Montefusco, festival dell’economia e della cooperazione: necessaria una strategia condivisa per rilanciare le aree interne

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Tanti gli spunti di riflessione emersi dalla  prima edizione di Fare E.CO., il Festival dell’Economia e della Cooperazione, autentico laboratorio di idee tenutosi da giovedì 18 a sabato 20 aprile nel borgo di Montefusco. Partendo dall’analisi dei contesti e delle esperienze già poste in essere, si è cercato di tracciare delle rotte possibili da percorrere nel futuro prossimo per rendere possibile lo sviluppo umano ed economico delle aree più fragili e marginalizzate del Paese.

Cultura e turismo per lo sviluppo del Mezzogiorno è stato il focus di questa prima edizione, durante la quale sono state analizzate le politiche e le strategie programmatiche che interessano il Mezzogiorno allargato, in una fase di complessa transizione. Una tre giorni che ha visto al centro i principi e i valori che animano il mondo della cooperazione, inteso come modello di economia sostenibile poiché incentrato sulle persone e i loro bisogni. A raccontarlo sono stati i suoi stessi protagonisti, in un dialogo sincrono con esponenti del mondo della politica, della pubblica amministrazione, della ricerca, dell’istruzione e della finanza.

Oltre 40 i relatori intervenuti durante il Festival e giunti da tutte le regioni d’Italia, per un vasto programma di appuntamenti che ha saputo attrarre l’attenzione dei presenti. Ottimo è stato, a tal proposito, il riscontro di pubblico, che ha assistito partecipe alle tavole rotonde organizzate tra l’ex Carcere borbonico e Palazzo Giordano. L’iniziativa, nata da un’idea di Giulia D’Argenio e di Intra Cooperativa Sociale onlus, è stata inserita nel calendario ufficiale delle celebrazioni delle Giornate del Made in Italy promosse dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Sono proprio gli ideatori, Giulia D’Argenio e Antonio Borea per Intra Cooperativa sociale onlus, a sottolineare quanto «questa iniziativa dimostra come si possa fare cultura e a livelli importanti anche in territori poco battuti da questo genere di attività come lo è l’Irpinia. L’Italia è un paese complesso e nel pensare il suo sviluppo non si può non tener conto di tale complessità». L’importante, per riuscirvi è fare rete. Per questo il Festival è stato organizzato con la collaborazione della Pro Loco e del Comune di Montefusco. Entusiasta della riuscita della manifestazione il primo cittadino, Gaetano Zaccaria, che ha aperto le porte del borgo, garantendo ai visitatori bellezza e ospitalità. «Montefusco ha dimostrato di poter ospitare importanti eventi, come questo che si è appena concluso», dice il sindaco. Che continua: «Dal nostro paese si lancia il messaggio che quando ci sono volontà e competenza si possono raggiungere grandi obiettivi. Come dico sempre, così come altri luoghi delle aree interne abbiamo punti di forza e particolarità, ma per diventare attrattivi bisogna programmare strategie e fare rete».

«Sono tanti gli insegnamenti e le conferme che ci lasciano questi intensi tre giorni di confronti», afferma Irene Bongiovanni, presidente nazionale di Confcooperative Cultura Turismo Sport, partner promotore del Festival insieme a Confcooperative Campania. «Innanzitutto – spiega – che c’è bisogno di strategie e azioni condivise tra pubbliche amministrazioni, università e mondo cooperativo. Le risorse ci sono, ma è necessario lavorare in sinergia, mettendo in atto buone pratiche. Inoltre – sottolinea la Bongiovanni – è emerso ancora una volta come la cooperazione sia un elemento essenziale, soprattutto per le aree interne, dove c’è bisogno di sviluppo sostenibile trasversale, che guardi al lavoro, all’ambiente e alla cultura, e che solamente la cooperazione può garantire. Infine – conclude – abbiamo imparato che abbiamo bisogno di momenti d’incontro come questi, per confrontarci ma anche per “fare eco”, trasmettendo questi concetti. Si è trattato di un primo e importante passo, ma ci sarà sicuramente una seconda edizione».

Delle stesse convinzioni è Vincenzo Santoro, responsabile del Dipartimento cultura, turismo e agricoltura di Anci, l’Associazione nazionale Comuni italiani che ha patrocinato il Festival. «Se si mettono insieme le pubbliche amministrazioni, le imprese cooperative e le comunità – afferma Santoro – è possibile costruire dei progetti di sviluppo economico per il Sud che abbiano al centro il tema del turismo e della cultura sostenibili. Ed è proprio quello che abbiamo messo in atto durante queste giornate a Montefusco, così da delineare i percorsi necessari a innescare o implementare tali processi ed esperienze».

Fare E.CO. è stato realizzato grazie al sostegno di FondoSviluppo e della Federazione banche di comunità credito cooperativo Campania e Calabria. «Condividiamo l’iniziativa sotto il profilo sociale del fare economia – dichiara Francesco Vildacci, direttore della Federazione – con un modello che punta a rivitalizzare i luoghi attraverso la cultura e il turismo, che sono tra gli asset di sviluppo più importanti che abbiamo». E aggiunge: «Come banche di credito cooperativo la sostenibilità è nel nostro Dna».

Ripensare alle aree interne anche a partire dalle parole, che a loro volta strutturano le idee. Questo lo spunto da cui parte Florindo Rubbettino per raccontare il Festival.


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