Regionali, Salvini: Avellino vuole guardare avanti, De Luca da pensione. E rilancia il “prima gli italiani” – IL CIRIACO

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Baci, felpa d’ordinanza e linguaggio aggressivo. Matteo Salvini sente l’odore della campagna elettorale e si lancia nella sfida a Vincenzo De Luca. Peccato però che il centrodestra non ha ancora il candidato (“ci siamo quasi” dice il leader della Lega), proprio per i mal di pancia del Carroccio verso Stefano Caldoro designato da tempo in quota Forza Italia, mentre il governatore uscente sfrutta l’abbrivio mediatico della vicenda Covid per consolidare la sua ricandidatura e allargare (forse anche troppo) il perimetro della coalizione. Tre mesi dopo lo scenario sembra radicalmente cambiato ed oggi la via del successo per il centrodestra è un percorso molto più difficile, ma Salvini non intende mollare e questa giornata in Campania (Napoli, Nola ed Avellino) gli è servita per tastare il polso alla base e sondare gli umori dell’elettorato. Ad Avellino il leader della Lega arriva, atteso da tutto il gruppo dirigente provinciale e regionale, per inaugurare la nuova sede del partito, in pieno centro e a poca distanza da quella del Pd, a cui il senatore Pepe rivolge una battuta carica di veleno. “Diamo l’esempio al Pd che è di fronte, alla buonanima del Pd, che sappiamo manifestare nel rispetto rigoroso della legge”, dice per invitare la folla (non molto numerosa complice anche il maltempo) a rispettare il distanziamento (tentativo non riuscito). Una folla che accoglie Salvini col il classico incitamento “Matteo, Matteo”, lui ringrazia e si concede alla stampa. “Il bello della Campania – dice – Avellino e l’Irpinia, così come il centro di Nola, che ho appena visitato, sono l’immagine della Campania che lavora, esporta, assume e non chiede assistenza. Mi dispiace che l’immagine di Avellino nelle ultime settimana sia passata, sui media nazionali, attraverso i cori e un sindaco un po’ strano, mentre è una città che ha un tessuto produttivo pazzesco e sono contento che una delle prime mie uscite pubbliche sia proprio qui: lo aspettavo da tempo e contiamo che alle parole di De Luca seguano i fatti, magari con il contributo della Lega”.

Ma c’è il nodo della candidatura che resta ancora non sciolto, provocando un ritardo che rischia di pesare non poco nella sfida elettorale. Salvini ostenta tranquillità. “Ci siamo quasi, ma a me interessa di più il progetto. Il totocalcio lo lascio fare a quegli altri che mettono insieme De Luca, De Mita, Mastella e compagnia, anche perché irpini e campani che ho incontrato mi chiedono futuro e non passato e gente che fa politica da cinquant’anni, con tutto il rispetto, ha fatto il suo tempo:Avellino e la Campania meritano di guardare avanti, comunque Caldoro è una brava persona e a differenza di De Mita non è in giro da mezzo secolo e a differenza di De Luca non ha fatto disastri. Noi ci occupiamo di problemi e dunque di rifiuti, e qui in Irpinia c’è un grosso problema di valorizzazione, di sanità e qui ci sono i problemi del Moscati, dell’ospedale di Solofra. E poi ci sono le infrastrutture da completare, una volta concluso il progetto si passa ai nomi, ma credo sia questione di poco”, nomi tra i quali non ci sarà quello del magistrato Catello Maresca (“non l’ho incontrato ma lo stimo e lo seguo a distanza”).

E, parlando di giustizia, Salvini è in Irpinia anche per battezzare il nuovo corso del Carroccio, dopo le vicissitudini giudiziarie dei mesi scorsi. “La Lega è nata per combattere la camorra, senza se e senza ma – dice chiaramente Salvini – certa gente è meglio che stia lontana dalla sede della Lega, certi personaggi li lasciamo agli altri partiti. Noi siamo concentrati per applicare anche qui un modello di governo che portiamo avanti altrove: modello Genova in sostanza cioè zero burocrazia, zero codice degli appalti, perché le aziende irpine hanno bisogno di far viaggiare velocemente le loro merci. Questo modello funziona da Nord a sud, ovunque governiamo noi”. Un tono da campagna elettorale, comunque misurato, ma che immediatamente dopo, parlando alla folla, lascia il posto al leghismo d’ordinanza. “Vi prego di fare spazio – dice – perché qui di sindaci che vanno a far casino ce n’è già abbastanza. Non facciamo promesse, l’impegno è quello di tagliare un po’ di burocrazia è un po’ di tasse, di chiacchiere De Luca ne ha già fatte abbastanza ed è tempo che lui è De Mita vadano in pensione. La prossima volta che torno mi farò due passi a Piazza Kennedy perché di spacciatori e casinisti ce ne sono fin troppi. E non c’è bisogno di quel genere di immigrazione: quando diciamo prima di gli italiani vuol dire che se c’è un posto di lavoro ad Avellino, una casa popolare vanno prima ad un italiano e poi, se avanza, ad un immigrato perché prima viene la nostra gente e poi il resto del mondo. Salutatemi il sindaco”, dice prima di infilarsi nel portone e spuntare dopo qualche secondo dal balcone a mandar baci e sventolare la felpa. La campagna elettorale di Salvini è iniziata anche se manca il candidato. E non è certo un dettaglio.

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