Il “Landolfi” sarà Covid center: fumata nera dall’incontro in Prefettura – IL CIRIACO

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Nessun passo indietro rispetto alla trasformazione dell’ospedale “Landolfi” di Solofra in Covid Hospital. Dopo un primo confronto ieri, la partita si è chiusa nel primo pomeriggio di oggi con il confronto (da remoto) organizzato dalla Prefettura su richiesta dei sindaci di Solofra, Montoro e Serino, assolutamente contrari alla  trasformazione del plesso ospedaliero della Valle dell’Irno, il dg dell’azienda ospedaliera “Moscati” (da cui dipende anche il “Landolfi”) Renato Pizzuti, e il Direttore Sanitario, Rosario Lanzetta.

Il plesso di Solofra sarà destinato ad ospitare i pazienti Covid paucisintomatici, questa la decisione da cui l’azienda ospedaliera ha deciso di non muoversi, come ribadito anche in una nota stampa: la Direzione strategica dell’Azienda Moscati ha spiegato le difficoltà a individuare valide alternative – pure valutate – per arrivare a raggiungere, nei tempi brevi dettati dall’incalzante emergenza, il numero di 103 posti letto Covid indicato dall’Unità di Crisi della Regione Campania. Nel giro di qualche giorno, saranno destinati circa 40 posti letto, individuati al secondo piano del presidio solofrano, a pazienti positivi al nuovo Coronavirus meno complessi. Il personale medico e infermieristico delle Unità operative di Chirurgia generale, Pediatria e Ginecologia sarà temporaneamente trasferito alla Città ospedaliera di Avellino. Nell’area Covid del Landolfi saranno in servizio i dirigenti medici e gli infermieri attualmente assegnati all’Unità operativa di Medicina generale dello stesso presidio, ai quali andranno ad aggiungersi 3 medici specialisti messi a disposizione dalla Protezione Civile Nazionale, 4 assunti con contratti di collaborazione, nonché alcuni dirigenti medici specialisti di Contrada Amoretta. Nel presidio di Solofra resteranno anche regolarmente attive tutte le attività di servizio: Radiologia, Laboratorio Analisi, Farmacia, nonché l’Unità operativa di Dialisi e il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Asl Avellino. «Ribadisco per l’ennesima volta che è decisa volontà della Direzione Strategica – sottolinea il manager Pizzuti – di portare avanti un’azione di rilancio del Landolfi. L’attuale situazione di emergenza non ci distoglierà dal fare avanzare i progetti di ristrutturazione e di messa in sicurezza avviati. Alcune opere sono state già quasi ultimate, altre sono programmate. E’ stato anche avviato l’iter per la realizzazione di 4 posti letto di terapia intensiva, con la contestuale individuazione di un percorso esterno per i dipendenti della ditta che andrà a realizzare i lavori».

Rassicurazioni che, evidentemente, non convincono i sindaci che, tra le altre cose, pur di evitare la rimodulazione seppur momentanea dell’ospedale, avevano chiesto di valutare la riattivazione dell’ex “Maffucci” di Avellino per far sostare i positivi che non necessitano di particolari terapie. «Abbiamo provato a fare di tutto per recuperare un po’ di dialogo istituzionale ma è complicato. Comprendiamo benissimo la particolarità del periodo che viviamo e nessuno, men che mai noi sindaci, vogliamo sottrarci alle nostre responsabilità- commenta il sindaco di Montoro Girolamo Giaquinto– ma è evidente che sulla vicenda “Landolfi” c’è stato un cortocircuito istituzionale. Prima di avviare una procedura di riconversione dell’ospedale, e svuotarlo delle sue funzioni primarie come Ginecologia, Pediatria e Chirurgia, bisognava ascoltare anche i territori. Abbiamo dimostrato grande senso di condivisione per quello che doveva essere il percorso del “Landolfi” nell’azienda “Moscati”, ma non siamo più riusciti a dire la nostra. Avevamo messo sul tavolo anche soluzioni alternative, ma è stato tutto inutile. Dal dg Pizzuti solo rassicurazioni sul futuro rilancio dell’ospedale, ma dopo tanto tempo di promesse, pur essendo carichi di tanto ottimismo istituzionale, fatichiamo a crederci ancora. Riconvertirlo oggi in Covid Center è un’inversione di rotta incomprensibile. Difficile, oggi, poter credere ad un futuro rose e fiori nonostante le risorse stanziate dalla Regione (11,5 milioni di euro ndr.) Nei mesi più duri avevamo anche sopportato la sospensione del Pronto Soccorso perché bisognava mantenere la struttura Covid free e dunque dirottare tutti ad Avellino. Nessuno di noi vuole arrogarsi un potere decisionale che non ha, ma i sindaci hanno anche il dovere di tutelare i territori».

Il sindaco di Solofra, Michele Vignola, passa alle carte bollate e, in qualità di massima autorità sanitaria del comune in cui ha sede il “Landolfi”, esprime, in una lettera indirizzata al management dell’azienda ospedaliera e all’Asl, «forte preoccupazione per tale decisione, dal momento che non mi risulta si sia proceduto al necessario e prescritto accertamento della sussistenza di tutti i requisiti in ordine alla idoneità edilizia, strutturale, tecnica, amministrativa, igienica e sanitaria dei locali del presidio “Landolfi”, tutti indispensabili a garantire la salute dei pazienti affetti da Covid 19 che vi dovranno essere collocati, e preordinati, perciò a tale destinazione del plesso». Vignola chiede «di ricevere copia di ogni idonea documentazione, e segnatamente del parere e dei verbali della Commissione Tecnica Multidisciplinare dell’Asl, organo competente a tali accertamenti. Nell’ipotesi in cui tale commissione non sia stata attivata, chiedo di provvedere in merito riservandomi di far valere l’eventuale inadempimento in tutte le sedi previste, comprese quelle deputate alla verifica della configurabilità di ipotesi di omissione di atti di ufficio».

 

 

 

 

 

 

 

 



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