Todisco: i vescovi da Mattarella? Nessuna ingerenza, anzi uno stimolo e noi già collaboriamo – IL CIRIACO

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Francesco Todisco

Non c’è alcun tentativo di sostituzione o voglia di ingerenza. La visita dei Vescovi delle aree interne al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è invece l’occasione per tenere viva una questione fondamentale per il futuro del Mezzogiorno e stimolare la politica a farne un’occasione di dibattito vero e soprattutto momento di confronto per mettere sul tavolo delle proposte concrete. Ne è convinto Francesco Todisco, consigliere delegato del Governatore De Luca per le aree interne che anzi immagina di dare corpo a questa iniziativa dopo aver coinvolto direttamente i vescovi nella discussione sullo sviluppi delle aree interne. «La visita dei Vescovi a Mattarella – dice – è da considerarsi senza dubbio un fatto molto positivo. Del resto avevo partecipato ad una iniziativa che si svolse a Benevento dopo la pubblicazione del primo appello dei vescovi («Mezzanotte del Mezzogiorno» era il titolo della lettera-documento nel maggio 2019 ndr). E proprio in quella sede – ricorda – ufficializzammo l’avvio di questo dialogo attraverso il tavolo di programmazione per le aree interne, una cosa mai sperimentata prima di allora». Un dialogo che sta continuando grazie alla presenza fissa dei rappresentanti dei Vescovi delle aree interne, monsignor Arturo Aiello per Avellino e monsignor Felice Accrocca, al tavolo della discussione». Dunque una presenza fissa che non va intesa come un tentativo di entrare in una sfera che non compete alla Chiesa, «ma come una sollecitazione al decisore politico a farsi carico delle questioni che riguardano le zone interne che, soprattutto dopo questa emergenza , rischiano di essere ancor più in difficoltà in particolare per quello che riguarda lo spopolamento dei territori». Una sollecitazione che la politica dovrà recepire e in fretta, come hanno ribadito gli stessi prelati (oltre ad Aiello e Accrocca ci sono Domenico Battaglia, vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti; Pasquale Cascio, arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia; Sergio Melillo, vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia e  Padre Riccardo Guariglia, abate di Montevergine) nella nota di presentazione della visita invitando a “fare rete”. «Sono assolutamente d’accordo – dice Todisco – e credo che occorra partire da un punto fondamentale ovvero la necessità dell’elaborazione di un pensiero che superi il clichè delle zone interne come vengono intese, magari belle e forbite espressioni che nascondono ragionamenti vuoti. Quello che occorre, invece, è un ragionamento complessivo che riesca finalmente a liberarci dalla visione delle zone interne come una riserva indiana nella quale rifugiarci per gustarci il paesaggio, respirare aria pura e apprezzare il turismo lento. Questi sono aspetti che può apprezzare chi vive in città o in zone densamente abitate, ma chi vive qui ha bisogno di altre risposte. E allora va costruito un avamposto di una politica più generale puntando sulla infrastrutturazione digitale con la quale si possono ampliare funzioni come, ad esempio, lo smart working e la telemedicina e pensare di avviare una stagione nuova».

 



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