Sì al piano vendite: sul mercato metà Casa Comunale e il Patria e Lavoro – IL CIRIACO

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Avellino – L’Aula dà il via libera ai regolamenti Tari e Imu, ma anche al piano di alienazione dei beni comuni, mentre per il regolamento sul Campo Coni bisognerà aspettare un nuovo Consiglio Comunale. L’assenza in Aula del presidente della commissione “Regolamenti”, «Iacovacci è il presidente», sottolinea Ugo Maggio, porta l’Assise a ritirare la pratica fino a data da destinarsi. Giungono, invece, a compimento, gli altri punti all’ordine del giorno anche se non sono mancate polemiche tra maggioranza e opposizione, come nel caso dell’Imu e dell’alienazione dei beni, o punti di incontro come nel caso della Tari.

Il tema Imu ha visto l’opposizione puntare il dito contro l’amministrazione per la tariffa stabilita in merito alle aree edificabili. «Va ridotta nel caso di quelle zone che sono edificabili solo sulla carta», spiega Nicola Giordano (Laboratorio Avellino). «Non si possono applicare le tariffe per le aree edificabili se non sono edificabili per colpa del Comune perchè non ha attivato la scheda di piano», rilancia Dino Preziosi (La Svolta). «Chi ha un’area dichiarata edificabile, ma che di fatto non lo è, è costretto a fare ricorso per pagare di meno», aggiunge Ferdinando Picariello (M5S), ma sul punto arriva l’intervento fuori campo dell’assessore Cuzzola che, rivolto a Picariello, aggiunge: «Questo è quello che è accaduto a lei. Le ho già detto che deve fare richiesta di sgravio e non il ricorso». Lo stesso delegato alle Finanze, respinge le accuse dell’opposizione: «Non abbiamo delegato alcuna scelta ad Assoservizi. Le scelte le faccio io, le condivido in giunta e le proponiamo in maggioranza. Al soggetto riscossore abbiamo chiesto di esaminare le istanze senza farle giungere al contenzioso».

Il regolamento Tari, invece, ha visto l’Aula sospendere i lavori dopo che Preziosi (La Svolta) ha sottolineato alcuni punti da modificare. Il primo è quello che riguarda le abitazioni esentate dal pagamento. «Secondo il regolamento, anche se non ci sono utenze allacciate, ma è presente l’arredamento, quella casa è soggetta a Tari. Questa è un’assurdità», sottolinea Preziosi. La riunione dei capigruppo stabilisce di modificare questa parte: basta l’assenza di utenze per non pagare la Tari, con o senza presenza di arredamento. Inoltre viene modificata anche la parte di regolamento che riguarda le utenze non domestiche in merito alle pertinenze legate all’attività produttiva del caso, così come viene modificata la parte sulla riduzione della tassa in caso di sospensione del servizio per qualsiasi motivo.

Altra convergenza tra l’amministrazione e l’opposizione, sempre su proposta di Preziosi, viene individuata sull’utilizzo dei contributi Conai che riceve il Comune per l’aumento della differenziata e il ristoro dello Stir. «Una parte di essi potrebbe essere utilizzata per abbattere le tariffe Tari», spiega trovando il consenso dell’assessore Cuzzola, mentre il sindaco Festa rilancia: «Una parte servirà per pagare uno studio scientifico sulle cause dell’inquinamento atmosferico in città». Il sindaco ricorda come, il lockdown, sia servito a dare conferma del fatto che auto e pullman non siano le cause principali dell’aumento del Pm10, così come i riscaldamenti: «Abbiamo registrato aumenti durante le giornate di sole. Quindi nonostante traffico assente e riscaldamenti spenti, le polveri sottili sono aumentate lo stesso – sottolinea Festa. Serve uno studio scientifico approfondito per valutare il problema. Accolgo la proposta di Preziosi, ma alleghiamo anche la necessità di uno studio per valutare le iniziative da produrre».

Sulle tariffe Tari, invece, Nicola Giordano solleva una serie di dubbi su IrpiniAmbiente. «Va fatto un ragionamento su questa società – spiega. Intanto il ruolo di amministratore è stato sdoppiato, ma gli stipendi sono diventati due. Inoltre sul sito c’è scarsa trasparenza, non si pubblicano più gli atti. Non si riesce a conoscere il rapporto tra il dare e avere tra Comune e Irpiniambiente». Sulla gestione dei rifiuti, Amalio Santoro, pone l’accento sull’Ato, definendolo un «altro ente inutile, un oggetto misterioso, inventato dalla Regione per spendere soldi. Finora non ha prodotto nulla se non decidere, in maniera assurda, di mettere il biodigestore a Chianche».

A chiudere il dibattito in Aula c’è stato il tanto atteso piano di alienazione dei beni comunali proposto dall’assessore al Patrimonio, Stefano Luongo. L’ente proverà a disfarsi di molte proprietà, tra terreni, diritti edificatori, alloggi comunali, locali, ma quest’anno vedrà anche alcune new entry: metà palazzo del Comune, l’ex ufficio manutenzione di via Palatucci, l’ex Patria e Lavoro. Negli ultimi due casi si tratta di strutture abbandonate ormai da anni, nel caso di Palazzo di Città, Luongo sottolinea come, a causa della forte riduzione di personale, l’attuale Casa Comunale risulti ormai sproporzionata alle reali esigenze di spazio. «Vogliamo vendere il quarto piano per intero e la metà degli tre, oltre a uno dei due garage – spiega. La stima è di circa 5,5 milioni di euro».

Il piano non riceve il consenso dell’opposizione contraria alle cessioni previste. «Immaginare di vendere un pezzo del Comune è un po’ il simbolo delle difficoltà da cui non si riesce ad uscire – spiega Santoro. È inaccettabile la vendita del Patria e Lavoro». Per Giordano i motivi per dire “no” al piano sono vari: «Alcuni beni sono stati svalutati del 50%, altri non si conoscono i dati catastali, mentre altri ancora sono classificati come indisponibili, come la Casa Comunale in assenza di variazioni urbanistiche». Opposizioni che non sortiscono effetto perché la maggioranza consiliare approva il piano di alienazione proposto da Luongo.



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