Sergio De Castris, il mio ricordo di Ezio Bosso – IL CIRIACO

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Ezio Bosso e Sergio De Castris

Una grande ondata di tristezza ha travolto il mondo della musica italiana e internazionale e i social non appena le agenzie hanno battuto in mattinata la notizia della scomparsa di Ezio Bosso, pianista, compositore e direttore d’orchestra, dal 2011 afflitto da una patologia neurodegenerativa che lo aveva messo su una sedia a rotelle e, successivamente, da un cancro che lo ha portato via, stanotte, nella sua casa bolognese.

Sergio De Castris con l’Orchestra durante le registrazioni di “Che storia è la musica”

C’è una scheggia del grande musicista, il pianista che non ha mai smesso di sorridere anche nei momenti più duri, anche nella vita del violoncellista irpino Sergio De Castris che proprio dal Maestro è stato diretto, solo pochi mesi fa, nello show “Che storia è la musica” che andrà in onda stasera su Rai3 e domani su Rai5.

“Ho avuto il piacere di fare musica con Ezio Bosso – ricorda De Castris – grazie all’Orchestra Filarmonica Salernitana del Teatro “G. Verdi” di Salerno e all’Orchestra Filarmonica di Benevento in luoghi fantastici come Teatro “G. Verdi” di Salerno, la Reggia di Caserta, i Templi di Paestum, i Giardini di Villa Matarazzo di Castellabate e il Teatro dell’Unione di Viterbo per il programma andato in onda su RAI 3 “Che storia è la musica” e che rivedremo stasera e domani Con lui sul podio del direttore d’orchestra, abbiamo interpretato alcune pietre miliari della musica sinfonica come la Sinfonia n°5 e n°7 di L.V. Beethoven, la Sinfonia n°9 “Dal nuovo mondo” di Dvorak, il Bolero di Ravel e la Sinfonia n°6 “Patetica” di Cajkovskij. Ho più volte pensato a lui in questo periodo di quarantena, un periodo diverso e fermo per noi musicisti abituati a muoverci per prove, concerti, abituati ad aver contatti con tante persone nelle orchestre. Per una persona qualunque come me è stato difficile accettare di convivere con questa immobilità dell’arte e della cultura  e mi piacerebbe conoscere quali siano stati i pensieri di Ezio Bosso.  Egli viveva per la musica, una linfa vitale estrema che, come diceva lui stesso, lo distraeva e affievoliva dalle sofferenze fisiche giornaliere a cui era abituato a causa della malattia degenerativa”.

Un grande musicista, dunque, ma anche un uomo di grande cultura e sensibilità che amava andare in profondità in ogni cosa.

“Ricordo con piacere l’attenzione estrema ai particolari – continua De Castris – i riferimenti storici tratti dalle lettere di Beethoven o Dvorak o Cajkovskij  che era pronto a raccontarci per farci immergere nella musica e nel senso più profondo che quella nota o quel colore volevano significare. Ricordo l’insistenza nel farci ripetere isolatamente alcune battute della partitura con l’obiettivo di farci capire cosa e come ascoltare affinché venisse fuori, attraverso la sua visione, il significato più autentico espresso dall’autore. Un musicista che ti faceva affezionare al significato più profondo del suonare insieme: suonare sorridendo ai tuoi compagni di avventura e  sorridendo alla vita che c’è in ogni singola nota. Sono convinto che “Papà Beethoven”, come lui lo definiva, possa essere fiero di lui e di quello che è riuscito a seminare e a trasmettere ai musicisti e al pubblico”.

La statura umana, prima ancora che artistica, la enorme capacità di entrare in empatia con il suo pubblico, la capacità di divulgare e far amare la musica colta anche ad un pubblico non sempre avvezzo alle sale da concerto, ne fanno una figura preziosa di cui si sentirà la mancanza.

“Ha sicuramente avuto il grande merito, – conclude Sergio De Castris – in un momento di emergenza culturale come quella che vive la nostra società, di avvicinare il grande pubblico alla musica classica grazie alle sue qualità di  esperto musicista e alle sue doti di fine narratore, capace di esprimere  acute analisi attraverso un linguaggio sincero che trasforma come per magia i concetti più complessi in qualcosa di semplice. Era questo, a mio avviso, il suo  grande dono  che ha saputo conquistare lui per primo,  giorno dopo giorno,  nel segno  del sacrificio e della speranza, quella che solo la musica come la sua ci può indicare… oggi più che mai”.

 

Ezio Bosso prova il Bolero #unestatedare19

Ezio Bosso prova Il Bolero con l’ Orchestra Filarmonica del Teatro Municipale Giuseppe Verdi di Salerno. #unestatedare19 sta per cominciare!Regione Campania Scabec Reggia di Caserta Campania Artecard

Pubblicato da Un’Estate da Re su Martedì 27 agosto 2019





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