Regionali, Capozza: nostri candidati? Può darsi. In Campania progetto pilota per i cattolici-democratici – IL CIRIACO

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«Con De Luca perché è stato un ottimo presidente per la Campania, attento a tutti i territori. In Alta Irpinia bisogna invertire la rotta rispetto alla filosofia del tirare a campare. Le regionali possono essere il progetto pilota dell’area cattolico democratica». Gerardo Capozza, ex sindaco di Morra De Sanctis e attuale consigliere agli Affari del Mezzogiorno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a tutto campo sul centro sinistra di De Luca e sulla futura battaglia elettorale.

 Cosa spinge Lei e il suo gruppo ad appoggiare il Governatore uscente De Luca?

«De Luca è stato un ottimo presidente, attento a tutte le aree del territorio campano, capace di sanare le negatività del bilancio della sanità che non è cosa di poco conto. Ha rinnovato quasi totalmente il parco mezzi pubblici, finanziato le reti ferroviarie comprese quelle turistiche che diventano l’elemento fondamentale per il rilancio delle zone interne. Ha fatto tutto ciò che poteva considerando le condizioni finanziarie di partenza della Regione, che non giocavano certo a suo favore. Da non sottovalutare poi la gestione dell’emergenza Covid. De Luca è stato rigido e duro, diventando in molti casi un modello nazionale. Per fortuna la Campania è stata toccata dal virus solo per riflesso di quanti lo avevano contratto al Nord e poi avevano fatto rientro a casa. Il Governatore è riuscito a potenziare le strutture ospedaliere e a prepararle al peggio per rispondere a necessità emergenziali che, per fortuna, qui non abbiamo avuto. Da ex amministratore comunale, ho apprezzato molto queste sue qualità. C’è poi, per quanto assolutamente secondario rispetto alle motivazioni politico istituzionali, un piano personale di stima reciproca: lui mi nominò assessore senza che io l’avessi chiesto».

Ci saranno rappresentanti della sua associazione, “Dialogo 2020 con te” all’interno delle liste collegate al candidato Presidente, o concorrerete con una vostra compagine?

«E’ ancora tutto in evoluzione, non c’è nulla di definito su questo fronte. Certamente nel nostro gruppo ci sono personalità che hanno tutte le carte in regola per potersi candidare e rappresentare la provincia di Avellino in maniera adeguata. Daremo un sostegno convinto a chiunque deciderà di scendere in campo in prima persona. Ci sono ex amministratori, professori universitari che hanno dato lustro all’Italia a livello internazionale, insomma punteremo su personalità di rilievo».

Tra i papabili candidati irpini circolano i nomi dei sindaci di Pietradefusi e Teora, Giulio Belmonte e Stefano Farina. Sono indiscrezioni veritiere?

«Sono indiscrezioni proprio perché, come dicevo, non c’è nulla di definito. Sia Farina che Belmonte sono nomi spendibilissimi, perché sono sindaci che hanno dato prova di essere ottimi amministratori ed hanno il pedigree per essere ottimi candidati. Ma chiaramente, a causa del Covid, non abbiamo potuto tenere riunioni e confronti. Appena sarà possibile incontrarci in modo collegiale, decideremo anche sulle candidature».

Una coalizione che vede insieme Mastella, Pomicino, De Mita, può rappresentare l’avvio della ricostruzione dell’area unica dei cattolici moderati di cui parlò anche il presidente Conte qui ad Avellino?

«Sarei chiaramente favorevole ad un progetto del genere. L’area cattolica negli ultimi anni si è divisa in tanti piccoli pezzi non riuscendo ad esprimere un’idea comune. Riuscire a rimetterli insieme proprio qui in Campania, sarebbe una sorta di progetto pilota dell’area dei cattolici moderati che torni a puntare su una politica dell’ascolto, soprattutto dei più deboli. Ben vengano spinte concrete verso questa direzione, se poi queste si manifestano con delle liste e degli eletti al consiglio regionale, ancora meglio. Significherebbe portare nelle istituzioni un pensiero che va recuperato e rivalutato».

Il centrodestra ha sciolto gli indugi sul candidato Governatore. Sarà di nuovo De Luca contro Caldoro per la terza volta. E’ il segno che la politica non è in grado di rinnovare il proprio personale?

«Ho molta stima di Stefano Caldoro sul piano personale, perché è un uomo a modo e perbene. Peccato però per i suoi compagni di viaggio come la Lega di Salvini, che certo non lo aiuta nell’essere apprezzato politicamente. Un partito ora nazionale, ma sempre con una tendenza nordista che non può piacere alla Campania. La stessa candidatura di Caldoro è stata sofferta, Salvini ha dovuto accettarla, senza convincersene, nell’ambito di accordi nazionali per cui a Forza Italia spettava il candidato in Campania. Certamente il fatto che per la terza volta si scontrino gli stessi due protagonisti delle campagne elettorali precedenti, non è un segnale positivo. Finché non si rinnova la classe dirigente, difficilmente possono cambiare le politiche. Ma questo è un problema della politica sul piano nazionale, non solo su quello regionale».

Lei è un rappresentante dell’Alta Irpinia. Può questa fetta di territorio, ed in che modo, diventare traino di uno sviluppo diverso dell’Irpinia tutta nei prossimi cinque anni?

«Dobbiamo utilizzare le potenzialità che abbiamo. Se cresce l’Alta Irpinia, cresce tutta la provincia di Avellino. Turismo, enogastronomia, aziende fiore all’occhiello del territorio, necessitano di investimenti in grado di coniugare progetti che rendano l’Alta Irpinia un luogo attraente. Penso al Laceno, all’altopiano di Verteglia. Zone che andrebbero valorizzate e che invece appaiono in stato di desolazione. Alberghi storici murati, attività commerciali chiuse, la funivia bloccata da una vertenza legale durata anni che, insieme alle aree industriali ferme, gli enti sovracomunali in difficoltà economica, non restituiscono una bella cartolina di quel pezzo di territorio irpino. Ci vogliono guide autorevoli, nuove e con competenze manageriali che servono per uscire dal guado. Se i nostri giovani, soprattutto quelli che hanno investito sulla propria formazione, sono costretti ad emigrare dall’Irpinia, ad essere sconfitta è tutta la classe politica. Lo sforzo che faremo e che caratterizzerà il nostro impegno nella prossima competizione elettorale, è proprio quello di provare ad invertire la rotta rispetto alla filosofia del tirare a campare».

 

 



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