Regionali, Maraia: De Luca o Caldoro? Indifferente, dovranno comunque fare i conti con noi – IL CIRIACO

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«Per i sondaggisti il Movimento cinque stelle è sempre stato un’incognita. Ma al di là del risultato, chiunque verrà eletto non potrà non confrontarsi con la forza di governo». Il parlamentare del M5S Generoso Maraia commenta le prime battute della campagna elettorale per le regionali. E sul biodigestore: «impianto necessario, ma la scelta di Chianche è infelice come tutte quelle calate dall’alto».

 La campagna elettorale è alle prime battute, ma De Luca e Caldoro parlano già come se la partita fosse solo tra loro due. E’ un tentativo di oscurare Ciarambino e il M5S?

«Partiamo da un presupposto: i sondaggi non hanno mai  indovinato il risultato del Movimento che è sempre stato l’incognita politica di ogni elezione, a tutti i livelli. Quello che sappiamo è che in regione, tra deputati e senatori, abbiamo 60 parlamentari che hanno lavorato bene in questi due anni in accordo con i nostri consiglieri regionali e questo lavoro sarà riconosciuto dagli elettori campani.  Grande o piccola che sia la percentuale che raccoglieremo, resta un dato che il Movimento c’è ed è forza di governo. Quindi chiunque sarà eletto Governatore della Campania dovrà inevitabilmente confrontarsi con noi, a meno che non sia un irresponsabile. Non si può prescindere da un confronto con noi che, da parte nostra, abbiamo alimentato un dialogo con l’alleato di governi che però in Campania ha fatto una scelta per noi sbagliata».

Il mancato accordo M5S Pd è frutto dell’emergenza Covid, che ha visto De Luca salire nell’indice di gradimento, oppure c’era una difficoltà politica pregressa ad andare avanti su quella linea?

«Ha vinto il personalismo e non il metodo che stiamo mettendo in atto a Roma, che invece si basa sulla logica delle alleanze, del confronto e del continuo dibattito nelle commissioni parlamentari e nelle aule. In Campania tutto questo non è stato possibile, perché ha prevalso la logica della persona su quella dei partiti. De Luca è un singolo che cinque anni fa si è imposto sul Pd, e che oggi lo rifà sull’onda lunga dell’emergenza. Lo sappiamo tutti, anche il diretto interessato, che a Roma non volevano la sua ricandidatura considerando il giudizio negativo che gli dava la popolazione. E’ evidente che il Covid gli ha dato una mano nel distrarre tutti dai veri problemi dell’occupazione, dell’ambiente, della sanità, dello sviluppo. Pochi sono riusciti a vedere ciò che c’era dietro gli slogan di De Luca e cioè la mancanza totale di un piano ospedaliero adeguato.  Ecco come è venuta meno la possibilità di declinare il virtuoso modello di governo anche in Campania, errore compiuto qui a Roma. Ho sentito le parole di Zingaretti che ha tentato di scaricare su di noi la responsabilità del mancato accordo in Campania. Ma non è così, ed è sotto gli occhi di tutti».

La sanità sarà inevitabilmente argomento principale della campagna elettorale. In Irpinia come si ricostruisce la rete territoriale?

«Partendo da un giudizio oggettivo su quella che è stata la sanità oggi. Anche durante l’emergenza molti uomini e donne attivi in politica, non hanno espresso un giudizio oggettivo proprio perché condizionati dall’imminente campagna elettorale. Credo di essere stato tra i pochi a prendere posizione e raccontare la realtà della rete ospedaliera campana e irpina. Non a caso De Luca in piena emergenza ha iniziato ad attaccare il Governo, perché era l’unico modo per nascondere la verità e cioè che tutto quello che lui ha scritto nel piano ospedaliero in questi due anni, non è stato realizzato. Un esempio sono i posti di terapia intensiva, che De Luca dichiarava essere 610 salvo poi scoprire in piena emergenza che in realtà erano meno di 400. Una mancanza da cui De Luca ha fatto partire un’altra speculazione politica, spendendo 18 milioni di euro per i moduli di terapia intensiva che poi non sono stati utilizzati. Un investimento inutile che invece poteva essere utilizzato per allestire le terapie intensive negli ospedali esistenti, compresi quelli delle aree interne come Ariano e Sant’Angelo dei Lombardi, oppure per dare piena attuazione ai famosi 18 Dea di primo livello istituiti sulla carta nel 2018 ma mai attivati. Il suo fallimento sulla sanità è totale».

