Terapia di coppia: quando farla e a che cosa serve

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Con l’aiuto degli esperti, mettiamo a fuoco le situazioni in cui la terapia di coppia può essere utile per salvare il legame, sia per permettere a ciascuno dei partner di fare scelte diverse in modo consapevole. E per gestire bene i figli


I dissidi a due sono come la polvere: nasconderla sotto il tappeto non significa eliminarla. Quindi meglio prevenire, anche in psicologia? E la terapia di coppia può considerarsi la fisioterapia dell’amore? «Lo psicoterapeuta non è un “mago” che ripara ciò che non va o fornisce ciò che non c’è, ma colui che aiuta a trovare ciò che è nelle possibilità delle persone per stare meglio, prima di tutto con sé stessi, e poi con gli altri. Questo si può fare anche lavorando sul linguaggio e gli atteggiamenti di coppia», spiega Daniela Bavestrello, psicoterapeuta a Rimini. «Woody Allen diceva: “una psicoanalisi non si nega a nessuno”. Però il confronto con un esperto qualificato può essere un buon supporto anche nei casi di partner in situazione di benessere apparente. Un po’ come fare ripetizioni a scuola per non avere debiti».

Quello che non può fare la terapia di coppia è raggiungere risultati prestabiliti. «Raffaele Morelli, direttore dell’Istituto Riza e mio maestro, dice sempre che non bisogna farsi condizionare dalle aspettative del paziente e che la psicoterapia è un percorso che si sa dove inizia ma non dove va e dove arriva», sottolinea Maria Giovanna Luini, autrice di Parla come ami (Mondadori), medico specializzando in psicoterapia psicosomatica a Milano e Crema. «L’errore che fanno le persone è pensare: “vado dalla dottoressa così salveremo il matrimonio” o “così ti fa capire che io non ti amo più” o “ti permette di renderti conto che sbagli tu”. Non funziona in questo modo: la terapia aiuta a tirare fuori quello che si sente veramente, non quello che si crede sia giusto».

La Torre di Babele dell’amore

La terapia di coppia è consigliabile innanzitutto quando si instaura l’effetto “Torre di Babele”, cioè la comunicazione fra i due partner si pregiudica al punto che si finisce per fraintendere in negativo quello che l’altro dice anche quando ha intenzioni buone. «Intendiamoci: nella coppia è importante che ci siano linguaggi differenti e non omologati, ma è altrettanto fondamentale il modo di comunicare e il peso che diamo a quello che dice l’altro. Occorre trovare un canale di comunicazione nuovo che non produca più disagi, e si può imparare a farlo anche nelle coppie più conflittuali», dice Bavestrello.

Il secondo caso di intervento necessario è quando la coppia perde la sua individualità. «Diventa cioè una diade, un unico esclusivo di intimità e vicinanza totale, che assomiglia a quello della madre e del suo bambino, che sembrerà perfetto nella fase di innamoramento, ma se alla lunga cancella le individualità fa danno. Che bella coppia! Non litigano mai, sempre insieme, perfetti, gli amici sono comuni, gli interessi sono in comunione, tutto è condiviso… questo “gemellaggio siamese” potrebbe essere l’inizio di una china pericolosa», continua la psicoterapeuta. Qui il modo di comunicare è opposto a quello della Torre di Babele, perché occorre scardinare quello con paletti troppo rigidi. 

Insieme, ma anche no

L’aiuto psicologico per la coppia parte quando ci si rende conto che qualcosa nella relazione non va più, ma può anche sfociare in due percorsi individuali, e viceversa. Molti iniziano così: vado dallo psicoterapeuta per miei problemi e poi scopro che potrebbe essere utile farla insieme al partner, o che la facesse anche lui/lei. «Non è raro che questa fase inizi con uno dei due un po’ recalcitrante, di solito l’uomo», spiega Bavestrello. «Con lui, che tendenzialmente pensa che “sono tutti soldi spesi in chiacchiere”, occorre che l’esperto utilizzi un linguaggio più pratico. Con chi non è interessato e si fa trascinare dall’altro occorre usare strategie differenti, poi funziona. Persino se durante le sedute si scopre che l’altro non è sincero, ciò non è per forza negativo: è importante rivelarlo e perché. Realizzare che tu non mi piaci più, non mi interessi o non mi fido di te è parte della terapia». Ma la coppia si può anche salvare e rilanciare. «Uno degli elementi che aiutano di più è la considerazione reciproca: due partner che si apprezzano, a prescindere dai dissidi, hanno una forza molto importante. 

