Summer Festival Avellino, Cipriano: “Continua ad esserci poca chiarezza e trasparenza”

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Sul concertone del 16 Agosto ad Avellino si infiamma il dibattito politico tra maggioranza ed opposizione. Sulla polemica che sta accompagnando l’evento  e più in generale la programmazione degli eventi estividel summer festival interviene il consigliere di opposizione Luca Cipriano.

“Il Ferragosto avellinese e in particolare sul concertone del 16 agosto – spiega  Cipriano – continua ad esserci poca chiarezza e trasparenza, elementi che si affiancano alla sproporzione della spesa che supera il milione e trecento mila euro, una cifra che, se spalmata su tutto l’anno, avrebbe consentito di investire cento mila euro al mese, garantendo alla città la possibilità di vivere di tantissimi eventi culturali. Invece, il sindaco ha scelto di spendere un milione e trecento mila euro in poco più di tre settimane con procedure e selezioni degli affidamenti che lasciano tanti dubbi sul piano di correttezza e trasparenza. Abbiamo già chiesto conto al sindaco Gianluca Festa e all’assessore Luongo delle spese per il Ferragosto, ma se non dovessimo avere risposte esaurienti, non esiteremo a sollecitare le autorità competenti, sono cifre troppo grandi per passare inosservate”

 “Inoltre, è importante che la gente sappia che le risorse investite per il Ferragosto non sono fondi vincolati alle attività estive, sono stati quindi sottratti alla pulizia della cittò, all’erogazione di servizi sociali e alla manutenzione di immobili popolari, sono soldi che arrivano dal reddito fiscale poichè il sindaco ha elevato al massimo le tasse. Non si è regalato nulla, sono gli avellinesi ad aver pagato. Quanto alle dichiarazioni di Festa che parla di introiti doppi rispetto alla spese, aspettiamo che queste dichiarazioni vengano dimostrate da dati, non bastano le parole del sindaco. Ad oggi non ci sono dubbi che- conclude Cipriano – la politica culturale del sindaco sia fallimentare, viviamo un mese di eventi e undici di silenzio nel capoluogo. Del resto, la dimostrazione di questo fallimento arriva dalle strutture culturali che restano chiuse, dall’Eliseo alla Casina del Principe”.


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