Tre giorni al Consiglio Federale: le speranze di Avellino e i dubbi della Federazione – IL CIRIACO

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Original Fans Scandone

Mentre ancora si attendono gli esiti dei controlli Com.Tec, la situazione per quanto riguarda il prossimo campionato di A2 inizia a diventare caotica. Preso atto del sicuro coinvolgimento di Cento e del riposizionamento di Pistoia, appare chiaro come in questo momento si attendano i controlli per capire se le società che sono alla finestra abbiano realmente una possibilità o meno.

Nella corsa, ovviamente, è coinvolta anche La Pallacanestro Avellino. Tuttavia la posizione del neonato club irpino è al vaglio del Consiglio Federale: se da un lato c’è la consapevolezza, anche negli ambienti della federazione, della forza economica del progetto, dall’altro non si può dimenticare che il club nella scorsa stagione non ha svolto attività federale.

Questo ultimo problema, però, potrebbe svanire laddove la Federazione si dovesse trovare nella posizione di dover tappare qualche buco, specialmente se non dovessero esserci ulteriori richieste. Un’evenienza, questa, che potrebbe coinvolgere un’altra società campana, ovvero Caserta, sempre più al centro di voci di corridoio riguardanti le difficoltà nel superare i controlli.

Negli scorsi giorni, inoltre, avevamo riportato di un interessamento alla A2 di Salerno che, però, almeno per ora non vedrà analizzata la propria richiesta per un vizio di forma, avendo presentato la domanda oltre il termine dello scorso 20 luglio.

In Federazione, comunque, in questo momento ci sono varie linee di pensiero per quanto riguarda l’eventuale accettazione della richiesta di Wild Card di Avellino e la posizione traballante di Caserta. C’è, infatti, chi vuole aspettare fino all’ultimo secondo la società casertana e, al contempo, ha qualche dubbio su una nuova esperienza cestistica in Irpinia, considerando la Scandone ancora capace di sobbarcarsi da sola il peso del movimento. In tal senso il trattamento riservato alla società biancoverde lo scorso anno, con il permesso accordato per la doppia auto-retrocessione e i vari occhi chiusi sui piccoli ritardi nelle scadenze dei pagamenti che spesso sono occorsi, verrebbe visto come un “piacere” già speso verso Avellino.

Una linea di pensiero che potrebbe danneggiare La Pallacanestro Avellino che, mentre lavora indefessamente per strutturare definitivamente il settore giovanile (che partirà a prescindere), sta cercando uno spiraglio per affacciarsi sin da subito su un palcoscenico importante.

I prossimi giorni, dunque, saranno decisivi per il futuro di molte società campane e bisognerà in ogni caso attendere la decisione del prossimo Consiglio Federale, ma intanto una domanda sorge spontanea: può essere considerato, tenuto conto dei mancati riscontri dei controlli nelle stagioni precedenti a quella dell’abbandono della massima serie, un favore una doppia auto-retrocessione in B?

Probabilmente no, specie se si pone l’accento sul legame ancora esistente tra Scandone e Sidigas e quindi tra Scandone e contenzioso giudiziario tra la Procura e la società erogatrice di gas metano. Nell’ultima stagione è infatti parso evidente come, seppure gli sforzi del primo cittadino e del gruppo dirigenziale che si è occupato della gestione sportiva siano stati notevoli, la situazione della Scandone sia ancora in bilico e totalmente sottoposta a quella della società che la detiene, fattispecie che rende impossibile programmare sul lungo periodo, lasciando tutta l’Avellino del basket in un limbo tra ripartenza e scomparsa, tra l’entusiasmo mai sopito per la palla a spicchi e il disincanto di una categoria alla quale non è abituata. E che rischia inevitabilmente di danneggiare la passione della città per la pallacanestro.



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