Idee Resistenti. Michela Chirico e Marylù Lallo, danzando con la lingua dei segni – IL CIRIACO

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La presenza della LIS, la lingua dei segni, è fortunatamente diventata qualcosa di frequente da vedere nelle conferenze stampa, nei notiziari e in alcuni lavori teatrali, più raro però vederla applicata alla danza ed è questo lo specifico ambito artistico creato dalla coreografa e danzatrice Michela Chirico con il progetto VividArte che, proprio nei giorni della pandemia, ha pubblicato il suo secondo video dal titolo “Dint’ ‘o Viento” con la regia dell’avellinese Marylù Lallo.

Preceduto da “E io te credo_LIS” e a breve seguito da un terzo video di prossima pubblicazione, questo lavoro mostra come si possano fondere la canzone, il movimento coreutico e la lingua internazionale dei segni che, in questo caso, grazie alla danza si arricchisce di spessore interpretativo e dona un’emozione anche a chi non conosce questa lingua silenziosa che si esprime con i gesti delle mani e il movimento del volto.

Michela Chirico, come nasce il progetto VividArte, da chi è composta e con quali ruoli?

La coreografa Michela Chirico

“Il progetto VividArte nasce grazie all’ unione di tre artisti campani che hanno deciso di combinare le proprie competenze artistiche a favore dell’emozione, aggiungendo alla loro arte, la Lis (lingua dei segni italiana).Così, la musica suonata dalla chitarra di Fabio Notari, cantata dalla voce di Tommaso Fichele e danzata dalle coreografie di Michela Chirico, si fonde con la Lis, grazie all’incontro con la promotrice Lis Rosaria Sinforosa. L’unione al gruppo di Marylù Lallo, giovane regista avellinese e dei suoi operatori Manuel Stabile, Giovanni Rocco e Simona Patella ha dato vita ai due video che hanno già avuto un ottimo riscontro sul nostro canale YouTube e sui nostri social”.

Quali sono gli spettacoli che avete fatto e quali avete in programma?

“Apripista del progetto è stato il video “E io te credo_Lis”,  girato nella suggestiva scenografia del CTS, Centro Teatro Spazio di Vincenzo Borrelli. A seguire, ci saranno una serie di spettacoli teatrali e manifestazioni, oltre a performances in diverse associazioni culturali. Poi, saremo ospiti di alcune scuole, con laboratori per allievi e studenti tutti, sordi e udenti. Il secondo video, “Dint’ ‘o viento_Lis”, ha come scenografia di una perla del Vallo di Diano, la ex chiesa della SS. Trinità di Polla, gentilmente concessa dal sindaco Rocco Giuliano e dall’assessore alle pari opportunità Maria Citarella. A breve, nel periodo estivo, saremo ospiti di alcune performance estive, all’aperto (per quello che il periodo post covid19 potrà permettere, in totale sicurezza). In autunno, procederemo con le scuole d gli incontri con le associazioni e….con l’ uscita del terzo video Lis”.

Come si abbina la danza con la LIS? E’ come parlare danzando?

“Abbinare la danza alla Lis è una bellissima sfida, oltre che una forte emozione, perché permette di abbinare i movimenti coreografici e teatrali alla verità della Lis, quindi una danza del corpo, delle mani, dello sguardo e dell’anima… è come parlare danzando e danzare parlando”.

Che tipo di lavoro avete svolto in questo periodo di pandemia oppure semplicemente vi siete fermati un po’?

“In questo periodo di pandemia non ci siamo fermati mai, perché abbiamo pensato all’uscita del secondo video e a tutto quello che questo lavoro porta…dunque impegno, dedizione e studio quotidiano. Ogni giorno, eravamo in contatto in videochiamate e poi, ognuno di noi, lavorava nel suo settore, a favore della crescita del progetto”.

Lavorate anche con disabili o semplicemente realizzate spettacoli per loro?

“Ci rivolgiamo realmente a tutti, anche a persone diversamente abili, realizzando delle performance per loro e, quando possibile, anche dei laboratori”.

Cosa significano per voi le parole “inclusione” e “arte”?

“Inclusione” vuol dire non fare differenze e rivolgersi a chiunque, vuol dire collaborare, fare squadra, fare insieme. “Arte” vuol dire avere il dovere morale di emozionarsi per emozionare e provare ad abbattere ogni barriera, laddove la musica (danzata, cantata, suonata e segnata) può rompere qualunque silenzio”.

La regista Marylù Lallo

Contributo importante alla riuscita del progetto in tre video è quello della regista avellinese Marylù Lallo che ci spiega il suo coinvolgimento in questo tipo di lavoro:”La LIS è corpo che comunica in uno spazio. È un’emozione ancestrale sempre vera. Tutto ciò che si può fare è lasciare che quest’emozione avvenga e stare lì con la telecamera pronta a catturare ogni piccola sensazione. La LIS ha già di per sé una sua teatralità, e unita alla danza, alla musica, all’immagine in movimento è come l’abbraccio dolce di una madre, come nel video E io te credo, o come un ricordo che ti riscalda e ti guida, come accade in Dint’ ‘o Viento. Non è semplice unire queste arti e gli artisti che le mettono in atto. Sicuramente la prima cosa da fare, quando si affronta un video che non è né un video clip musicale, né un corto, è la pianificazione di ogni mossa e il rispetto del lavoro di ognuno… Il resto è una grande magia che va quasi da sola. È un piccolo spettacolo teatrale privato che mi emoziona e devo catturare quella magia con la telecamera, senza perdere neanche un dettaglio”.

Marylù Lallo, classe 1986, ha studiato a Fisciano con la cattedra di Sociologia dei Media Audiovisivi Sperimentali, con la quale collabora alla docenza per due anni post lauream.
Il primo cortometraggio arriva con La scelta (2013), con la direzione artistica di Enzo Decaro, seguono vari lavori, anche pubblicitari, tra cui Shit Bug (2016) per il bar avellinese New Mouse Cafe. Dopo aver studiato da Vernice Fresca, sempre ad Avellino, dal 2009 inizia la carriera teatrale, come attrice e aiuto regista, con la compagnia All’antica italiana di Gaetano Troiano. Dal 2017 inizia la collaborazione con il regista fornitore RAI Giuseppe Falagario, come attrice e assistente alla regia, in prodotti come Silicio Nero. La trappola virtuale, e prodotti televisivi come Welike, e Un premio al minuto coadiuvata dalla conduzione di Carmine Losco. Nel 2019 è tra i fondatori di XAvX Productions, piccola casa di produzione di videomaking tutta avellinese, e collabora dal 2020 attivamente con il gruppo Vividarte.

 

 

 



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