Idee Resistenti. La ricetta di Piero Lo Vuolo per raccontare il ritorno della ristorazione – IL CIRIACO

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Piero Lo Vuolo

Questo spazio quotidiano di creatività si chiama “Idee Resistenti” per due motivi: anche nella Fase 2 dell’emergenza Covid-19 è necessario resistere, esercitare la creatività e applicarsi a ciò che ci piace aiuta la mente a orientarsi in una direzione diversa: quella del futuro. Se avete voglia di inviarci le vostre Idee Resistenti scrivete a: eventi@ilciriaco.it.

Dopo l’invasione di foto di ricette casalinghe e panificazione che hanno punteggiato i social durante il lockdown, dopo il graduale riavvicinamento ai nostri ristoranti e bar preferiti con la modalità dell’asporto, oggi è il gran giorno del ritorno del servizio ai tavoli nel rispetto delle direttive emanate dalla Regione Campania per tutelare la salute di ristoratori e avventori.

Incontriamo perciò oggi un protagonista del centro storico, Piero Lo Vuolo, titolare della triplice declinazione del gusto di Via Luigi Amabile che si articola in: il bistrot Hirpinian Cluster, la cocktaileria H.C. 2.0 e il ristorante di pesce “Fiorentino”.

Piero Lo Vuolo

Avellinese, classe 1979, laureato in Economia Aziendale alla Parthenope, Piero Lo Vuolo trae la prima ispirazione per il suo progetto lavorativo da un viaggio post-laurea in quel di Londra. Dopo due Master in “Marketing Strategico” e “Commercio Estero” al CTC di Bologna, diventa un progettista europeo a Bruxelles e, tornato a casa, fonda la sua società “EleMentidelSud srl”. Scrive progetti come le Terminiadi, ProgArtista al Sud Italia e poi, nel 2011, nasce Hirpinian Cluster.

“HC è nato 10 anni fa dalla mia idea di promuovere il Made in Irpinia attraverso azioni di marketing di comunicazione e commercio estero – spiega Piero Lo Vuolo – Ho iniziato con il bistrot lavorando inizialmente da solo e pian piano sono cresciuto fino ad arrivare ad oggi ad avere al mio fianco sette collaboratori (cinque donne e due uomini). Hirpinian Cluster oggi è strutturato su tre attività essenziali ovvero, il vecchio bistrot, come amo chiamarlo io, il ristorantino di pesce “Fiorentino”, dedicato a mio padre che non è più con noi e la cocktaileria HC 2.0. Le tre attività si trovano sotto un portico al centro storico di Avellino in via Luigi Amabile. Il vecchio bistrot e la cocktaileria si trovano a piano terra, mentre il ristorantino di pesce, al primo piano e si accede dalla cocktaileria”.

Piero come hai vissuto la quarantena?

“Come tutti in casa con mia moglie Carmen e con Paz (la nostra cagnolina). Il secondo mese si è aggiunta anche Nia (un’altra cagnolina probabilmente abbandonata).

Per te è stata speciale, sei diventato papà, siete stati preoccupati in questo periodo o vi siete comunque sentiti seguiti?

“L’attesa di nostro figlio ha affievolito ogni parte buia di questa assurda quarantena. Marco è nato il 9 maggio, giorno della morte di Peppino Impastato che ammiro tantissimo”.

Avevi appena lanciato un nuovo progetto, il ristorante di mare, come hai vissuto questo imprevedibile stop?

“Chi investe rischia e lo fa la maggior parte delle volte con consapevolezza. Il rischio è uno dei punti cruciali di chi fa impresa, spesso il rischio può essere anche calcolato in gran parte. Ovviamente nessuno poteva immaginare questo stop, di conseguenza questo fermo l’ho vissuto con la consapevole di dover evitare quanto più possibile di aumentare i danni per le mie attività”.

L’asporto ti ha rimesso in contatto con il tuo pubblico, oggi riparti con il servizio ai tavoli, come hai vissuto e stai vivendo questi momenti?

“Per natura sono uno che non si abbatte e per fortuna ho la capacità di reinventarmi.
Ho approfittato di questa fase per investire su più parti del mio settore, sulle quali avrei sempre voluto investire ma per priorità economiche non potevo. Appunto l’apertura a pranzo col menù business, il delivery ed il take away. In definitiva ho trasformato il negativo in positivo. Oggi riparte il servizio ai tavoli, rispettando ovviamente tutte le prescrizioni che ci sono state indicate, non nascondo una bella emozione”.

Come vedi la ripresa? Che soluzioni proporresti?

“La ripresa per definizione non è mai semplice altrimenti si chiamerebbe “presa” e non “ripresa” (cioè presa due volte). Non sarà semplice e dipenderà da tanti fattori. Fatto sta che in tanti settori compreso il nostro le cose non andavano anche prima. Troppa burocratizzazione, troppe tasse, e troppi controlli. Cosa proporrei? Proporrei una tregua fiscale, burocratica, un allentamento dei controlli troppo spesso rigidi e fuori luogo. Potrei al Governo un domanda e pretenderei una risposta. La domanda è: diteci perché dovremmo continuare ad investire in Italia? E mi piacerebbe avere da alcuni di loro una risposta intelligente, almeno per una volta”.

Parlaci di tuo figlio, com’è stato accoglierlo in un mondo in quarantena e poi portarlo a casa?

“Mio figlio l’ho potuto vedere solo 10 minuti attraverso un vetro per vari giorni prima di portarlo a casa. Posso dirti che il solo vederlo è “vita meravigliosa”. Le nostre cagnoline lo hanno accolto benissimo, passano tantissimo tempo ad osservarlo rapite e corrono immediatamente da lui se lo sentono piangere, è come un cartone animato della Disney ed è bellissimo”.

Abbiamo chiesto a Piero Lo Vuolo di regalarci una sua ricetta, in attesa di provarla presso il suo locale, potete divertirvi a sperimentarla a casa.

Calamari patate e cipolla ramata di Montoro su frytop

Ingredienti:
Calamari freschi o totani 180gr
Patate lessate q.b.
Cipolla ramata di Montoro q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.

Procedimento

Porre sul frytop rovente un filo di olio extravergine d’oliva e fa rosolare prima le patate poi dopo qualche minuto le cipolle ed infine i calamari.

 

 

 

Quando l’acqua dei calamari sarà evaporata del tutto assemblare gli ingredienti e condire con sale e pepe.

 

 

Per l’impiattamento potete aggiungere un po’ di prezzemolo, come da foto.

 



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