Contro la violenza verbale Alexa risponde a tono

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Iniziativa in collaborazione con ActionAid, vuole sensibilizzare contro la violenza verbale, fenomeno che coinvolge una donna su tre. Di fronte agli insulti l’assistente vocale inviterà a riflettere sul fenomeno

La violenza purtroppo ha tante sfumature. Non è solo fisica. Può essere pure verbale e, anch’essa, lascia tanti segni. Per questo a partire dall’8 marzo, Giornata internazionale della donna, Alexa, in collaborazione con ActionAid, usa la sua voce per sensibilizzare contro la violenza verbale, fenomeno che coinvolge una donna su tre.

Ad esempio, se qualcuno le dirà “Sei un’idiota” o “Sei cretina”, anziché restare in silenzio Alexa risponderà così: “L’abuso verbale è spesso all’origine della violenza maschile contro le donne, un fenomeno globale che coinvolge una donna su tre. Quando la violenza è agita da parte del partner, il rischio di sviluppare depressione è superiore del 63%. Contro la violenza sulle donne, usiamo la nostra voce. Invitami a raccontarti di più con ‘Di’ la tua’, o visita actionaid.it”.

Gli utenti inoltre potranno ascoltare informazioni e approfondimenti sul tema semplicemente pronunciando “Alexa, di’ la tua”.

Ogni giorno Alexa riceve milioni di domande e di richieste dai clienti in tutto il mondo (11 miliardi di interazioni nel 2023 in Italia). Tra queste, purtroppo, anche offese. Seppur in numero ampiamente inferiore rispetto ai milioni di “Ti voglio bene”, Alexa continua a ricevere anche molti insulti. “Sei un’idiota”, “Sei bruttissima”, “Fai schifo”: sono solo alcuni di quelli ricevuti da Alexa nel 2023 in Italia.

Alexa è un’assistente vocale, ma sono tante le persone che subiscono violenza verbale, soprattutto donne. Si parla di violenza verbale quando gli attacchi rivolti a una persona diventano regolari e sistematici. La violenza verbale può essere agita nella sfera pubblica (in cui è compreso anche lo spazio online) e privata e può includere atteggiamenti umilianti, ridicolizzanti, uso di parolacce, insulti e minacce nei confronti della vittima e dei suoi cari, ma può avere come oggetto anche religione, cultura, lingua, orientamento sessuale (percepito) della vittima. A seconda delle aree emotivamente più sensibili della vittima, l’autore di violenza sceglie consapevolmente quale argomento utilizzare per agire violenza.

Secondo dati Istat, tra le donne che stanno affrontando il percorso di uscita dalla violenza, il 66,7% ha subito una violenza fisica, il 50,7% una minaccia, l’11,7% uno stupro o tentato stupro; a queste va aggiunto il 14,4% che ha subito altre tipologie di violenze sessuali quali ad esempio le molestie sessuali, molestie online, revenge porn, costrizioni ad attività sessuali umilianti o degradanti. Molto diffusa è la violenza psicologica che, essendo quasi sempre esercitata insieme ad almeno un’altra forma di violenza, riguarda quasi nove donne su 10. Quattro donne su 10 invece subiscono violenza economica.

Sulla base di una ricerca Ipsos per ActionAid su 800 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni, secondo i più giovani il primo danno della violenza verbale è il malessere psicologico (per il 27% di loro), al secondo posto isolamento e depressione (21%) e al terzo posto disagio e vergogna (18%).

«Parlare di violenza psicologica contro le donne e sensibilizzare sull’impatto che determina nelle loro vite è uno dei passi fondamentali per sradicare la diffusa cultura patriarcale che continua a produrre discriminazione e violenza di genere in Italia», ha detto Katia Scannavini, vice segretaria generale di ActionAid Italia. «Siamo fieri della collaborazione con Amazon Alexa e di questo progetto: creare alleanze con le aziende e unire le forze per combattere il fenomeno della violenza, in tutte le sue forme, è sempre più importante».

marzo 2024





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