Botte, minacce e sequestro di persona: la Cassazione conferma la condanna per due giovani irpini

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Botte, minacce e sequestro di persona per i debiti di droga: i giudici della II Sezione Penale della Corte di Cassazione hanno confermato la sentenza di secondo grado emessa per K.D.V e S. L. apportando parziali modifiche al giudizio di Appello, respingendo i ricorsi presentati dagli avvocati Gaetano Aufiero e Costantino Sabatino. I reati  emersi da un’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Avellino.

La Corte di Appello di Napoli, lo scorso 10 luglio, ha emendato la condanna di primo grado inflitta a K.d.V, condannandolo a cinque anni e due mesi di reclusione, e a S.L. condannata a quattro anni e quattro mesi di reclusione. I giudici hanno accolto l’appello presentato dal pm della Procura di Avellino, Luigi Iglio, contro la sentenza del Tribunale di Avellino, che in un processo con rito abbreviato aveva assolto entrambi gli imputati dall’accusa di concorso in estorsione e sequestro di persona, sebbene li avesse condannati per altri reati.

Il Tribunale aveva inflitto a S.L. una pena di tre anni e quattro mesi e a K.D. una pena di quattro anni e nove mesi (assistito dagli avvocati Gaetano Aufiero e Gerardo Santamaria) al termine dei procedimenti abbreviati. Il giudice dell’udienza preliminare aveva riconosciuto a quest’ultimo una continuità tra i reati di tentata estorsione, lesioni e detenzione di armi. Alla fine, entrambi gli imputati sono stati assolti dall’accusa di sequestro di persona con la formula “perché il fatto non sussiste” e dall’accusa di estorsione consumata con la formula “per non aver commesso il fatto”. Attualmente, i magistrati della Corte di Cassazione hanno confermato, escluso un solo capo d’imputazione, il verdetto di secondo grado.


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