottare restando uniti per dimostrare che non c’è niente da dimostrare. E’ chiaro che qualche passo indietro lo stiamo facendo anche se non mi va di fare riferimenti politici in una giornata come questa. Tuttavia sono sicuro che passerà e tornermo ad evolverci”. Sottolinea l’importanza del sostegno da parte dell’amministrazione comunale di Avellino in un momento in cui città come Roma ritirano il patrocinio. “Quali sono meglio allora? Le grandi o le piccole città?”

Antonio De Padova di Apple Pie è emozionatissimo “Manifestazioni come queste sono fondamentali perchè ancora oggi a questa associazione arrivano richieste da parte di ragazzi che non riescono a fare coming out e sono messi fuori casa. Ecco perchè diventa importantissimo stare vicini a questi ragazzi che hanno bisogno di una pacca sulla spalla, in un momento come quello in cui viviamo intriso di preoccupazione e sofferenza”.

In prima fila anche il sindaco Gianluca Festa, il vicesindaco Laura Nargi e i primi cittadini di Ariano e Atripalda Enrico Franza e Paolo Spagnuolo. A colpire è proprio l’eterogeneità del popolo del pride, ci sono coppie gay e lesbiche, ma anche giovani, famiglie con i loro piccoli che scendono in piazza in nome della libertà

 


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