Verso la separazione “indolore”

La psicoterapia non è destinata a preservare a tutti i costi la coppia, ma al maggiore benessere dei membri della stessa, e se ciò deve passare attraverso la separazione, questo sarà il risultato fisiologico. «La terapia va dove la porta la coppia, e quindi fa crescere quest’ultima o fa risbocciare le individualità che la compongono», spiega Bavestrello. «Succede per esempio nel caso del tradimento: dopo la scoperta o la confessione, nel nuovo “patto di rinascita e rilancio” a due, oltre al fatto che il terzo deve sparire, ci si mette anche la terapia “obbligatoria”; in questi casi, spesso, “l’obbligato/a” tira fuori la sua individualità, anche realizzando che non è così necessario stare insieme. Oppure si riesce a ridefinire un nuovo futuro perché si sta in due nonostante tutto e si cerca di capire insieme come». Anche utilizzando lo stesso esperto per entrambi: l’importante è che il terapeuta riesca a ottenere la fiducia di entrambi.

Facciamolo per i figli

Dallo psicologo si va anche per gestire i figli durante la crisi di coppia o in vista della probabile separazione, perché genitori si rimane. «È importantissimo prepararli nel modo giusto: invece spesso noi genitori pensiamo che litigate e tensioni non vengano percepite dai giovani, e che tutte le porte delle camere da letto versione scontro siano insonorizzate: non è proprio così», spiega Bavestrello. «Sono le terapie di “sistema”, dove è il gruppo che si è creato e non l’individuo l’argomento, e questo comprende i figli, ma anche l’eventuale amante presente e persino i parenti di lui o di lei che, a prescindere dalle solite battute sulla suocera, possono rivelarsi davvero invasivi. Qui è il gruppo che ha problemi da risolvere in modo corale, oltre che l’individuo a dover lavorare singolarmente», spiega Luini. «In questi casi si usano tante tecniche, come quella della drammatizzazione, dove ognuno recita dei ruoli

I problemi di sesso sono recuperabili

Il sesso è un cardine del benessere di coppia. «Molte persone non sono in conflitto relazionale ma approdano alla terapia proprio per problemi sessuali che, se affrontati, prevengono ulteriori difficoltà. È importante però affidarsi a un professionista che abbia fatto un percorso specifico di formazione», spiega Roberta Rossi, sessuologa a Roma. «L’abitudine, la noia, la diminuzione nel tempo dell’attrazione sessuale dovuta al conoscersi “troppo e da tanto” possono interferire. Il desiderio è infatti esplorazione, mistero, una cosa che a volte va in conflitto con la convivenza. Quest’ultima però può trasformarsi in un vantaggio, perché ha il valore della conoscenza profonda e quindi spesso basta inserire nuovi stimoli, se la base è solida, se sotto la cenere c’è ancora la brace. Allora il fuoco riprenderà il suo vigore».

I 5 motivi più comuni che portano alla separazione

1 Il tradimento

Solo una minoranza di coppie sopravvive al crollo della fiducia che ne consegue.

Il sesso KO

Se proprio non funziona  e non ci si pone rimedio in tempo, è un tarlo che consuma molti.

L’assenza

Un partner che non è più interessato all’altro e che non partecipa alla sua vita è letale nel tempo.

4 I figli

La grande fatica e coinvolgimento del primo arrivo può trasformare una partner in genitore e basta.

I parenti

Si scherza tanto sulle suocere, ma l’entourage del partner può essere davvero invasivo.

Anche le foto esprimono un disagio

Si chiama “Overposting“, ed è un fenomeno che si vede molto sui social. Avviene quando lui e lei cominciano a postare troppe foto di coppia celebrative dell’amore “perfetto”. Alcune coppie arrivano ad avere un profilo comune, perdendo ogni tipo di individualità pubblica. Non a caso poi spesso si scopre che ciò avviene dopo aver scoperto un tradimento, dove il tradito, con le immagini, annuncia al mondo di aver vinto la battaglia contro l’altra o l’altro e marca il territorio per il futuro. Mentre il “colpevole” accetta la pantomima per il quieto vivere. «È un brutto segno per la salute sentimentale, ed è un tentativo di riportare l’altro all’interno della coppia, spesso inutile», spiega Bavestrello.

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