Regionali, Festa: Petitto in campo per una battaglia di libertà. I conti col Pd li faremo ad urne chiuse – IL CIRIACO

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 «Con Davvero per una battaglia di libertà contro soprusi, liste di proscrizione, insomma contro i metodi Pd. Livio sarà sostenuto da me, De Caro e da una buona fetta di partito. I conti poi li faremo ad urne chiuse. Il sindaco di Avellino» Gianluca Festa a tutto campo sulle ore febbrili che hanno portato alla candidatura di Livio Petitto nella lista “Davvero”, il progetto politico partorito nel 2013 proprio dall’attuale sindaco di Avellino.

Alla fine, dopo giornate turbolenti, Petitto si ritrova candidato nella lista di Festa…

«E’ un progetto nato con me nel 2013, ma negli anni ha assunto una rilevanza prima provinciale, poi regionale. Un progetto nato per una battaglia di libertà. Veti, imposizioni, scelte calate dall’alto, liste di proscrizione, hanno sempre fatto parte della vita del Partito democratico. Noi ci siamo sempre ribellati a tutto ciò e, anche questa volta, “Davvero” rappresenta l’opportunità di esprimere un voto libero da lacci e lacciuoli. Una battaglia di merito e di metodo, come quella che conduciamo noi, è giusto farla non per i singoli ma per un’intera generazione di amministratori, per una nuova classe dirigente che possa finalmente liberare l’Irpinia da logiche che hanno rallentato e frenato il territorio, fino a condizionarlo. La ricerca continua della salvezza del proprio orticello, della propria poltrona, per cui quelli bravi vanno eliminati dalle competizioni, è un metodo che ha condannato l’Irpinia a non crescere. Il poltronismo dei soliti è un virus generalizzato che ha contagiato la nostra provincia ormai da venti anni».

Per la seconda volta, prima alle amministrative, oggi alle regionali, il Pd chiude la porta al duo Festa- Petitto. L’avventura elettorale con Davvero rappresenta una sfida al Pd o un processo di fuoriuscita dal partito?

«La questione va analizzata per quella che è. Non siamo di fronte a vicende personali che riguardano il sottoscritto o Petitto. Il metodo di esclusione del Pd è valso per Todisco e Salzarulo nel 2014 alla provincia, per le primarie del Pd per la scelta del sindaco di Avellino nel 2013 e nel 2018, per Farina e per Urciuoli alle Provinciali di due anni fa. E’ un sistema: salvaguardare il proprio orticello eliminando gli altri. Resto convinto che in un partito, partendo da principi di meritocrazia, tutti possano competere. Poi chi è più bravo vince, è la democrazia. Ma vanno tenuti tutti dentro. Come mai, mi chiedo, oggi un sindaco come Stefano Farina, che per anni è stato un riferimento del Pd in Alta Irpinia, lascia il partito? Dobbiamo liberarci da questi metodi, non solo come partito ma come Irpinia».

Quindi resterete nel Pd?

«Al momento non c’è alcun motivo per andare via dal Pd. Le valutazioni sul partito le faremo chiaramente, ma ad urne chiuse e risultati scritti. Ora siamo concentrati sulla campagna elettorale, sulla concreta possibilità di eleggere Livio perché il vero successo della sua candidatura in Davvero è che abbiamo potuto, seppure in pochissimo tempo, costruire una squadra e possiamo giocarcela concretamente. E non era scontato visto che abbiamo subito ostacoli ed impedimenti di ogni genere, ma alla fine ci siamo riusciti. E’ stata la soluzione migliore, alle condizioni date dopo la scorrettezza subita dal Pd regionale».

Oggi è Petitto è sostenuto solo da Lei, o anche dall’onorevole De Caro che, da queste colonne, aveva sconsigliato il ripiego in altre liste?

«Petitto oggi è sostenuto non solo da De Caro, non solo da me, ma anche da una buona fetta di partito. E, quale valore aggiunto, da una buona parte di Irpinia libera che non ha visto di buon grado le prevaricazioni subite da Petitto e che ora è pronta a sostenerci in una battaglia di vera e propria liberazione».

Avete riconquistato alla causa anche Ugo Maggio, vista la sua volontà di ritirarsi dalla corsa con l’Udc?

«Questa non è una vicenda all’ordine del giorno. Come è noto mi lega ad Ugo Maggio una forte amicizia e una fortissima riconoscenza. Ho rispettato senza alcun problema la sua volontà di schierarsi con l’Udc, e ho molto apprezzato anche la sua decisione di fare un passo indietro quando le motivazioni per cui si era candidato sono venute meno. Questa è la migliore risposta a chi andava dicendo che la sua candidatura era frutto di rivalse o ripicche politiche. Evidentemente sono stati smentiti dai fatti».



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