“Quindici giorni per cambiare il futuro”, per l’IIA è una corsa contro il tempo e una decisione, forse, già presa

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Per l’Industria Italiana Autobus è stato il giorno della discussione tra operai, sindacati e parlamentari, che segue a quello dello scorso lunedì. La cornice è sempre la stessa, quella di Palazzo Caracciolo, “messa a disposizione” dalla fascia azzurra Rizieri Buonopane che ha ancora una volta ribadito “che difenderà l’industria ufitana in tutte le sedi“.

Un appuntamento voluto con forza dalle sigle sindacali per fare quadrato e avanzare compatti in quelli che, con ogni probabilità, saranno i giorni che segneranno il futuro dell’IIA. Il tavolo, presso il Mimit, del 23 maggio sarà uno spartiacque per gli oltre 200 operai che attendono di sapere come evolverà l’assetto societario flumerese.

Sono loro i veri protagonisti del pomeriggio vissuto tra le mura di Palazzo Caracciolo. Si sono susseguiti numerosi interventi, da Sandro Ruotolo a Toni Ricciardi entrambi del Partito Democratico a Franco Mari dell’Alleanza Verdi-Sinistra fino a diversi sindaci irpini. La diffidenza era nell’aria, d’altronde, come ha sottolineato il segretario dell’UIL Avellino-Benevento Luigi Simeone, “il governo non ha fornito ancora una risposta all’opposizione parlamentare, figuriamoci quanto contiamo noi“. Un’ironia che fa scappare qualche risata tra i presenti, ma che nasconde una profonda amarezza e paura.

La seduta si accende quando, a prendere la parola, sono prima Ines Fruncillo, coordinatrice provinciale di Fratelli d’Italia e poi l’onorevole Gianfranco Rotondi. Entrambi si cimentano in un disperato tentativo di difendere l’esecutivo meloniano “dobbiamo comprendere come si sia arrivar a questo punto. Il governo Meloni è in carica solo da un anno e mezzo“, afferma Fruncillo.

Il governo ha promosso molti tavoli e sono state ascoltate le istanze portate all’attenzione“, aggiunge il deputato, ma gli animi si surriscaldano quando il presidente della Dc con Rotondi sibila “purtroppo non viviamo i tempi del governo Fanfani, si va verso la privatizzazione, così come nel resto del mondo“.

Parole che generano un dura reazione da parte degli operai della Fiom e del segretario Uil Simeone che ribadisce la richiesta “della prosecuzione della produzione di autobus“. Clima che si fa infuocato quando Rotondi paventa un cosiddetto piano B alla gestione pubblica, che prevederebbe una pretesa di garanzie da parte del governo nei confronti dell’amministratore delegato Vittorio Civitillo da richiedere “se il tavolo del 23 maggio dovesse restituirci la notizia dell’avvenuta cessione delle quote“.

Non è chiaro quanto fosse una mera ipotesi o l’inizio del racconto di una verità. L’accordo tra Leonardo e il Gruppo Seri sembra ormai cosa fatta e probabilmente si è cercato di indorare la pillola.

Su di una questione stati, tra gli intervenuti, tutti sono concordi: la questione è politica, è stata generata dalla politica e potrà essere risolta solo dalla politica. Ma, quale? Assenti tutti i consiglieri regionali e dei principali partiti provinciali l’unica coordinatrice presente è stata Ines Fruncillo. In aggiunta, uno sparuto gruppo di sindaci.

Gli operai, i sindacati e chiunque vorrà sostenerli non demordono, uno spazio di manovra sembra ancora esserci. E’ una corsa contro il tempo e una decisione, forse, già presa.


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