Priorità alla riqualificazione sismica: nove ordini professionali chiamano il Governo

0
28



Giulio De Angelis, presidente del Centro Studi Edilizia Reale conferma che la nascita del centro studi è quello di immaginare un’ agorà di pensiero. “Trovare una sintesi per una proposta sostenibile e tecnicamente evoluta. Siamo all’interno di un’azienda moderna e all’avanguardia che è un faro mondiale. Il nostro campo di interesse non guarda alla prevedibilità dei terremoti, ma agli eventi che oggi non possiamo controllare. Così come troviamo naturale mettere in sicurezza una macchina, e fare un collaudo, così dobbiamo mettere in sicurezza le infrastrutture. Il nostro sogno è di dare al concetto di sicurezza sismica un valore assoluto, che condiziona la nostra qualità della vita. Abbiamo bisogno di avere credibilità all’interno delle istituzioni”.

Gianni Acerra, presidente del consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Avellino: “Non sono per il recupero del 100% degli edifici: in Italia si tende ad avvolgere tutto nella storicità. Ma non tutto può essere valorizzato. Nei centri irpini qualche comune vuole far ritornare la vita nei vecchi borghi, con la vendita delle case a 1 euro, ma il recupero di quelle case- che non soddisfano gli standard di vita moderna- presentano altri costi. Più prevenzione civile e meno protezione civile.”

Erminio Petecca, presidente del consiglio dell’Ordine degli Architetti di Avellino chiede che si proceda all’affermazione di una legge per il consumo del suolo. “Recuperare il pensiero per la civiltà del futuro”. Mentre Antonio Santosuosso presidente del Collegio dei Geometri, chiede che si proceda ad una sburocratizzazione per snellire le procedure e garantire una migliore operatività. “Noi nel nostro piccolo facciamo politica: facciamoci sentire in maniera seria, con un documento unitario. L’intuizione grande è stata quella della cessione del credito e la percentuale non ci interessa. Il meccanismo era virtuoso e vorremmo recuperarlo. La politica sui territori possiamo trasferirla ai livelli nazionali, per farci ascoltare e trovare riscontro”.

Giovanbattista Capozzi, presidente provinciale dell’Ordine dei Periti Agrari:“Recuperare gli scempi commessi in passato, abbiamo troppi ruderi che occupano le nostre campagne. Eliminare gli scempi senza eliminare le volumetrie, per avere quartieri e città moderne, con nuove case e di maggiore sicurezza”.

Francesco Castelluccio, presidente provinciale dell’Ordine degli Agronomi di Avellino: “Costruire e recuperare è il giusto slogan, soprattutto nelle aree interne e in Irpinia, che soffrono per la mancanza di servizi e infrastrutture. Recuperare in chiave ecologica: è importante arrivare in breve tempo ad una legge per contrastare il consumo di suolo. I dati Ispra 2022 dicono che sono stati sottratti ai servizi ecosistemici 140 mila ettari in Campania, di cui 20 mila ettari in provincia di Avellino. Bisogna implementare la fascia di recupero a suolo sottratte all’utilizzo ecosistemico; scriviamo una norma che faccia da collante con le norme regionali per sfruttare le risorse: 167 milioni di euro per il recupero del suolo”.

Per Mario Braga, presidente del Collegio Nazionale Periti Agrari, è necessario “mettere intorno a un tavolo risorse imprenditoriali, competenze, esigenze del Paese. L’elemento di sussidiarietà che evochiamo tanto poi viene meno. Se siamo capaci potremmo costruire un disegno strutturale che potrà portare grandi risultati”.

Emma Buondonno, Università Federico II di Napoli, sotolinea: “Alle emergenze che abbiamo vissuto negli anni e le recenti scosse ai Campi Flegrei con 10 scosse che si sono succedute in una sola notte, abbiamo reagito con un processo psicologico. Siamo stati impegnati nella ricostruzione e abbiamo contribuito a degradi urbani. Oggi assistiamo ad un’alta concentrazione di edilizia abitativa sviluppata nell’area metropolitana di Napoli, a danno dell’intera regione, che aveva una grandissima armatura. Abbiamo tecnologie che ci consentono di avere gli stessi valori urbani anche in altre più distanti dal cuore della metropoli. La norma è  impostata attraverso la logica degli incentivi quantitativi, che premieranno di nuovo l’area metropolitana di Napoli. Ad Avellino siamo partiti col Piano del Verde, che è la base di partenza per una pianificazione sulla strada del risanamento ambientale. Per il riequilibrio urbano regionale è necessario che Salerno, Avellino e Benevento proseguano insieme e riequilibrino la sovraesposizione di Napoli”.



Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here