Muscetta, dal legame con le radici al coraggio dell’utopia

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E’ un itinerario che attraversa la storia del Novecento l’omaggio a Carlo Muscetta promosso dall’amministrazione comunale di Avellino e da Quaderni di Cinemasud nell’ambito della rassegna “Gli scrittori e la città”. Un itinerario che si nutre di testimonianze, letture e immagini che prendono vita nella bella cornice di Villa Amendola. E’ la pronipote Manuela Muscetta, docente di lettere al liceo Mancini, presente in sala insieme alle sorelle Monica e Katia, a ricordarlo “per tutti noi della famiglia era il professore, ci appariva una figura irraggiungibile per il suo spessore morale e culturale ma era anche un uomo saldamente legato alle radici. Era capace di alternare leggerezza e profondità. Ci ha trasmesso la passione per la ricerca della verità e insieme la carica utopica che attraversa il suo impegno politico e letterario. L’antifascismo è diventato uno degli elementi distintivi della nostra famiglia, un valore da trasmettere anche alle ultime generazioni. Peccato che, fatta eccezione per il Centro Dorso, la città non lo abbia ricordato come avrebbe dovuto. Era un personaggio scomodo, una voce fuori dal coro, capace di prendere le distanze dal Pci, quando non si riconobbe più nelle scelte del partito”.
Spiega come “Amava Avellino e i luoghi della sua memoria, a partire dalla Ferrovia, ma detestava la mentalità provinciale e il servilismo che pure caratterizzavano il capoluogo. Dopo il terremoto, faceva fatica a riconoscere la città in cui era cresciuto”. Ricorda come “Il meridionalismo è stato il cuore del suo impegno, anche grazie al legame con Dorso, era convinto che senza il rilancio del Mezzogiorno non ci sarebbe stato nessuno sviluppo per l’Italia intera”.
Il vicepresidente del Centro Dorso Nunzio Cignarella sottolinea il legame forte dell’istituto di ricerca con Muscetta “Ospitiamo nelle sale della Casina del Principe la sua Biblioteca. Gli abbiamo reso omaggio nel 2015 con la partecipazione del professore Alberto Asor Rosa. Dieci anni prima era stato l’allora presidente del Centro Dorso, Antonio Maccanico, suo grande amico, a ricordarlo in un convegno”.
La storica Cecilia Valentino parla dell’uomo conosciuto negli ultimi anni della sua vita, in occasione delle riunioni del Centro Dorso “Era dolce e insieme severo, raccontava in maniera appassionata i propri progetti, credeva nell’amicizia, aveva a cuore i giovani”. Un genio poliedrico, quello di Muscetta, capace di abbracciare anche cinema e teatro, come spiega il critico letterario Paolo Speranza “Fu tra i primi a credere nelle opere di De Filippo, sollecitando Einaudi a pubblicarle. Impossibile, poi, dimenticare la sua polemica sul cinema neorealista con gli amici Guttuso e Trobadori. Volle difendere a spada tratta opere come ‘Luci della ribalta’ e ‘Riso Amaro’ ed ebbe ragione”. A chiudere il dibattito Enrico Ardolino, docente dell’Università La Sapienza che ricostruisce il percorso esistenziale, letterario e politico di Muscetta, dall’insegnante Gemma Gatta che lo avviò all’esercizio della critica letteraria al legame con Benedetto Croce: “Parlare di Muscetta è un’occasione per comprendere meglio la storia del paese, il suo impegno di intellettuale si intreccia con quello dei grandi protagonisti del Novecento italiano, da Alfonso Gatto ad Eugenio Montale. Il suo sguardo è militante, a partire dall’adesione al crocianesimo fino ad arrivare al marxismo. Cruciale è la sua attenzione al Sud, è stato tra i maggiori divulgatori del meridionalismo, si è confrontato con Dorso, ha vissuto in Sicilia, ha toccato con mano le contraddizioni del Mezzogiorno”.


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