Regionali, Caldoro: Irpinia ferma alle cose fatte da me, non chinate la testa davanti al salernitano e al suo clan – IL CIRIACO

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Avrà chiamato l’avversario ed i suoi alleati con il loro nome e cognome al massimo un paio di volte. Per tutto il resto dell’incontro di presentazione della lista di Fratelli d’Italia (Alessia Castiglione, Giovanni D’Ercole, Beatrice Colucci e Sergio Sorrentino), Stefano Caldoro ha parlato del “salernitano e del suo clan”. Il candidato governatore del centrodestra ha cominciato la sua giornata in Irpinia (prima in città, poi a Chiusano, Bagnoli ed in altri centri prima della tappa conclusiva ad Ariano) caricando a testa bassa contro “i colonizzatori”, invitando gli irpini a riscoprire l’orgoglio e a non consegnarsi («un po’ come fecero i giovani quella sera con il sindaco: dettero sfogo ad uno stato d’animo anche se è censurabile il fatto che non indossassero le mascherine») ad uno schieramento che si connota per la bulimia di potere e la disinvoltura con la quale si passa da una parte all’altra. Quindici liste contro sei (per Caldoro è stata una scelta precisa) e i sondaggi che non sono certo una ventata di ottimismo, ma l’ex Governatore ci crede. «Intanto abbiamo recuperato oltre dieci punti in due settimane – ha detto – e dunque i sondaggi li guardiamo in questa direzione e dobbiamo convincere senza avere atteggiamenti padronali come fa il nostro avversario che pensa di venire in Irpinia e comandare con i salernitani. Noi facciamo una scelta di libertà contro tutte queste liste che non si capisce di quale natura siano se non per garantire qualche politico che passa da una parte all’altra solo per avere il seggio. La nostra è una scelta limpida, di centrodestra con un programma equilibrato che pensa a grandi investimenti in Irpinia e nelle aree interne che hanno avuto impulso sotto la mia amministrazione: è stato il primo grande progetto strategico dalla nascita della Regione, altri hanno fatto solo parole». Come per l’ex Irisbus, teatro di un blitz di De Luca che lo ha accusato di aver abbandonato lo stabilimento di Flumeri. «In realtà è proprio il contrario. L’iniziativa di riconversione è venuta con il mio governo, lui ha prodotto solo semplici atti burocratici continuando quello che avevamo avviato noi. Tutte le altre iniziative erano legate all’accelerazione della spesa e questo possono confermarvelo i sindaci se glielo chiederete. Se lui va a tagliare i nastri di cose che ho fatto io ben venga se sono utili, non ho gelosie». Lo scontro si fa duro sulla sanità, a sentirsi dire che lui è stato il responsabile della chiusura degli ospedali Caldoro non ci sta. «Gli ospedali li ha chiusi lui- replica – non l’ho mai fatto è una cosa non vera. E’ stato Bassolino a chiudere Bisaccia nel 2009, io l’ho riaperta con l’hospice, ho riconvertito e riaperto ospedali che la sinistra e il Pd avevano chiuso: questa è la verità, basta mettere le date in ordine. De Luca li ha chiusi allora e non li riapre ora e in qualche caso indebolisce la struttura sanitaria irpinia che ha avuto molti meno soldi di Salerno altrimenti perché qui alcune prestazioni si devono pagare? L’ultima volta che sono venuto qui parlai di orgoglio irpino, ma a voi sta bene essere occupati da un clan salernitano? Vi ha tolto i soldi per la sanità, vi ha chiuso gli ospedali, vi ha tolto i soldi per le infrastrutture non ha dato risorse ai comuni: ha dimenticato l’Irpinia. E inoltre vi porta i salernitani qui a guidare aziende e altre postazioni di potere? Beh, se gli irpini hanno deciso di mettersi sotto i piedi di un clan di salernitani sbagliano: dobbiamo fare una scelta di libertà». Quella che, forse in maniera eccessiva, hanno fatto alcuni, come il presidente della Provincia, Biancardi, eletto con il centrodestra ma sostenitore di Alaia candidato di Italia Viva. «Non sono preoccupato – dice Caldoro – alla Provincia c’è stata un’elezione molto trasversale, è una elezione di secondo livello e scelgono gli amministratori. Chi è di centrodestra continuerà a votare da questa parte e mi risulta che anche Sibilia farà lo stesso: siamo una coalizione libera e bisogna essere abituati». Caldoro ribadisce il suo impegno per questa provincia, conferma di esserci stato tante volte, «in silenzio e senza fare grancassa, vorrei sapere poi questo salernitano quante volte è venuto in Irpinia. Da presidente sono venuto qui e nel Sannio cinque volte di più di lui e molto di più di Bassolino in dieci anni. E pure da opposizione eravamo molto forti: prima del Covid eravamo avanti di 14 punti: De Luca non esisteva più nella politica campana. L’opposizione si misura in cinque anni, poi è arrivato il Covid che è come la guerra: alimenta la paura e cambia il sentimento, ma ci sono anche i furbi, ovvero quelli che dicono di essere in prima linea ma in realtà si nascondono in Fureria e De Luca la guerra non l’ha fatta. Si è chiuso in un bunker televisivo e non è mai uscito da lì con le mascherine che all’epoca nemmeno i medici avevano». Inevitabile il passaggio su De Mita suo ex alleato di governo e dal 2015 decisamente al fianco di De Luca. «Non faccio autocritica rispetto a quella stagione (dove Giuseppe De Mita era vicepresidente della giunta), conservo delle alleanze lo spirito di lealtà. Quando non si è leali con me e si tradisce l’ultima notte dopo essere stati cinque anni in un’amministrazione, come definite tutto questo? E del resto De Mita ha detto chiaramente che De Luca l’ha eletto lui, in quella notte il tradimento gli ha dato la vittoria, quel patto sancito in una notte serviva solo per scambiarsi cose, gestire potere: dov’è la politica? Si fa politica in una notte? No, si fa solo uno scambio». Caldoro ha poi partecipato anche alla presentazione della lista “Caldoro Presidente-Udc (Carmine De Angelis, Ugo Maggio, Maria Vivolo e Maddalena Di Ianni).



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