“Vaglio’ tu si no poco no malato immaginario. Scetiti che si fatto gruosso”. Solitamente mi salutava così il dottore Pascale. Uno che a casa mia era un amico, un confidente, una persona che potevi chiamare anche di notte e che ti malediceva ma ti rispondeva sempre.
Perché lo faceva col sorriso di chi ama il suo lavoro. Di chi mette a disposizione di tutti la sua professionalità.
Io, poi, di più perché grazie a mio padre nella clinica Malzoni non sono solo nato, ci sono cresciuto sono diventato uomo e addirittura ho avuto la fortuna di vedere nascere mia figlia. Il dottore Pascale, per una sola volta mi sia concessa licenza, Sergio era uno di quegli uomini che di solito trovi una volta nella vita.
A me è capitata la fortuna di conoscerlo e di avere il vantaggio di essere figlio di un suo amico fraterno. Mio padre è uno di poche parole che ha lasciato a me l’ingrato compito di ricordare a dovere un punto di riferimento. Non è cosa semplice.
Di lui conservo gelosamente l’ultimo messaggio datato 23 novembre, non a caso data nefasta, mi ha scritto a presto. E io aspetterò. Senza mai dimenticare.
Grazie dottore, grazie di tutto, lei sì che era un vero uomo”.
Di Ralph Rosario Coluccino
