Liceo di Dentecane a rischio chiusura, l’amarezza dei sindacati, D’Oria (Uil): non è l’unica scuola in difficoltà. La politica faccia la sua parte

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“Il liceo di Pietradefusi non è l’unica scuola che rischia di chiudere. Ecco perchè il progetto di autonomia differenziata rappresenta una iattura per il Sud. Lo ripetiamo con forza”. Lo sottolinea Antonio D’Oria della Uil scuola provinciale: “Il liceo classico di Dentecane ha sempre rappresentato un riferimento per il territorio, ha formato intere generazioni. Ma oggi deve fare i conti con appena sei iscrizioni e una popolazione complessiva di 60 alunni. E’ chiaro che il prossimo anno c’è il rischio che non si formi la classe prima. La fine di quest’istituto rappresenta una ferita a morte per la nostra terra. Ma è un rischio che corrono tante scuole, a fare i conti con non poche difficoltà sono quasi tutti gli istituti dell’Alta Irpinia o dell’arianese, penso ad esempio ad un liceo prestigioso come il Parzanese o al liceo di Nusco.  A resistere sono solo le scuole del centro. E’ probabile, infatti, che la crisi delle iscrizioni in un liceo come Dentecane abbia incrementato le iscrizioni nei licei del capoluogo. Ma il dato di fatto è che la denatalità fa sentire i suoi effetti su tutti gli ordini di scuola, a partire dalla primaria. Da anni ripetiamo ai politici che le nostre terre sono a rischio desertificazione, che bisogna investire sulle scuole per salvare le aree interne. Ma tutto resta come è. C’è bisogno di un cambio di marcia, di un impegno concreto della politica che passi per il Pnrr e un piano serio di rilancio di questi luoghi, magari consentendo alle piccole scuole di sopravvivere anche di fronte a piccoli numeri di iscritti”.

A pagare gli effetti del dimensionamento saranno dal prossimo anno non solo gli studenti e le famiglie ma anche i docenti “Tanti insegnanti, sulla base della riorganizzazione scolastica, rischiano di diventare perdenti posto. Ogni docente che opera in scuole accorpate a più istituti dovrà scegliere l’opzione che preferisce e finirà nella graduatoria di un’altra scuola, con il rischio di diventare in sovrannumero se più docenti sceglieranno la stessa opzione. In molti casi si tratta anche di docenti con tanti anni di servizio alle spalle, che il prossimo anno saranno costretti a lavorare lontano da casa. Facciamo fatica ad essere ottimisti”


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