«Più sinergia, meno burocrazia e lavoro sul territorio»: cosi ripartono le zone interne – IL CIRIACO

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Un confronto a più voci per delineare una strategia utile per la crescita e lo sviluppo delle zone interne, anche alla luce delle notizie che arrivano da Bruxelles e dalla ingente quantità di risorse che potranno essere utilizzate nei prossimi anni. I Giovani Democratici hanno messo a confronto politica, istituzioni, sindacati ed esperti del settore che hanno discusso sulle modalità attraverso le quali si dovrà dispiegare l’intervento per le zone interne nei prossimi anni. «Siamo di fronte ad un fatto politicamente enorme – ha detto Andrea Cozzolino, responsabile nazionale del dipartimento della Coesione del Pd – e cioè quello che ingenti quantità di risorse saranno spostate verso il nostro Paese. E alcune di queste risorse vanno impegnate anche in tempi relativamente brevi». Per questo motivo, secondo Cozzolino, «bisogna sviluppare un dibattito che sia all’altezza della sfida che abbiamo di fronte perché con il via libera al Recovery Fund stiamo andando verso la costruzione di un progetto europeo meno astratto». Un’occasione che il Mezzogiorno non può sprecare, «a patto che ci sia – ha detto – un piano nazionale che porti in Europa le istanze del Mezzogiorno e che on prevalgano i piccoli egoismi regionali». Di occasione storica ha parlato anche Maurizio Petracca che ha sottolineato la necessità di una sburocratizzazione ed anche quella di una forte sinergia tra i livelli istituzionali. «Essendo però la filiera lunga – ha detto – bisogna immaginare dei percorsi per raggiungere obiettivi in tempi brevi». Sinergia, ma anche sperimentazione e coraggio. Rosetta D’Amelio parla delle zone interne evidenziando come il tema non debba essere più affrontato con il linguaggio tradizionale. «Ci sono progetti che guardano al futuro, come Borgo 4.0 che consentirà la sperimentazione nei nostri borghi delle auto senza conducente». E poi le infrastrutture con l’Alta Velocità, «pronta nel 2026, ma nel 2023 forse si potrà già avere il tratto che comprende la Valle Ufita. E’ un fatto importante perché quella è Zes e ci saranno opportunità per far nascere anche altre aziende». L’ultimo passaggio la presidente del Consiglio Regionale lo fa sulla sanità, «che deve uscire da un modello che mette al centro l’ospedale e basta mentre bisogna partire prima dal territorio per arrivare ad avere un ospedale che funzioni». A concludere il seminario il sottosegretario alle Infrastrutture Francesco Margiotta che ha evidenziato il valore della collaborazione istituzionale, senza la quale il risultato ottenuto per la ricostruzione del Ponte Morandi sarebbe stato impossibile. Detto della necessità di rinnovare la classe dirigente nelle pubbliche amministrazioni, Margiotta, per il settore di sua competenza, ha snocciolato dati e cifre avvertendo che l’Europa non tollererà in un nessun modo l’utilizzo di queste risorse per Quota 100 o per il Reddito di Cittadinanza, «ed è per questo che il Pd deve fare molto di più, essere guida e riferimento riformista per questo governo».



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