Regionali, Pallini: siamo distanti anni luce da De Luca. Accordo con la sinistra? Per ora andiamo da soli – IL CIRIACO

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«Restiamo anni luce distanti dal deluchismo che ha mortificato l’Irpinia. Ambiente, sanità e lavoro devono essere le stelle polari delle aree interne. Lavoriamo per portare la vera voce del nostro territorio in consiglio regionale». La parlamentare Cinque Stelle Maria Pallini rivendica il mancato accordo con il Pd e guarda alla campagna elettorale: «di De Luca ricorderemo solo l’ars oratoria».

Il Movimento cinque stelle inizia la campagna elettorale in solitaria, ma è ancora possibile un incontro con le forze alternative a De Luca come SI ed altri?

«Al momento abbiamo una nostra lista e una nostra candidata presidente. Questa è la decisione presa democraticamente dai nostri iscritti che, per la seconda volta, hanno premiato una personalità di tutto rispetto come Valeria Ciarambino che in cinque anni di opposizione a De Luca si è letteralmente presa cura del territorio campano tutto. Abbiamo provato a creare le basi programmatiche per un accordo con il Pd, per provare a replicare lo schema di buon governo che c’è a Roma, ma non c’è stato modo perché non potevamo certo accettare l’imposizione della candidatura di De Luca. Il Movimento è lontano anni luce dal pensiero deluchiano, e tale resta. Per quanto concerne le altre forze, come Sinistra Italiana, DeMa ed altri, se ci dovessero essere le condizioni reali per un dialogo, valuteremo. Per ora corriamo da soli».

Che campagna elettorale vi aspettate visto che l’emergenza Coronavirus sembra aver rafforzato?

«Sono convinta che a breve verranno a galla tutti i limiti e i risultati negativi della gestione dell’emergenza da parte di De Luca. Parliamo di fatti concreti, che riguardano la vita stessa delle persone. Ci sono centinaia di lavoratori campani che non hanno visto da marzo un solo euro di cassa integrazione in deroga. E la responsabilità è tutta della Regione. Mentre lo Stato ha stanziato i fondi, alle regioni toccava inoltrare le domande all’Inps territoriale e la Campania si è mossa con estremo ritardo. Così come non dobbiamo dimenticare la questione sanità. Noi abbiamo blindato la Campania e se il virus qui non è dilagato, lo si deve solo all’estremo sacrificio e al comportamento egregio dei cittadini. Altrimenti qui sarebbe stato davvero un disastro, il sistema sanitario non avrebbe retto neanche una settimana. Oltre le chiacchiere al vento dell’ormai ex Governatore, ci sono i fatti reali. Quelli dei cinque anni di governo disastroso di cui ricorderemo solo l’ars oratoria di De Luca. L’elenco delle falle sarebbe lunghissimo, ma bastano due esempi su tutti che riguardano l’Irpinia. Il primo, la vertenza Novolegno: grazie al Governo siamo riusciti a dare per un anno ai 115 lavoratori la cassa integrazione che purtroppo è terminata a maggio. Avevamo chiesto alla Regione un supporto per individuare un terzo che potesse rilevare l’azienda e mantenere i livelli occupazionali di Montefredane. Ma nulla è stato fatto. Possiamo poi parlare poi dei collegamenti ed in particolare dell’attuazione della tratta ferroviaria Orsara- Irpinia approvata dal Ministero la scorsa settimana, grazie ad un lavoro iniziato nel 2018 quando ministro alle infrastrutture e ai trasporti era Toninelli. Un percorso che arriva a compimento non grazie la Regione, ma nonostante la Regione. Insomma se non ci fosse stato, in questi due anni, un Governo capace, i danni in Campania sarebbero ancora maggiori di quelli attuali».

In totale le regioni chiamate al voto sono sei e c’è chi teme che il centro destra abbia complessivamente la meglio. Un risultato del genere potrebbe mettere a rischio la tenuta del Governo Conte?

«Le regionali rappresentano un banco di prova totalmente differente rispetto al Governo. Sono elezioni amministrative, che non possono mettere in crisi un governo che ha reagito prontamente e bene di fronte ad un’emergenza sanitaria e sociale senza precedenti. La Lega sta calando, lo dicono i sondaggi e sono convinta che siano attendibili perché parliamo di un partito che fino ad oggi ha agitato lo spauracchio della paura, ma quando si tratta di parlare di temi concreti, come quelli che stiamo affrontando per far fronte alla crisi sociale in atto, non ha argomenti. Quindi se quello è il partito trainante del centrodestra, non credo che i risultati saranno quelli temuti da qualcuno. Il Movimento cinque stelle farà la sua parte in tutte le regioni chiamare al voto e non è un caso che in molte realtà correremo da soli, a testa alta come sempre, lontani dalle ammucchiate di destra e sinistra di cui De Luca in Campania è l’esempio lampante».

Quali saranno le priorità programmatiche del Movimento per l’Irpinia?

«L’Irpinia dovrebbe essere quantomeno partecipe del contesto regionale, perché in questi cinque anni non lo è stata. Le aree interne sono state abbandonate a se stesse in nome prima del napolicentrismo, poi del salernocentrismo. Anche per questo mi auguro che il Movimento riesca a portare in consiglio regionale la voce dei suoi candidati irpini, per avere una degna rappresentazione delle esigenze del territorio. Ambiente, sanità e lavoro devono essere le tre stelle polari per le aree interne. In provincia di Avellino sono centinaia le famiglie che hanno chiesto il reddito di cittadinanza e che a breve saranno chiamate a rispondere alle domande di lavoro per servizi di pubblica utilità presso i comuni. Ma è chiaro che solo questo non basta, bisogna creare le condizioni per uno sviluppo generale della nostra provincia».

 



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