“Irpini, fuori l’orgoglio. I sondaggi? Conta la realtà”: la ‘prima’ di Caldoro ad Avellino – IL CIRIACO

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«I sondaggi? Non mi interessano, conta la realtà. Noi in cinque anni abbiamo finanziato un miliardo di opere per l’Irpinia, De Luca ha solo copiato ma non ha investito un euro per queste terre. Agli attacchi di De Mita e Mastella non rispondo. Sono loro a dover chiarire perché oggi stanno con chi li ha definiti la feccia della vecchia politica». Stefano Caldoro sceglie la via dell’attacco per la prima ad Avellino di una calda campagna elettorale. Il candidato Governatore del centro destra incontra la stampa all’Hotel de La Ville. Ad attenderlo gli alleati di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e partiti di centro. Strette di mano anche con gli esponenti del Carroccio che fino all’ultimo hanno tentato di sottrarre agli azzurri l’onere di indicare la candidatura apicale, presenti il commissario provinciale Pasquale Pepe, il senatore Ugo Grassi, la neo tesserato Oreste La Stella e il sindaco di Cassano Irpino Salvatore Vecchia. Al fianco di Caldoro il consigliere provinciale di Forza Italia Franco Di Cecilia, i candidati della lista di bandiera, tra loro Tonino Aufiero e Giovannantonio Puopolo, il presidente del consiglio Ugo Maggio tra i probabili candidati dell’Udc, l’esponente di FdI Giovanni D’Ercole e il sindaco di Chiusano Carmine De Angelis che ancora non ha sciolto le sue riserve.

Appare tranquillo Caldoro in vista della terza sfida regionale con De Luca. «Conta la vita reale, non i sondaggi- dice- Sono stato in giro per la provincia a vedere alcune delle opere realizzate con l’accelerazione della spesa che grazie al nostro governo fu possibile e finanziò tutti i comuni di Avellino, a differenza dell’amministrazione De Luca che non ha dato alcuna risorsa all’Irpinia. Sono stato a Grottaminarda, dove abbiamo realizzato la variante di 8 chilometri, e a Sturno dove finanziammo un insediamento produttivo che oggi dà lavoro a venti persone. Poi sempre su quelle strade ho avuto modo di vedere come le promesse di De Luca siano rimaste tali. Basta affacciarsi dalla variante per vedere che la Lioni- Grottaminarda non è altro che un cantiere fermo. Questa è la differenza tra noi e loro». Snocciola i numeri l’ex Governatore e sfida i cronisti «ditemi una sola cosa che ricordate degli ultimi cinque anni di non governo. Della mia amministrazione certamente ricorderete lo squilibrio di bilancio, ma non potrete dimenticare l’accelerazione della spesa, l’Alta Capacità Napoli Bari con le due stazioni di Benevento e dell’Irpinia, la strategia delle Aree interne come sperimentazione pilota, gli interventi sui corpi idrici. Per la provincia di Avellino abbiamo finanziato opere per un miliardo di euro. Cosa ha fatto De Luca in cinque anni, se non continuare quello che noi abbiamo messo in campo? Ha copiato, e questo lo sa fare bene».

Una bufala, secondo il candidato del centrodestra, la fuoriuscita dal commissariamento della sanità almeno nei termini in cui la racconta De Luca «gli atti li firma ancora un commissario- dice sarcastico- l’equilibrio di bilancio è stato certificato nel 2014, in quel momento è iniziata la procedura per portare la sanità fuori dal commissariamento. Quindi, anche in questo caso, è stato copiato quanto messo in campo da noi.  Al di là della vicenda Covid che ha un po’ risparmiato il Sud, quindi non c’è stato alcun atto coraggioso da parte di De Luca né alcun merito particolare, ognuno ha fatto quel che doveva, la sanità non è migliorata. Basti guardare alle lunghe file di attesa a cui i cittadini devono sottoporsi. Si pensa ancora ad allestire nuovi reparti Covid ma non si pensa alle altre malattie gravi, con pazienti che devono pagarsi le prestazioni perché sono finiti i fondi per i tetti di spesa. Questo è grave ed è il segno di una sanità che non funziona e che non è migliorata per nulla nei suoi settori fondamentali. Non c’è un solo dato che parli di una sanità migliorata nell’ultimo quinquennio». Poi le stoccate agli avversari politici. A partire dai Cinque Stelle «della cui opposizione francamente non mi sono neanche accorto», per poi passare in rassegna i centristi che appoggeranno De Luca, il sindaco di Benevento Clemente Mastella e il presidente Ciriaco De Mita. «Sono stati definiti da De Luca, in video e comizi pubblici, entrambi come la feccia della vecchia politica. Non rispondo ai loro attacchi, perché attendo che siano loro a spiegare come mai stanno con chi disse di aver vergogna a pensare a loro. Di fronte a tali affermazioni, mi sarei aspettato un po’ di orgoglio irpino contro un cafone di Salerno».

Non teme i sondaggi più recenti Caldoro, né dice di sentirsi depotenziato dal ritardo con cui la coalizione di centro destra è riuscita a fare sintesi sul suo nome. «Andiamo avanti con un programma chiaro, una coalizione unita. Prima del Covid il centro destra era avanti di dieci punti, oggi non so cosa dicano i sondaggi ma l’emotività di tre mesi di emergenza non possono cambiare il giudizio su cinque anni di non governo».



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