Carlotta Cerri: partire da noi stessi, una genitorialità diversa è possibile

0
10


“Partire da noi stessi per diventare dei genitori migliori”. E’ l’invito che lancia Carlotta Cerri, autrice di “Cosa sarò da grande”, presentato questo pomeriggio presso Italiana Assicurazioni. “Dobbiamo concentraci sul comportamento di noi genitori – spiega Carlotta nel corso del confronto moderato da Ortensia Ferrara – piuttosto che su quello dei nostri figli. L’educazione che abbiamo ricevuto è sempre stata basata sul desiderio di controllare i nostri figli e imporre loro delle regole. Ma siamo chiamati a fare un passo diverso. Per aiutare i nostri figli a diventare le persone che vorranno essere dobbiamo prima essere noi le persone che vogliamo essere. Se non mi apprezzo, non mi stimo, non mi prendo cura di me, non mostro loro un modello di madre che è capace di essere felice e di prendersi il suo tempo, come farà mia figlia a diventarlo. Ecco perchè dobbiamo ripartire da ciò che siamo. E’ chiaro che il titolo “Cosa sarà da grande” si riferisce a noi adulti e presuppone un cambio di mentalità. Basta con la cultura delle gerarchia, dell’obbedienza, sì ad una relazione basata sulla fiducia e sulla collaborazione. A chi mi replica dicendo che in questo modo i figli cresceranno maleducati replico dicendo che non significa che non esistono regole o che la nostra volontà conta meno della loro. Semplicemente rispettiamo  i bambini come persone, insegniamo a fare delle scelte perchè vogliono fare quella cosa e non perchè sono obbligati. Se insegno loro a rispettare una certa regola attraverso la punizione la rispetteranno solo perchè hanno paura di me. Ma io non devo obbligarli a dire grazie, devo insegnare loro attraverso il mio esempio, mostrando loro che quando dico grazie le persone mi sorridono e io sto meglio. In questo modo lo avranno imparato davvero e quando si troveranno di fronte alla possibiltà di parcheggiare in uno spazio riservato ai disabili sceglieranno di non farlo. Devo scegliere di fare qualcosa perchè voglio farla e non perchè mia madre mi dice di farlo. Se li responsabilizziamo i ragazzi sono capaci di gestire le proprie emozioni. Ci fanno tantissimi complimenti perchè i nostri figli sono educati. Ma abbiamo ottenuto questo risultato educandoli a fare delle scelte, insegnando loro che il comportamento riflette chi sono”

Sulla difficoltà di essere genitori oggi sottolinea “come è chiaro che è difficile perchè ci si ostina a farlo con i vecchi metodi educativi. Mentre la genitorialità è qualcosa di natyrale se è basata sulla fiducia e collaborazione, su un gioco di squadra e non su un me contro te. Tuttavia, tutti tendiamo ad educare seguendo i metodi usati dai nostri genitori, mentre dobbiamo innanzitutto capire che c’è un altro modo, che c’è un’alternativa. Dobbiamo metterci in ascolto. Io punto molto sul senso di colpa che provano i genitori nel rimproverare o urlare ai propri figli. Quel senso di colpa ci dice che non ci piace quel comportamento e che possiamo rompere la relazione e cercare altri strumenti. Quando mia madre ha letto il libro ha detto che ce l’aveva con sè stessa perchè avrebbe voluto educarmi in questo modo ma tutti intorno a lei usavano un diverso metodo educativo. Io le ho fatto notare che non le è mancato il coraggio ma gli strumenti. Oggi ci sono tanti strumenti che ci consentono di educare diversamente e abbiamo la responsabilità moral di usarli”. Spiega come “ugualmente mia madre mi ha trasmesso un esempio positivo quando a 40 anni ha avuto il coraggio di cambiare lavoro e mettersi in gioco, mi ha trasmesso il valore della libertà di scegliere che ho declinato in tutti gli aspetti della mia vita”

 


Post Views: 32

Previous articleElegia per Calypso, il mito per raccontare il viaggio: quella tensione tra partire e restare



Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here