L’Avellino Rugby non volta pagina e riconferma Antonio Roca alla guida del club. È questa la conclusione a cui è giunto lo staff dirigenziale degli irpini al termine dell’assemblea di domenica sera. In parte già profetizzata dal diretto interessato, in parte no, la decisione è maturata non per un ripensamento ma per l’assenza di un membro del sodalizio propenso ad affrontare la sfida/avventura lanciata da Roca. “Resto in carica – afferma – ma mi sento un presidente tra i presidenti, un po’ per l’affetto che lega questo gruppo da tanti anni, un po’ per il carattere schivo di qualcuno. Sono certo che con un altro al mio posto nulla sarebbe cambiato. L’auspicio – aggiunge guardando al futuro – è che ora però segua una crescita, anche numerica, dello staff”.
Comincia così la diciannovesima stagione consecutiva di Roca da numero uno della società ovale del capoluogo, un’annata, covid permettendo, che scatterà tra un mese con il campionato di serie C. “Si avvicina un torneo ricco di punti interrogativi – dichiara – Noi andiamo avanti con serenità e, aspettando di vedere cose succede, incrociamo le dita”. A questo proposito la riunione di club dei lupi è servita anche per approfondire i contenuti del protocollo sanitario Fir in vista delle gare ufficiali, documento che resta il punto di riferimento per la pratica in sicurezza dello sport ovale a livello agonistico anche alla luce del recente nuovo DPCM per la prevenzione del contagio nei prossimi 30 giorni. A fornire un primo importante banco di prova dell’efficacia del dispositivo sarà proprio l’Italia, che tra il 24 ed il 31 ottobre ritroverà il VI Nazioni 2020, bruscamente interrotto a marzo dalla pandemia, affrontando prima il recupero esterno con l’Irlanda e poi quello interno con l’Inghilterra.
