Traffico internazionale rifiuti: vertici dogane di Salerno e funzionari tra gli arrestati – IL CIRIACO

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Sono 39 le persone destinatarie di una misura cautelare in carcere con il beneficio dei domiciliari firmata dal gip di Salerno, che ha anche messo 21 divieti di dimora 9 misure interdittive dall’esercizio della professione nell’ambito dell’inchiesta “denominata Tortuga” su un traffico internazionale di rifiuti che ha origine al porto di Salerno ed interessa anche le province di Avellino, Caserta e Napoli.

Il provvedimento cautelare e l’iscrizione nel registro degli indagati riguarda 17 funzionari doganali tra cui il direttore S.F. le sue iniziali, e il suo vice, F.P. , 6 funzionari sanitari, 22 spedizionieri, 10 operatori portuali, 2 avvocati, un dipendente amministrativo della procura salernitana e un militare della Guardia di Finanza, nonche’ 10 privati cittadini.

Tra i reati contestati, oltre quelli di corruzione, peculato, traffico internazionale di rifiuti e ricettazione, ci sono anche il contrabbando di tabacchi lavorati esteri, l’accesso abusivo al sistema informatico, la rivelazione di segreto d’ufficio, il falso in atto pubblico, il traffico di influenze illecite e il favoreggiamento personale, tutti commessi all’interno dell’area del porto di Salerno. L’indagine e’ partita da una segnalazione dell’Ufficio europeo anti frode per un sospetto contrabbando di tabacco per narghile’ in transito appunto per lo scalo portuale salernitano

Le indagini, coordinate dal pm Elena Guarino e dal procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale,, sono cominciate il 16 aprile di due anni fa e si sono concluse nell’agosto successivo, concentrandosi su quattro attivita’ illecite in particolare. La segnalazione dell’Olaf era relativa a 5 tonnellate di tabacco per narghile’, carico, solo in apparenza, destinato al Marocco. Le intercettazioni telefoniche e ambientali audio e video all’interno degli uffici doganali hanno mostrato come il tabacco fosse giunto solo sulla carta negli spazi doganali per la successiva esportazione. I funzionari doganali corrotti avrebbero fittiziamente registrato il carico in uscita, attraverso il cosiddetto allibramento, dall’ufficio doganale di Salerno mentre sarebbe stato immesso illecitamente sul mercato con un’evasione dei diritti doganali stimata in oltre 1,2 milioni di euro, spiega il procuratore capo Giuseppe Borrelli. Il direttore ad interim dell’ufficio delle Dogane e il suo vice, F.P., insieme con altri funzionari doganali, hanno anche tentato di eludere le indagini omettendo di denunciare all’autorita’ giudiziaria.

Coinvolti due spedizionieri doganali e sette soggetti di etnia africana interessati ai carichi il traffico internazionale di rifiuti emerso nell’ambito della maxi-operazione scattata all’alba di oggi in Campania che ha visto impegnati 250 militari della Guardia di Finanza di Salerno. Sequestrate oltre 60 tonnellate di rifiuti, speciali e non, oltre 1.000 pannelli fotovoltaici e circa 100 accumulatori di energia elettrica di provenienza furtiva e destinati al continente africano.

A due avvocati del foro di Salerno e di un dipendente del Ministero della Giustizia viene contestato un illecito accesso ai sistemi informatici e la divulgazione di dati riservati legati al procedimento penale per acquisire informazioni non autorizzate nell’interesse dei funzionari doganali che temevano di essere coinvolti nelle indagini in corso. Una misura interdittiva e’ stata notificata anche a un militare della Guardia di Finanza che, in concorso con un funzionario doganale, avrebbe attestato fittiziamente il rientro di merci temporaneamente esportare, in realta’ mai transitate nel porto di Salerno.

Secondo la Procura di Salerno, inoltre, ci sarebbero stati accordi corruttivi finalizzati a predisporre controlli fittizi sulle merci sottoposte a verifica, sia dal punto di vista amministrativo che da quello sanitario. In particolare sarebbero state versate somme di danaro o altre utilita’ a funzionari compiacenti che, in cambio, non avrebbero svolto i loro compiti istituzionali. Nel corso delle indagini sono stati appurati anche diverse azioni predatorie su merci allocate nei container: in un brevissimo arco temporale sono stati appurati 53 episodi di appropriazione indebita di merci. Oggetti anche di scarso valore ma che, ha sottolineato il generale della Guardia di Finanza, Danilo Petrucelli, “evidenzia la mancanza di rispetto nei confronti della cosa pubblica”. Prezioso ai fini delle indagini e’ stato il contributo della Direzione Centrale Antifrode e Controllo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma che ha anche partecipato all’esecuzione della misura nei confronti dei propri dipendenti. Fondamentali ai fini investigativi sono risultate le intercettazioni telefoniche e ambientali audio/video all’interno degli uffici doganali.

 



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