Capuano: “Quando parlo di Avellino mi commuovo, sapevo che i tifosi si sarebbero ricreduti su di me” – IL CIRIACO

0
174


Il campionato di Lega Pro è fermo e difficilmente potrà riprendere. In attesa di decisioni definitive in tal senso, Eleven Sports sulla sua pagina Facebook continua ad ascoltare i protagonisti di questa Serie C 2019/20. Oggi è toccato al tecnico dell’Us Avellino, Ezio Capuano.

Così il mister biancoverde ha vissuto i due mesi di lockedown: “Sono stati due mesi in cui non sono uscito di casa. Sono a Pescopagano dove le regole sono state applicate a dovere. In questo periodo mi sono aggiornato con i miei calciatori: nel primo mese e mezzo mi son sentito quotidianamente con collaboratori e giocatori, poi quando comprendi che ci sono poche possibilità di riprendere il campionato, anche dare l’adrenalina ai ragazzi è difficile. All’inizio di questo periodo vedevo le 8 squadre da affrontare in caso di ripresa, poi ho visionato giocatori che non conoscevo. Ho studiato strategie per la nuova stagione: insomma, non ho perso tempo“.

Tante domande su quella famosa frase relativa a Mertens: “In 30 anni di carriera si parla sempre di quello, evidentemente è l’unico errore che ho fatto. Auriemma mi fece una domanda su di lui, non lo conoscevo. Dissi che c’era in Insigne con quelle caratteristiche, ma era una caciara, affermai che non avrebbe fatto più di 8 partite. Il primo anno non fece sfracelli, poi spostato da centrale ha dato il meglio di sé. Ma ha ampiamente dimostrato di essere un fenomeno. In quel frangente mi fidai dell’istinto, feci un po’ il fenomeno“.

Capuano ha allenato tantissime squadre, tutti lo ricordano con affetto: “Mi fa piacere essere ricordato dovunque ho allenato. Ho iniziano nell’89-90 a livello agonistico. Non sono mai stato fermo perché probabilmente il valore dell’uomo ha superato quello dell’allenatore. Il personaggio che tutti mi hanno affibbiato è derivante anche dal mio essere fanciullo, perché come allenatore nasco a 24-25 anni, se avessi iniziato più tardi non avrei fatto qualche errore da adolescente. Non mi piace essere etichettato come personaggio: dopo aver fatto tante esperienze, posso dire che questa etichetta ha danneggiato la mia carriera. Ritengo che l’allenatore è come un direttore di azienda: gli si chiede il risultato in base a quello che gli viene messo a disposizione, ma soprattutto le plusvalenze dei giocatori, soprattutto in queste categorie. Non posso essere sempre stato fortunato in carriera. Mi dà grande soddisfazione vedere giocatori abbandonati arrivare in nazionale: ora tutti parlano di Parisi, Micovschi, Silvestri e Garofalo. Perché non si parla di uno anche più grande come Laezza? E’ un 1993, ma ha prospettive altissime. Un allenatore bravo, a prescindere dal risultato, deve far sì che una società possa fare delle plusvalenze, e negli anni ne potrei elencare tantissime. Nonostante ciò si parla sempre del Capuano personaggio, che ha adombrato il Capuano allenatore: ma ho ancora tempo per rifarmi in questo senso. Non sono uno yes man, è vero, ma ho sempre difeso il popolo che ho allenato, è per questo che vengo amato dovunque vado. Ho preso la Sambanedettese all’undicesimo posto portandola al secondo, ma non mi fu concesso di fare i playoff: che male avevo fatto? Forse ero diventato più popolare di qualche altra persona“.

C’è chi lo definisce il Conte della Serie C: “Antonio è mio amico, è fortissimo. Ho fatto la tesi del master a Coverciano sul 3-5-2, quando la moda all’epoca era il 4-2-3-1. Ho iniziato con il 4-3-1-2 per poi passare al 3-5-2 o 3-4-1-2: credo sia il modulo migliore per la fase difensiva, ovviamente dipende dagli interpreti. Ad Avellino a un certo punto ho cambiato dal 3-5-2 al 3-4-3 per Micovschi, portandolo più avanti, migliorando così anche Parisi. Un allenatore si deve adattare a ciò che ha“.

