Era il 1971 quando Giuliano Montaldo, scomparso oggi, si aggiudicò la targa d’oro con Sacco e Vanzetti, dedicato alla vicebda dei due anarchici emigrati negli Usa.. Da allora il regista ha conservato un legame forte con la rassegna cinematografica irpina. Una scommessa nata dalla rivista Cinemasud con un premio finalizzato a valorizzare il Altopiano del Laceno da un punto di vista turistico ed era inteso come riconoscimento per la migliori opere cinematografiche ispirate al Neorealismo. Da quell’anno fino al 1988 si susseguirono ventotto edizioni e solo nel 1980 il terremoto riuscì ad impedirne la costruzione.
Dopo gli inizi di Bagnoli, i Laceno d’oro si trasferì ad Avellino e dintorni, dove visse, nella seconda metà degli anni Sessanta e all’inizio degli anni Settanta, il suo periodo più bello. Sarebbe difficile comprendere la protesta studentesca in Irpinia senza tener conto di questa significativa e feconda presenza che è stata per centinaia di giovani un autentico fucina di crescita culturale, un’opportunità per aprirsi all’universo dell’autonomia di pensiero e dell’emancipazione intellettuale. La sfida è far conoscere il cinema dell’impegno civile e sociale, le produzioni dei paesi dell’Est Europa, dell’Est indiano e vietnamita, dell’America Latina.
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