Servizio idrico, gestione pubblica e Recovery Fund: l’Irpinia in Regione fa fronte comune – IL CIRIACO

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Fronte comune e interventi sulle infrastrutture. Questo è quanto emerso dagli interventi dei consiglieri regionali Vincenzo Ciampi e Maurizio Petracca durante il webinar “Irpinia, Acqua e Next Generation eu”, organizzato dal Comitato Acqua Bene Comune – Aspettando Godot.

I due consiglieri regionali  hanno preso parte all’iniziativa che si incentrava sul tema dell’acqua come bene pubblico, con un particolare occhio di riguardo per i fondi che arriveranno dal Recovery Fund. La pandemia, infatti, ha aperto ad una occasione unica ed entrambi i consiglieri hanno mostrato di conoscere l’opportunità che si presenta per l’Irpinia.

Ciampi, in particolare, si è soffermato sulla necessità di far rimanere pubblica la gestione del bacino idrico.

“Come M5S – ha detto –  abbiamo sempre messo al primo posto la tutela delle risorse idriche. Quando parliamo di acqua noi non possiamo non partire dal referendum del 2011 e dalla legge 15 del 2015. Questi due fatti costituiscono un po’ un fallimento, un po’ una promessa mancata. Mi spiace dover dire che il referendum del 2011 non ha trovato completa attuazione, e la responsabilità è tutta politica. Per noi non è una partita chiusa, tutt’altro, e rimango arciconvinto che la gestione dell’acqua debba essere pubblica. L’altro aspetto è quello della legge regionale, che ha creato caos e incertezza. C’è bisogno di una scelta politica chiara: in alcuni settori c’è bisogno di una gestione centralizzata e pubblica. Quella dei fondi del Recovery Fund è una opportunità che non possiamo non cogliere. Mi auguro che ci sia una visione a lungo termine che configuri l’acqua come un bene pubblico. Ho però qualche timore perché, per quanto riguarda la regione Campania, chi la governa in passato non ha dato prova di una gestione non politicizzata dei fondi. In questo contesto anche i sindaci hanno giocato un loro ruolo. Noi come opposizione vigileremo sul fatto che i fondi vengano utilizzati a tutela del bene. Il primo passo, per quanto mi riguarda, deve essere quello di ammodernare le reti idriche”.

L’operato del comitato, da sempre in prima linea sul tema, è molto apprezzato dall’esponente dei 5 stelle, che ha rilanciato la sua volontà a collaborare direttamente con questo tipo di organizzazione.

“Siamo sostenitori della politica dal basso, quindi una battaglia di questo tipo non può che vedermi in prima persona al fianco di tutti i comitati che hanno questa tematica alla loro base. Anzi io mi aspetto dai comitati e dalle associazioni, sempre attente su questo aspetto, di avere un supporto e di poterle rappresentare in consiglio regionale. Questo argomento è molto delicato e credo che non ci sia bisogno di utilizzarlo per fare politica, per cui posso dirmi tranquillamente favorevole ad un fronte comune tra noi rappresentanti irpini”.

Ciampi ha infine affrontato anche il tema dell’Alto Calore, sempre al centro della questione quando si parla di gestione delle risorse idriche, chiudendo contestualmente alla gestione privata.

Nei pochi mesi in cui sono stato sindaco ho anche fatto un esposto alla procura su alcune situazioni sulle quali già indagava la Corte dei Conti. Sul management sono chiaro come sempre: la politica deve stare fuori dall’Alto Calore. Fino a quando i manager verranno nominati da un partito politico non andremo da nessuna parte. Questi fondi di cui stiamo parlando sono stati spesso utilizzati da personaggi politici che si sono dimostrati inefficienti. Non vorrei però che questa riflessione faccia pensare ad una apertura ai privati ed anzi registro negativamente le dichiarazioni di Confindustria Avellino della scorsa settimana che la proponeva”.

Anche Maurizio Petracca, esponente del PD, ha rilanciato l’ambizione di un progetto condiviso, sottolineando l’importanza del tema per l’Irpinia.

“La questione idrica era completamente scomparsa dai discorsi politici. Devo dire che da qualche anno sta tornando alla ribalta ed è giusto che sia così. Siete tutti a conoscenza delle dinamiche contrattuali che ci legano alla Regione Puglia, alla quale forniamo molta acqua senza avere i giusti ristori. Un paio di anni fa la Regione Campania ha sollevato la questione ed adesso, per quanto riguarda soprattutto le sorgenti di Caposele, si è trovata una formula per la quale la Campania verrà ristorata. Questo ovviamente non è sufficiente e c’è un tema importantissimo che è quello delle infrastrutture. Siamo decenni indietro e l’emblema è la situazione della Alto Calore. L’opportunità che c’è ora, ovvero i fondi che arrivano dal Recovery Fund, nasconde anche un rischio. C’è stata una riunione negli scorsi giorni tra i governatori del Sud per cercare di indirizzare una grossa parte di queste risorse a fondo perduto al Sud, contrariamente alla linea che il Governo centrale voleva tenere. Noi come Irpinia, rispetto alla Campania, dovremo essere i protagonisti. Su queste vicende, non c’è partito che tenga, e i consiglieri regionali che rappresentano l’Irpinia devono essere tutti sulla stessa linea”.

Petracca, poi, ha sottolineato il ruolo centrale degli amministratori locali.

“I protagonisti assoluti sono gli amministratori locali, specialmente quelli che hanno la sorgente. Non lo dico per non gravarmi di questo peso, ma devo dire che il sindaco di Caposele ha fatto negli ultimi anni un grande lavoro. Bisognerà lavorare insieme, ma data l’opportunità che la pandemia ha portato non credo ci sia la volontà di farsela sfuggire. Noi come Irpinia abbiamo nell’acqua la maggior risorsa e dobbiamo farci trovare pronti con una proposta concreta e condivisa da tutti”.

L’ultimo ad intervenire è stato Claudio Petrozzelli, esponente delle Sardine d’Irpinia e dei Giovani per la Valle del Sabato. Petrozzelli ha rimarcato il discorso legato a quella parte di finanziamenti che non sono a fondo perduto e che necessitano di una fase di programmazione che, finora, non è mai stata riscontrata.

 “Queste manovre sono pensate per le generazioni future. Questa è una opportunità che difficilmente ci ricapiterà. Le risorse in questo momento ci sono, ma quello che manca è la progettazione. C’è bisogno che si formuli qualcosa di pratico e di utile, non che ci sia solo una corsa a piantare la propria bandierina. Noi abbiamo una forte propensione verso le politiche di salvaguardia ambientale. Questi fondi che arrivano hanno delle limitazioni e c’è dunque bisogno di programmare per poterli sfruttare al meglio. Non si deve guardare solo alla parte a fondo perduto”.



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