Terremoto, Conte ricorda Zamberletti. Il Ministro Lamorgese omaggia il Prefetto Sorvino – IL CIRIACO

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Dopo il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (leggi qui), a ricordare il sisma del 23 novembre 1980 arrivano anche i messaggi del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Due video messaggi trasmessi nell’ambito del documentario prodotto dalla Regione Campania e realizzato dalla Scabec, “Terremoto dell’Irpinia 40 anni dopo” in collaborazione con la Provincia di Avellino.

 “Il violento terremoto che colpì l’Irpinia rimane una delle ferite più profonde dell’intera comunità nazionale – ha detto Conte- alle vittime e ai feriti si aggiunse il dramma di oltre 300.000 sfollati le cui sofferenze e disagi si sono protratti nel tempo. E’ infatti impossibile negare l’esasperante lentezza che ha accompagnato il processo di ricostruzione che rappresenta ancora oggi una macchia difficile da cancellare. E’ anche per non ripetere questi errori che il Governo ha profuso il massimo impegno nella ricostruzione dei territori investiti dei terremoti che negli ultimi anni hanno colpito varie zone dell’Italia. Insieme al dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio, abbiamo istituito un tavolo permanente a Palazzo Chigi con tutti i commissari e le strutture in prima linea nel lavoro di ricostruzione. Abbiamo già avviato un lavoro di coordinamento con l’obiettivo di uniformare le procedure che accompagnano i processi di ricostruzione. Si tratta di una delle eredità più importanti che questo Governo vuole lasciare per il futuro del Paese. L’obiettivo è quello di realizzare un sistema delle ricostruzioni sulla scia della struttura pensata e realizzata al compianto Giuseppe Zamberletti in occasione del terremoto in Irpinia. Guidò con silenzioso eroismo la macchina dei soccorsi: quella fu la premessa di una moderna struttura di Protezione Civile di cui dispone oggi il Paese in cui Stato ed enti locali sono chiamati a fare sistema. Come è noto in Irpinia il disastro naturale raggiunse ulteriore danno sociale che toccò alle comunità sopravvissute, con episodi anche di immigrazione che finirono per distinguere quelle terre. Eppure in occasione del quarantennale di quella tragedia ritengo opportuno ricordare lo sforzo di tutti coloro che accorsero da ogni parte d’Italia in uno straordinario spirito di solidarietà per prestare i soccorsi ed affiancare lo sforzo dello Stato. Un impulso prezioso per il cammino di rinascita arrivò proprio grazie alla generosità degli italiani e dei tanti paesi esteri, dall’impegno costante dei sindaci e degli amministratori locali, dall’intervento delle forze armate, della Chiesa, del volontariato. Questo dimostra come le capacità del nostro Paese di reagire alle calamità naturali abbiano sempre dato la misura della coesione nazionale nel riconoscersi in un destino comune. Ed è proprio dalle comunità e dalle famiglie colpite dal sisma che abbiamo appreso la lezione più grande, ovvero che l’Italia sa rialzarsi e ripartire. Ecco allora che l’esempio che arriva dal passato deve incoraggiarci ancor di più nell’affrontare il nostro presente segnato dalla lotta a questa terribile pandemia. Ci ricorda l’importanza di abolire le divisioni, superare le fragilità, trovare sempre più numerose forme di collaborazione e di confronto per sconfiggere questo virus. Il 23 novembre 1980 si è trattato di ricostruire un intero territorio e di ridare fiducia alla comunità. Oggi, invece, dobbiamo ricostruire la speranza. Sono sicuro che anche questa volta uniti ce la faremo”.

Un evento che, sottolinea il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, è rimasto impresso nella mente di tutti gli italiani ma nella sua in particolare perché “ho vissuto per cinque anni ad Avellino e sono molto legata a questa terra. Tra l’altro sono lucana e quel terremoto purtroppo colpì duramente anche la Basilicata, quindi io ricordo quelle immagini in bianco e nero dei paesi distrutti e di coloro che cercavano di operare in tutti i modi per salvare le persone sotto le macerie. E non dimenticherò mai il titolo de Il Mattino, “Fate Presto”: era verissimo. Occorreva fare presto. Indimenticabile  l’appello del presidente della Repubblica Sandro Pertini che rappresentò la spinta morale alla solidarietà. In quel periodo era capo di gabinetto della prefettura di Avellino il dottor Guido Sorvino, poi nominato prefetto e poi successivamente vice del commissario per l’emergenza Zamberletti. Anche a lui va un doveroso ricordo perché il dottor Sorvino, che ci ha lasciato nel 2015, rappresenta tutti coloro che hanno operato in quel frangente. Parlo delle forze di polizia, dei vigili del fuoco, dei militari. Da quel momento in poi la protezione civile ha cominciato ad avere sempre più degli aspetti moderni in grado di far fronte a tutte le emergenze. Oggi abbiamo una delle migliori protezioni civile che, insieme ai Vigli del Fuoco, può davvero garantire, nell’emergenza, la maggiore efficienza e la maggiore attività di immediatezza nelle operazioni di soccorso”.

 



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