Alto Calore, il Pd cerca un manager esperto per il ruolo di amministratore unico, ma forse il Governatore De Luca l’ho già in mente?

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Il  prossimo 21 marzo,  è stata convocata l’assemblea dei soci di Alto Calore – Comuni e Provincia- che dovranno designare il nuovo amministratore unico,  dopo le dimmissioni  di Michelangelo Ciarcia.  In un clima alquanto bollente, i partiti si preparano  a questo appuntamento cruciale per l’ente di corso Europa: individuare una figura in grado di  guidare la società verso la definitiva approvazione del concordato preventivo.
L’indicazione data dal presidente della Provincia Buonopane di un “manager  competente ed esperto del settore, lontano dalla politica e preferibilmente non  irpino” cozza con la proposta del vicesindaco di Guardia Dei Lombardi Francantonio Rossi, che propone Stefano Sorvino, direttore generale dell’Arpac ed ex presidente dell’Alto Calore. Una proposta seppur  valida quella del vicesindaco del comune irpino, ma non applicabile in virtù della legge n°39 del 2013, in quanto il dg dell’Arpac, ha compiti di controllo su Alto Calore, sia sull’erogazione dell’acqua potabile, sia per gli scarichi in corsi d’acqua pubblici.
Ma il nome del successore di Ciarcia non sarà un ex presidente dell’Alto Calore.  A ribadirlo  il presidente Rino Buonopane, che  annuncia che in assemblea sarà sottoposto, un solo profilo di alto spessore. Il nuovo manager, però potrebbe essere già stato individuato  dal governatore della regione Campania Vincenzo De Luca.  Ipotesi, non tanto distante dalla realtà, perchè la richiesta di un  tecnico compente e di esperienxa, non irpino, avanzata dal sindaco di Montella,  fa pensare che forse  da palazzo Santa Lucia potrebbe essere stato suggerito già un papabile candidato  alla guida dell’ente. D’altronde se  la linea espressa dal Pd è quella di  un manager di alto profilo, preferibilmente non irpino non  sarebbe stato più naturale promuovere una manifestazione di interesse a livello nazionale con requisiti soggettivi dimostrabilli per garantire all’Alto Calore  un manager di Alto profilo?
Intanto stasera ad Avellino, presso la sede  Pd di via Tagliamento  si è svolta una riunione del Pd a cui hanno partecipato il segretario provinciale Nello Pizza, il presidente della Provincia Rino Buonopane, il consigliere regionale Maurizio Petracca, ancher l’ex ad Michelangelo  Ciarcia  e una ventina di sindaci.  Al termine della riunione ribadita la volontà di convergere su un manager di consolidata esperienza su cui trovare, durante l’assemblea dei soci, fissata il 22 marzo, la più ampia condivisione e l’eventuale designazione del successore  a Ciarcia.

Anche perchè il nuovo amministratore unico  si ritroverà  a dover gestire subito,  una situazione  difficile, sia per gli ultimi risvolti giudiziari, sia per la condizione finanziaria  poco rassicurante. Sedici gli  avvisi di conclusione delle indagini preliminari firmati dai pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio sono stati notificati dai militari del Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Avellino,  nell’ambito dell’inchiesta sull’Alto Calore per la formazione 4.0. L’indagine è quella relativa ai presunti corsi fantasma all’Alto Calore, che hanno portato dopo la misura interdittiva firmata dal Gip Francesca Spella, alle dimissioni dell’amministratore unico Michelangelo Ciarcia.  Le contestazioni a vario titolo per gli indagati vanno dall’ indebita compensazione, in concorso con le sei diverse società, che si sono occupate tra il 2019 e il 2021 della formazione dei dipendenti rispetto alle tecnologie 4.0, che in realtà secondo l’accusa non sarebbero mai stati in effetti svolti.  Alla contestazione di indebita compensazione si collega anche quella di emissione e l’utilizzo  di fatture per operazioni inesistenti. Contestato a Ciarcia anche l’accusa di peculato e le false comunicazioni sociali, relativamente all’iscrizione in bilancio delle somme compensate illecitamente.

Non va di certo meglio sul fronte finanziario. Sull’ente di corso Europa  pende una procedura di concordato preventivo innanzi al Tribunale di Avellino, maturata in seguito all’istanza di fallimento, avanzata dalla Procura della Repubblica del capoluogo, a seguito dell’accertamento di un’esposizione debitoria di circa 150 milioni di euro nell’anno nel 2021, salita a 200 milioni secondo l’ultimo bilancio.Il passivo evidenzia un patrimonio netto pari a 69 milioni di euro e un totale delle esposizioni debitorie di 168.475 milioni, di cui i debiti a breve termine rappresentano l’ 85,96%. Il quadro negativo è completato dall’aumento delle spese per l’energia elettrica, salite di 8 milioni di euro rispetto al 2020 e arrivate a toccare i 21 mln di euro l’anno, destinate addirittura a salire. Il bilancio si è chiuso con una perdita di 33 milioni, evidenziando un peggioramento rispetto all’esercizio precedente in cui si registra un utile di 44 milioni di euro.

Inoltre a breve si conoscerà l’esito del concordato preventivo in continuità per la società di Corso Europa, presentato alla Sezione Fallimenti del Tribunale di Avellino, dall’ex manager Ciarcia: la votazione all’assemblea dei creditori, fissata per il 7 maggio, stabilirà la proposta di saldo percentuale degli importi: 180 milioni di euro di debito.

Michela Della Rocca

 



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