Un’altra strada per la Campania è possibile (di R. Montefusco) – IL CIRIACO

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Roberto Montefusco, Sinistra Italiana

La tornata elettorale che si appresta a vivere la Campania sarà uno snodo assai delicato per la nostra regione, per le implicazioni che essa contiene sul piano politico e sociale. Avevamo posto, nei mesi scorsi, la necessità per la Campania di un campo politico largo ed inclusivo, partendo dallo schema delle forze che hanno dato vita al Governo nazionale. Un campo che potesse segnare discontinuità e rinnovamento rispetto a questi cinque anni di Governo regionale, consapevoli delle enormi criticità che hanno segnato quel ciclo politico. Pensiamo alle vicende della sanità, dove in realtà è proseguita l’opera di smantellamento dei presidi sanitari cominciata con Caldoro, con un prezzo assai elevato pagato proprio dalle aree interne della regione, e con le ombre molto pesanti che si addensano sull’Asl Napoli 1, dove ci si augura che arrivi al più presto un definitivo pronunciamento del Ministero dell’Interno e del Governo sulla richiesta di Commissariamento. E pensiamo alle questioni ambientali, con la promessa dello smaltimento delle ecoballe rimasta sostanzialmente tale, senza alcun tangibile risultato, senza una strategia di intervento chiara sulle emergenze di questa regione colpita in questi anni da una autentica devastazione del proprio territorio, come denunciato dalla rete di associazioni “stop biocidio” con la partecipata manifestazione dello scorso 6 giugno. L’elenco potrebbe continuare, ad esempio sui tagli al trasporto pubblico e sulla progressiva riduzione della qualità dei servizi.

Tutto questo non può essere cancellato dai mesi dell’emergenza sanitaria e dalla propaganda del Presidente della Regione. I numeri sono chiari: l’intero Mezzogiorno, fortunatamente, è stato colpito in misura assai ridotta rispetto ad altre aree del Paese, con dati sostanzialmente omogenei per tutte le regioni meridionali. In Campania si sono, semplicemente, adottate le misure indicate dal Governo nazionale ed è assai arduo immaginare che alcune ordinanze scenografiche adottate da De Luca, da quelle che restringevano gli orari delle passeggiate, a quelle che ritardavano l’apertura delle librerie, alla stessa evocazione dell’ esercito, che fortunatamente poco si è visto e poco ha avuto da fare, abbiano mutato i destini sanitari della regione.

Dal punto di vista politico è chiaro che il Presidente della Regione ha utilizzato l’emergenza per blindare la propria ricandidatura, su cui oggi convergerebbero sedici sigle politiche.

Il Patto della Stazione Marittima è la rappresentazione plastica di ciò che sta accadendo: un enorme carrozzone direttamente convocato dallo staff del Governatore, con un Pd incapace di qualunque autonoma iniziativa, su cui grava la responsabilità di non aver voluto affrontare i nodi politici della vicenda campana, con un surreale protagonismo del sindaco di Benevento Mastella, insieme a Pomicino e De Mita parte determinante di un uno schieramento che definire di centro-sinistra è operazione assai ardua anche per chi fosse dotato della migliore fantasia. Con esponenti provenienti da Fratelli d’Italia come Ascierto, o di chiara estrazione di centro destra come Gioacchino Alfano. Quale sia, dentro questo schema, il margine di azione politica, di autonomia, per quei pezzi di sinistra che a quel tavolo si sono seduti è sotto gli occhi di tutti. Mi auguro che ci siano ancora margini per un ripensamento, prima di imbarcarsi in una avventura dagli esiti politici abbastanza scontati. In questo quadro è necessario costruire una proposta politica diversa, che veda in campo le forze che a sinistra non si riconoscono nel calderone prima descritto, esperienze come quella del sindaco di Napoli De Magistris, e lo stesso Movimento Cinque Stelle che in questi anni ha condotto battaglie di opposizione e con cui si condivide una maggioranza di Governo nazionale. Occorre fare presto, sciogliere nodi politici che non mancheranno, e dare a questa Regione un’altra strada, un’altra possibilità, alternativa al campo di De Luca e alla destra sovranista a trazione salviniana.

L’argomento dell’argine alla destra non solo non può legittimare trasformismi e gattopardismi con cui, semplicemente, la politica annega, ma rischia, se non accompagnato da una proposta politica in grado di rispondere a istanze di emancipazione, di cambiamento, di riscatto, di essere un argomento vuoto e sterile. Dunque, è il momento di una alternativa, di costruire un’altra strada, un altro orizzonte.

di Roberto Montefusco

Coordinatore provinciale Sinistra Italiana

 



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