Altro tema caldo è il biodigestore di Chianche che, apparentemente, nessuno vuole. Lei cosa ne pensa?

«Quanto sta accadendo è frutto del mancato dialogo con le aree interne. Arrivano le decisioni da Napoli, senza conoscere i luoghi e le comunità. Più volte ho tentato di avere un confronto con il Governatore per spiegargli dove secondo noi sarebbe più opportuno collocare un impianto che è necessario perché noi spendiamo più di 5 milioni di euro solo per trasportare l’umido nelle regioni del Nord. L’impianto è necessario e deve essere pubblico totalmente, ma la collocazione scelta è infelice. Il Movimento ha fatto la sua proposta ed ha detto che le zone idonee ad ospitare tali impianti, sono le aree industriali. Quindi l’Asi che ha numerosi capannoni vuoti e dismessi potrebbe utilizzare quelli perché facilmente accessibili, limiterebbero il “turismo” dei rifiuti, la circolazione di camion e compattatori. Una buona soluzione sarebbe quella di sedersi al tavolo con il presidente dell’Asi ed individuare un’area industriale in cui collocare il biodigestore. Ma finchè non ci sarà una chiara volontà di confrontarsi, resteremo in balia di dinamiche poco chiare. Basti pensare all’impianto di Savignano Irpino progettato e pensato senza alcun confronto con la comunità locale, senza interpellare una città oltremodo ferita dalla gestione rifiuti quale è Ariano Irpino. Finchè si ragionerà in questi termini, ci ritroveremo sempre con la forte opposizione delle popolazioni e in estremo ritardo su un’impiantistica che serve. Non a caso i nostri concittadini pagano una tassa rifiuti elevatissima, la più alta d’Italia per mantenere in piedi Irpiniambiente che, a sua volta, paga società private per dare in concessione il servizio e poi scopre di non avere neanche i soldi per pagare i propri dipendenti. E’ il fallimento di un intero sistema politico regionale».

Si vota anche ad Ariano Irpino. Il Movimento cinque stelle cosa farà?

«Il gruppo di Ariano ha fatto la sua lista, e poi ha incontrato Enrico Franza, il candidato sindaco sostenuto dal Movimento alle ultime elezioni. E’ stato avviato un dialogo più di un mese fa, il Movimento ha dato la sua massima disponibilità a creare un’alleanza con le liste civiche che sostengono Franza ma dopo una prima apertura, non c’è stato alcun riscontro. Sono emersi veti e spaccature interne al Pd, una parte del partito non vuole ricandidare Franza e lui stesso è rimasto bloccato. Il nostro candidato sindaco Giovanbattista Capozzi aveva dato anche la disponibilità ad un passo di lato per costruire un’alleanza più ampia. A questo punto però non gli resta che continuare il dialogo con i tanti gruppi civici che stanno nascendo sul territorio. Abbiamo compreso, dopo le drammatiche settimane vissute a causa del Covid, che le cose da soli non si risolvono. I singoli hanno bisogno di unirsi in una logica di rete. Purtroppo però molti partiti non hanno compreso la lezione, e cioè che il vero bisogno di Ariano è quello di ricucire la comunità e rimboccarsi le maniche. Dispiace, ma dall’altra parte c’è un fermento positivo che non lasceremo cadere nel vuoto».



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