Controlli al fiume Sarno e affluenti, l’indagine non si ferma: 48 denunce, 15 sanzioni e sequestri – IL CIRIACO

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Da marzo a maggio scorso i carabinieri Forestale Campania e del Gruppo Tutela Ambientale di Napoli hanno effettuato controlli sullo stato delle acque, con prelievi di sei campioni in differenti punti del corso d’acqua, ante e post lockdown, nell’area del bacino del fiume Sarno tra le province di Napoli, Salerno e Avellino.

Otto i sopralluoghi effettuati lungo il Sarno e i suoi tributari, unitamente al personale dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale, al fine di censire gli scarichi maggiormente impattanti sull’ambiente; 87 le attività produttive controllate e sequestrati, mediante l’apposizione di tappo in cemento, sei scarichi abusivi. Sono stati, inoltre, verificati 26 scarichi di altrettanti impianti, sequestrandone 6; denunciato all’autorità giudiziaria 48 persone ed elevato 15 sanzioni amministrative per un importo pari a circa 40mila euro. I controlli per reprimere i fenomeni di abbandono di rifiuti nonché di sversamenti illeciti da parte di imprese attive nelle aree del bacino idrografico del corso d’acqua che attraversa diverse aree della Campania, hanno riguardato prelievi delle acque in differenti punti del fiume con la collaborazione dell’Arpac di Napoli, per analizzare i parametri chimico fisici, batteriologici e la presenza eventuale di fitofarmaci. Successivamente, l’attività di controllo si è sviluppata principalmente in due fasi: censimento delle 247 principali attività produttive, suddivise per tipologia, presenti nei territori attraversati dal fiume Sarno e suoi tributari (torrenti Solofrana e Cavaiola) e controllo dei principali impianti produttivi potenzialmente impattanti sullo stato delle acque. Gli accertamenti condotti hanno permesso di constatare che le probabili cause di inquinamento possono essere ricondotte a scarichi di reflui industriali, prevalentemente conciari per il torrente Solofrana e da industrie conserviere per il Sarno, effettuati illegalmente da aziende che approfittano delle avverse condizioni meteo per evacuare i propri reflui industriali; scarichi di acque meteoriche di dilavamento, provenienti dai piazzali esterni delle attività conciarie ed industriali in genere, interessati dallo stoccaggio di rifiuti speciali e/o dal deposito di materiali contaminati e scarico di reflui della rete fognaria, costituiti dal ‘troppo pieno’ a servizio della rete stessa e/o addirittura da interi tronchi di rete fognaria non collettati ad alcun impianto di depurazione. Le attività di controllo sono tuttora in corso e continueranno, sia d’iniziativa che su delega delle competenti procure di Avellino, Salerno, Torre Annunziata e Nocera, nonché in attuazione di quelli previsti e pianificati nell’ambito dell’Accordo di collaborazione operativo siglato il 16 ottobre 2019 dal Comando carabinieri per la Tutela ambientale con l’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale.



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