Termina quasi definitivamente ogni minima possibilità per Giannandrea De Cesare di riacquistare l’Us Avellino 1912. Rigetta la richiesta parziale di dissequestro inoltrata dalla Sidigas che chiedeva la riduzione a 7 milioni. Stamattina l’imprenditore partenopeo, insieme ai suoi avvocati, si era recato presso il Tribunale di Avellino per la richiesta di un parziale dissequestro dei beni pari a circa 89-90 milioni (QUI LE SUE PAROLE).
Richiesta, però, rigettata, con il giudice che ha confermato il sequestro dei 97 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che vede il patron della Sidigas indigato per un operazione di cash pooling ai creditori, quindi all’erario, motivo per il quale gli vengono mosse le accuse di omesso versamento iva, false comunicazioni sociali, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio.
Le indagini sono chiuse, il prossimo 29 di ottobre ci sarà l’udienza per confermare o meno il rinvio a giudizio di De Cesare richiesto dal procuratore aggiunto Vincenzo D’Onofrio e del sostituto Vincenzo Toscano. Nello stesso periodo scade anche l’opzione per riacquistare l’Us Avellino, anche in caso di mancato rinvio giudizio difficilmente ci sarebbero i tempi tecnici per sbloccare i fondi e procedere al riacquisto della società calcistica che dovrebbe rimanere nelle mani di Angelo Antonio D’Agostino.
Il mancato dissequestro mette ulteriormente nei guai anche la Scandone che adesso dovrà troverà un acquirente del titolo se vuole evitare un’altra disastrosa stagione come quella appena trascorsa. La Sidigas dovrebbe farsi carico della situazione debitoria, circa a10 milioni di euro, inserendola nella ristrutturazione del debito del gruppo Sidigas accordato dal tribunale fallimentare ma non ancora presentata. La società che gestisce il gas in Irpinia ha già ceduto la Sidigas.com alla Iren Spa per la gestione delle utenze e sarebbe ivicina alla la cessione delle reti in Irpinia.
