“Le risorse per superare la crisi per la prima volta non penalizzano il Sud. Senza le aree interne, non riparte il Paese”: Provenzano punta sull’Irpinia – IL CIRIACO

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«E’ la prima volta che un Governo affronta una crisi senza spostare risorse dal Sud al Nord. Un motivo di vanto? No, un criterio di giustizia». Il Ministro per la coesione territoriale e per il Sud, Giuseppe Provenzano, apre con queste parole l’incontro “Aree Interne, quale futuro”, promosso dal consigliere delegato del Governatore Francesco Todisco, che lo ha visto protagonista questa mattina nell’auditorium del Polo Giovani di Avellino in via Morelli e Silvati.

«Abbiamo invertito, finalmente in maniera cogente, il principio per cui ad ogni crisi è sempre corrisposto un taglio di risorse al Sud in favore del Nord- spiega il Ministro- già nella Finanziaria abbiamo approvato la clausola di bilancio  per cui  ogni fondo di investimenti deve essere proporzionato alla popolazione di riferimento, quindi il 34% della spesa è destinato al Sud. Poi ci sono le risorse aggiuntive da spendere bene e in tempo. Abbiamo riprogrammato per l’emergenza 10,5 miliardi. Questo non lo rivendico come un grande risultato, ma come l’applicazione di un principio giusto. In Europa ora si apre una grande possibilità e noi dobbiamo candidarci non solo ad avere risorse, ma ad esprimere una progettualità vera che possa far ripartire questi territori senza i quali non riparte l’Italia». Poi, entrando nel dettaglio della strategia nazionale per le aree interne, l’esponente dell’esecutivo Conte  aggiunge «il tentativo che stiamo mettendo in campo  è quello di passare da una sperimentazione che ha avuto anche qualche ritardo, ad una politica strutturale. Lo abbiamo fatto stanziando risorse ed occupandoci dei sistemi produttivi locali, con il fondo di sostengo alle imprese. Complessivamente, da gennaio ad oggi, abbiamo stanziato per le aree interne quasi mezzo miliardo. Adesso si apre una fase importante, tutti gli obiettivi che l’Europa ci chiede di raggiungere, dalla sostenibilità ambientale alla digitalizzazione, vanno realizzati proprio nelle aree interne perché così possiamo spezzare l’isolamento e dare ai giovani la possibilità di restare. In tanti, durante e dopo questa pandemia, sono tornati in questi territori e ci scrivono chiedendo la possibilità di restare. Questa è la missione che come Governo dobbiamo assumerci». Una strategia che, però, va accompagnata da snellimento delle procedure e sburocratizzazione. Bisogna mettere a fuoco i problemi reali- prosegue Provenzano- c’è un tema di procedure da snellire che proviamo ad affrontare con il decreto semplificazione. Sulla Napoli-Bari, ad esempio, i tratti commissariati vanno avanti più a rilento degli altri. Lo dico tutti i giorni ai miei colleghi di Governo: abbiamo la necessità di velocizzare le procedure, ma anche di attrezzare la macchina amministrativa assumendo giovani qualificati nella pubblica amministrazione. Non possiamo continuare ad esternalizzare funzioni e servizi altrimenti questi investimenti di cui parliamo non li realizzerà nessuno. Al Sud, contrariamente ai luoghi comuni, non è vero che abbiamo una macchina pubblica elefantiaca. E’ vero invece che nel corso degli anni si è sempre più ridotta e impoverita di competenze, e questo è un problema che riguarda tutta la società.  Se ce la faremo anche senza Mes? La discussione è ancora aperta e l’ultima parola spetta al parlamento. Credo che l’Italia e il Sud in particolare abbiano bisogno di una grande stagione di investimenti e per farlo abbiamo una linea di credito molto vantaggiosa che sarebbe un errore non utilizzare».

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