Diversi calciatori dell’Avellino sono esplosi sotto la sua gestione: “Parisi è un fenomeno, un giocatore tra i più forti d’Italia come esterno sinistro di centrocampo. E’ un ragazzo eccezionale, come pochi, ha qualità illimitate e credo che sia destinato ad altissimi livelli. Deve migliorare alcune cose, ma tanti bravi allenatori miglioreranno queste situazioni. Lo paragono a Lazzari della Lazio. Micovschi fisicamente sta benissimo, ma per la C è una meteora, è un giocatore di categoria superiore. Charpentier? Si sta riprendendo, speriamo possa restare con noi anche l’anno prossimo. Mi fa piacere la crescita di Di Paolantonio, così come quella di tanti altri giocatori“.

La storia con l’Avellino iniziò con le proteste dei tifosi, ma con il lavoro quotidiano ha fatto ricredere anche i più scettici: “Al mio arrivo dissi che l’Avellino era come il Real Madrid? E’ così per tutte le squadre che ho allenato, anche il Rieti dell’anno scorso. Quando sposo un progetto sono tutte Real Madrid e Barcellona. L’Avellino l’ho sempre cercato: per 13-14 anni quell’esultanza a Castellammare non mi ha fatto benvolere dai tifosi, ero inviso alla piazza in maniera ingiusta. Sono arrivato nel momento peggiore per i risultati e per la situazione societaria: nessuno avrebbe accettato senza la voglia che avevo io. Feci firmare il mio collaboratore gratis, per far capire quanto volevo Avellino, sapevo che avrei fatto cambiare idea anche ai tifosi. Quel sogno è diventato realtà, Avellino è qualcosa che non riesco a descrivere: l’affetto di tutta l’Irpinia è sconfinato. Quando parlo di Avellino mi commuovo: la gente mi diceva che ero pazzo, ma non ho pensato a nulla, era qualcosa che desideravo troppo. Ho resistito a vari cambi societari. E grande merito va al direttore Salvatore Di Somma. Se potremmo vincere i playoff in caso di ripresa? Sono uomo di campo, vorrei allenare domattina, ma credo che sia impossibile rispettare i protocolli: tanta gente è scomparsa, il pallone va in secondo piano. Anzi faccio i complimenti a Ghirelli: mettere d’accordo tante società sembrava impossibile. Fosse stato per me avrei fermato il campionato qualche settimana fa per programmare al meglio la prossima stagione. Se non fosse successo tutto questo avremmo dato fastidio a molti: eravamo a 3 punti dal Catanzaro e a 1 punto dalla Viterbese, ed entrambe dovevano venire ad Avellino. Voglio fare un appello: leggo tante stronzate, ma giocatori di C e D devono far vivere le famiglie e guadagnano poco. L’anno prossimo ci saranno delle difficoltà, pensando anche che percepiscono gli stipendi trimestralmente: come devono fare? Capisco anche i presidenti, le cui aziende di famiglia sono state intaccate duramente: dobbiamo aiutarci l’un l’altro. In tutto questo la famiglia D’Agostino non è stata ferma: ha allineato alle proprie aziende l’Avellino, ha messo apposto la fase amministrativa e giuridica”.

LEGGI ANCHE:

Lega Pro, ecco perché non ha senso ricominciare – IL CIRIACO – Quotidiano on line di Avellino e Provincia

Il prossimo 7 maggio si terrà la tanto attesa assemblea della Lega Pro, dalla quale dovrebbe emergere una proposta definitiva sulla ripresa o meno del campionato da sottoporre al Consiglio Federale. In attesa di un responso in tal senso, è doveroso sottolineare quanto sarebbe inopportuno, allo stato attuale, ricominciare il campionato di Serie C.

Us Avellino, definito il corpo giuridico del modello di amministrazione – IL CIRIACO – Quotidiano on line di Avellino e Provincia

Nell’ottica del perseguimento della messa in sicurezza giuridica dell’ Us Avelino 1912 srl, sia nei rapporti con l’esterno sia nei rapporti con i propri dipendenti, tesserati e calciatori, è stato approvato, e qui di seguito pubblicato, il documento contenente l’elenco delle fattispecie di reato previste dal D. Lgs. 231/2001.



Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here