Confcommercio, De Angelis: De Luca ci ripensi, cosi ci condanna. Ecco le nostre proposte – IL CIRIACO

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«De Luca faccia marcia indietro. Il coprifuoco in tutta la Campania, mettendo sullo stesso piano aree metropolitane e zone interne, lo stop alla mobilità interprovinciale e il mancato incremento dei trasporti, condanneranno Avellino e l’Irpinia al baratro economico e sociale». Durissima presa di posizione della Confcommercio Avellino contro le ultime ordinanze del Governatore De Luca. Una critica che, però si accompagna anche a tre proposte su trasporti, controlli e diversificazione delle misure anti Covid, che riassume il coordinatore di Confcommercio Giulio De Angelis.

«Famiglie, imprenditori, commercianti non possono continuare a vivere in balia di ordinanze e Dpcm contrastanti tra di loro, poco chiari e che mettono a rischio il tessuto economico e sociale soprattutto delle aree interne- tuona De Angelis- De Luca ha prima chiuso le scuole, poi ha annunciato la riapertura delle sole elementari per lunedì 26 ottobre ma nell’ultima ordinanza questo non viene indicato. Ora blocca gli spostamenti tra province su tutto il territorio regionale, dando così l’ennesima batosta al turismo religioso e a quello commerciale che vedono proprio in Avellino, data la sua posizione strategica, un importante snodo di interscambio. Scuole, locali commerciali, ristorazione, sono stati tutti messi in sicurezza anche con l’utilizzo di fondi pubblici, ordinare ora questo lockdown mascherato da coprifuoco, significa sancire il fallimento della stessa Regione. E’ tutto ciò che ruota fuori a questi luoghi, ad essere un potenziale pericolo a partire dai trasporti pubblici». Ed è proprio sul tpl che De Angelis lancia la prima proposta: «abbiamo la stazione ferroviaria di Avellino che è purtroppo praticamene inutilizzata ma che invece potrebbe servire per iniziare ad alleggerire gli spostamenti verso Napoli. Tre corse la mattina verso Napoli, e tre il pomeriggio verso Avellino, in orari di congrui all’ingresso e all’uscita da uffici e luoghi di lavoro, darebbero una grande mano a svuotare i pullman verso la città metropolitana e magari utilizzarli per aumentare le corse sul territorio provinciale per migliorare le linee più trafficate che portano gli studenti e i pendolari ad Avellino. Sarebbe anche l’occasione per iniziare il progetto di rilancio di Borgo Ferrovia, così come previsto dagli ingenti finanziamenti ottenuti dal Comune per il rilancio delle periferie. Aprendo il collegamento ferroviario sulla tratta Napoli-Avellino, Serino, Montoro, Salerno, un’ora e dieci circa di viaggio, si darebbe il via alla riqualificazione del quartiere e a rimettere in moto l’economia del luogo, tra bar, parcheggi, botteghe che comunque ci sono». Una proposta che Confcommercio indirizza al Governatore, ma chiedendo anche il sostengo dei sindaci di Avellino, Solofra, Serino e Montoro e dei quattro consiglieri regionali irpini.

Poi la richiesta di revoca dello stop alla mobilità interna alla Regione così si distrugge il commercio. «Avellino è ad un passo da Salerno e Napoli, questo è motivo di ricchezza per noi sia in termini di commercio che di turismo religioso e non solo. E’ una misura di lockdown nascosta perché, evidentemente, non c’è la forza economica di sostenere una chiusura imposta delle attività commerciali ed imprenditoriali, come accaduto nella fase uno. Ma di questo passo, il fallimento sarà generale». De Angelis chiede maggiori controlli «sia all’interno che all’esterno dei locali. Se ci sono ristoratori, operatori commerciali, clienti che non rispettano le norme vanno puniti e sanzionati. Ma sparare nel mucchio così come si sta facendo, è sbagliato e significa ammettere che non c’è la forza istituzionale di far rispettare le regole. Non chiediamo alle forze dell’ordine di fare miracoli, ma di coinvolgere in un progetto più ampio ex appartenenti alle forze dell’ordine magari in pensione da poco per impiegarli in un controllo sensibile ma capillare dei nostri comuni. Ed in ogni caso perché quel che vale a livello nazionale, e cioè a chiusura dei locali a mezzanotte e la possibilità, fino allo stesso orario, di fare l’asporto, deve valere in Campania». Sbagliato poi immaginare le stesse misure restrittive per tutto il territorio campano. «Non ha alcun senso paragonare territori talmente diversi e per densità abitativa e per numero di contagi, e chiudere tutti a prescindere. L’emergenza oggi si registra soprattutto a Napoli e dintorni, in Irpinia è ancora gestibile e controllabile. Il distanziamento sociale nei nostri comuni è praticamente naturale, viviamo ancora di piccolo commercio, di attività rurali, di botteghe locali. Un uomo saggio, quale De Luca si è rivelato nella fase uno, tutela le zone più a rischio ma non per questo affossa tutto il territorio. L’emergenza, in questa fase va affrontata dove c’è, con provvedimenti mirati perché la salute delle persone è la priorità delle priorità, ma non si può spegnere il motore a la regione a prescindere dalle peculiarità ambientali e sanitarie. De Luca faccia marcia indietro finché è in tempo, altrimenti ci condanna tutti al fallimento».

 

 



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