I diretti interessati sono convinti di avere in mano le carte vincenti o di aver mosso le pedine giuste ai tavoli che contano. Lo stallo per le candidature nel Pd si sta trasformando in stillicidio e tale è destinato a rimanere fino alla data fatidica di martedì 11 marzo quando la direzione regionale, anticipata di una settimana e in videoconferenza, dovrebbe dare il formale via libera alle liste. Già, dovrebbe perché nell’incertezza generale nessuno potrebbe meravigliarsi se dopo il passaggio a Napoli la questione si spostasse a Roma per la decisione definitiva. E cosi, almeno fino a martedì e forse anche dopo, il derby tra Petitto e Ciarcia è destinato a “immobilizzare” via Tagliamento. Entrambi si dicono sicuri di essere nell’elenco dei quattro che rappresenteranno il partito con il simbolo. Ognuno dei due è convinto oltre se stesso ci sia il vuoto e che a Roma questo lo sanno, eppure martedì, o quando sarà, uno dei due rimarrà deluso, e non poco, mentre nel Pd si aprirà una partita nuova, ancora più incerta e dal risultato oggettivamente imprevedibile. Ma tant’è, perché nessuno intende fare passi indietro sentendosi pienamente legittimato ad essere un candidato del Pd e arrivando finanche a rifiutare, senza far mistero di ritenersi offeso, eventuali candidature in altre liste. Come finirà? E’ la classica situazione da tripla in schedina nonostante, da un lato, Petitto si dica convinto di essere candidato in quota Zingaretti e che tutto si sistemerà entro domenica e, dall’altro, Ciarcia continui a ribadire che il Pd non può mettere da parte chi ha fatto della militanza coerente e appassionata un tratto distintivo della azione politica a scapito di chi non ha esitato a schierarsi contro il Pd. Soltanto una delle due risulterà credibile e in quel momento il Pd avrà il candidato ma anche qualche problema in più.
