Riso pieno di pesticidi: allerta in tutta Europa, cosa individuare nell’etichetta

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In questo articolo parliamo di un riso con molti pesticidi a cui va prestata attenzione e di cosa rintracciare leggendo l’etichetta 

Il riso è un alimento molto amato e diffuso in tutto il mondo. Vi sono una vastità di ricette da preparare con esso, e oltretutto, si cuoce in pochi minuti.

È adatto per dei pasti rapidi e gustosi, che soddisfano il palato. Come tutti gli alimenti, anche il riso è sottoposto a severi controlli. D’altronde, con l’alimentazione c’è ben poco da scherzare, in quanto ne va della salute dei consumatori. Alcuni tipi di riso sono vietati in Europa, perché contengono dei pesticidi considerati pericolosi. Ce n’è uno in particolare, poi, che avrebbe scatenato una polemica perché contiene dei pesticidi vietati in Europa. Ecco di che riso si tratta.

Riso con pesticidi, a cosa fare attenzione sull’etichetta

Il riso indiano, come riporta Il Salvagente, è uno dei più ritirati nel nostro continente, in quanto contiene pesticidi vietati in Europa, quali tiametoxam, triciclazolo, carbendazim e clorpirifos. Tuttavia, se dovessero andare a buon fine le trattative di libero scambio tra India e il nostro continente, tali prodotti avrebbe un margine più ampio in merito ai limiti di tolleranza di quantità di pesticidi, rispetto a quelli che vigono per prodotti Ue.

Riso pieno di pesticidi: cosa guardare bene sull’etichetta – ilciriaco.it

L’Ente Nazionale Risi, in merito a questo possibile accordo, si è schierato spiegando che le richieste dell’India dovrebbero essere rigettate innanzitutto «perché questo Paese gode dell’esenzione dai dazi per otto varietà di riso Basmati semigreggio». La seconda ragione, a detta dell’Ente, riguarda il fatto che l’anno scorso, sul sito del sistema di allerta comunitario Rasff, hanno rinvenuto «42 notifiche sul riso importato dall’India (28% del totale delle notifiche relative al riso), a causa della presenza di agrofarmaci». 

Gli agrofarmaci in questione sono i sopraccitati tiametoxam, triciclazolo, carbendazim e clorpirifos, vietati in Europa. Dunque, se l’accordo dovesse andare in porto, sarebbe una notizia spiacevole per la filiera comunitaria di riso, in quanto il divieto di uso di triciclazolo per le coltivazioni resterebbe solo in Ue, mentre per il riso di importazione, in particolare indiano, ci sarebbe più tolleranza sul limite, pari 0,09 mg/kg.

Dunque la richiesta dell’Ente è quella di maggiore equità, con maggiore reciprocità a livello di norme sull’uso di agrofarmaci.  Il presidente dell’Ente, Paolo Carrà, spiega infine che potrebbe essere «imbarazzante riconoscere un’IGP al Basmati utilizzando un termine generico, estraneo al territorio, che equivale esattamente al Basmati di origine pakistana e che potrebbe, al termine del processo di trattativa di libero scambio, dar luogo a un’esenzione dai dazi per quantità illimitate».

Vedremo, dunque, come si evolveranno le trattative.



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