Il Patria e Lavoro comprato all’Ordine dei Medici. Luongo: “Potrà tornare a vivere” – IL CIRIACO

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Avellino – L’ex Asilo Patria e Lavoro cambia proprietario e viene acquistato dall’Ordine dei Medici. Nel primo pomeriggio di oggi, a Piazza del Popolo, la commissione di valutazione ha analizzato l’unica offerta pervenuta per l’acquisto della struttura giudicandola idonea sia dal punto di vista economico che formale. L’Ordine dei Medici pagherà 485 mila euro per diventare proprietario dell’edificio, con esclusione del garage sottostante e del giardino adiacente.

«Questo è un importante risultato raggiunto dall’amministrazione e dagli uffici. Sin dal primo giorno ho dichiarato che, come Patrimonio, avrei voluto dare una visione chiara per l’utilizzo delle strutture in città – spiega l’assessore Stefano Luongo. Da un alto ci sono quelle che l’amministrazione non vuole più mantenere, date anche le attuali condizioni economiche dell’ente, e che quindi diventa importante vendere. Dall’altro c’è la volontà di rivitalizzare quelle strutture su cui, invece, l’amministrazione intende puntare. Oggi andiamo a fare un primo importante atto con la vendita del Patria e Lavoro, ma ce ne saranno altri ancora perchè andremo avanti con la trattativa con la Guardia di Finanza per la cessione di una parte della Casa Comunale, mentre a inizio anno verrà pubblicato il bando per le altre strutture inserite nel piano vendita».

Una cessione che, come sottolinea l’assessore Luongo porta con sé tre importanti notizie per il Comune: «La prima è che incassa circa 500 mila euro, cosa non da poco per un ente in predissesto che, a breve, si ritroverà con un’importante somma nelle proprie casse che gli consentirà di ridurre la massa debitoria. Questo passaggio è fondamentale per i cittadini perché le criticità economiche del Comune impediscono alla nostra amministrazione di offrire servizi nel miglior modo possibile. Risanare i conti dell’ente vuol dire maggiore qualità dei servizi per i cittadini». Il secondo aspetto riguarda proprio l’ex Asilo Patria e Lavoro che «tornerà a vivere – sottolinea Luongo. Per anni era rimasta una struttura abbandonata e fatiscente, ora finalmente va verso la strada della rivitalizzazione con un ente pubblico quale l’Ordine dei Medici, e senza snaturare la sua funzione. Così come ha dichiarato il presidente Sellitto, lì dentro non sorgerà un supermarket, ma un centro aperto ai cittadini che diventa ancora più importante alla luce del momento storico che stiamo vivendo». E infine c’è il terzo risultato che riguarda invece l’amministrazione: «Questa vendita attesta la nostra caparbietà. Il piano di alienazione, in passato, era solo un atto formale da allegare al bilancio, ma poi rimaneva sulle scrivanie – sottolinea Luongo. Noi invece abbiamo effettuato una ricognizione del patrimonio, abbiamo deciso cosa voler vendere e stiamo facendo di tutto per riuscirci. C’è volontà da parte dell’amministrazione di essere concreti. Questo è un importante segnale e c’è la soddisfazione di aver perseguito questo obiettivo, ma chiaramente ci troviamo all’inizio perché la città non deve più avere scatole vuote, ma contenitori che funzionino».

Sulla cifra a cui è stato messo in vendita, c’è stato un po’ di dibattito negli ultimi mesi perchè l’amministrazione è stata accusata di voler svendere il Patria e Lavoro. Senza dimenticare l’esposto presentato a Procura e Corte dei Conti da parte del consigliere Dino Preziosi in cui si evidenzia una serie di criticità dietro alla reale possibilità di vendere l’ex Asilo. «L’esposto presentato ha portato gli uffici ad approfondire la vicenda – ricorda l’assessore. È stata anche richiesta una consulenza ad un legale esterno, l’avvocato Donato Pennetta, che ha confermato come il bene sia alienabile in virtù dell’articolo 58 della legge 133 del 2008, una legge con cui lo Stato ha inteso semplificare la vendita dei beni. Attraverso il piano di alienazione e dopo la verifica degli standard urbanistici, noi abbiamo reso disponibile quel patrimonio che prima non lo era. Per quanto riguarda la destinazione d’uso, invece, è emerso che il fabbricato l’aveva già persa in seguito alla sua ricostruzione. Al netto delle facciate che mantengono la loro valenza storica, sia con il Puc che poi con i Pica, era stata modificata la destinazione d’uso interna. E infatti è stato venduto secondo quella precedente». E poi c’è la vicenda che riguarda la cifra a cui è stato venduto, da varie parti giudicata bassa rispetto ai soldi spesi anni fa per ristrutturarlo. «Precisiamo che il Comune ha venduto solo il fabbricato, con esclusione del garage sottostante e del giardino adiacente – sottolinea l’assessore Luongo. L’intervento di ristrutturazione effettuato anni fa ha avuto un costo di circa 1,5 milioni di euro, ma comprendeva, appunto, anche la realizzazione del garage e del giardino. La cifra a cui è stato messo in vendita il solo edificio è frutto di una valutazione effettuata dagli uffici, secondo i valori attuali di mercato, ma anche tenendo conto della somma necessaria per la sua sistemazione. Gli uffici hanno effettuato una valutazione attestando che il valore della struttura ammontava a circa 600 mila euro. A questo, però, dobbiamo aggiungere che, oggi, il Patria e Lavoro si presenta in condizioni fatiscenti. Il costo per la sistemazione dell’edificio ammonta a oltre 200 mila euro. Considerata, quindi, anche l’indagine di mercato effettuata, è venuta fuori la cifra a cui poi è stato messo in vendita».



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