Sanità ed economia, il futuro è nel pubblico: le proposte di “Si Può” e Sinistra Italiana – IL CIRIACO

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C’è un documento da cui partire, frutto di una discussione interne allargata poi alle realtà della sinistra cittadina e provinciale, che deve diventare oggetto del dibattito pubblico, un documento attorno al quale concretizzare ulteriori proposte per “risistemare” la sanità post-Covid e affrontare in maniera efficace la grande crisi economica creata dalla pandemia. Un documento che è stato illustrato nel corso di una videoconferenza stampa dall’associazione “Si Può” con gli interventi di Amalio Santoro e Giuseppe Moricola. “La situazione di emergenza – ha detto Santoro – ci impone di lavorare ad cambiamento più che mai necessario per non precipitare negli errori del passato”. Una serie di storture che hanno “allontanato la sanità dello spirito della riforma del 1978, quella che istituì il Servizio Sanitario Nazionale, ancora oggi, seppure detto non in maniera così entusiastica, ancora uno dei migliori per alcuni versi”. Nel corso degli anni la sanità pubblica è servita a fare da tappabuchi ed a coprire certa politica. Non solo. “In alcune realtà l’impegno finanziario per il privato raggiunge quasi il cinquanta per cento delle risorse”, spiega Santoro, “anche perché c’è stato un eccessivo sbilanciamento a favore del privato che ha goduto di troppi privilegi”. Ecco dunque che “si impone la strada di un rinnovato impegno pubblico” che faccia fronte alla nuova invadenza della politica che attraverso i manager dice ancora la sua parola decisiva sulla nomina dei primari, stringe accordi con i privati ricoprendoli di risorse a fronte di prestazioni minime o pressoché inesistenti. Insieme a questo bisogna “aprire una discussione sulla medicina territoriale, ripotenziare il servizio del 118, magari con il supporto della guardia medica, e sburocratizzare il ruolo della medicina di base“. Proposte per la sanità, anche per l’economia che, dice, Giuseppe Moricola, “ha evidenziato l’incapacità del mercato a far fronte alla crisi. Serve quindi la mano pubblica, gli investimenti pubblici debbono diventare la via attraverso la quale dare una risposta adeguata alle difficoltà”. Una risposta che anche i provvedimenti del Governo cercano di dare anche se andranno valutati in un arco temporale non breve. “Sicuramente la via non è quella di sostenere con megaprestiti i colossi che hanno ricchezze e risorse proprie”. La politica del “fondo perduto” sostenuta da Confindustria va contro chi effettivamente ha bisogno di risorse (i precari, i lavoratori in nero, i piccoli commercianti) che deve riceverle anche in fretta e questa è una delle cose sulle quali si sta auspicabilmente lavorando nel decreto semplificazione. “Resta inteso  – ha concluso Moricola – che non potranno esserci rilancio e ripresa se non sceglieremo l’idea che sono gli investimenti pubblici la variabile strategica per affrontare la crisi”.



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