Prevenzione, cura e assistenza: i tre pilastri della nuova sanità secondo Controvento – IL CIRIACO

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Un documento articolato e figlio di una lunga riflessione che resta aperta a tutti coloro che intendono dare un contributo a scrivere la nuova stagione della sanità. Si prefigge questo obiettivo il “Manifesto per la salute in Irpinia”, promosso dall’associazione Controvento ma sottoscritto e condiviso anche da addetti ai lavori, intellettuali ed esponenti politici. Un documento che è stato illustrato dal Presidente dell’associazione, Generoso Picone, nel corso di una videoconferenza stampa. “Vorrei sottolineare – ha detto – che il documento nasce da una lunga serie di riflessioni che abbiamo svolto anche nel corso dell’ultima assemblea dell’associazione dalla quale è venuta fuori l’esigenza di una di una sintesi”. Ecco dunque il manifesto che non resta confinato nel recinto del dibattito interno, “ma che si apre a tutti coloro che intendono dare un contributo: è questa la ragione per la quale non abbiamo voluto firmare il manifesto come Controvento”. Nel dettaglio Picone sofferma la sua attenzione su tre questioni: la prevenzione, la cura e l’assistenza. “La prevenzione, intesa come medicina di base o territoriale, è  un argomento di assoluto rilievo che, purtroppo, negli anni scorsi è stato messo ai margini da una discussione e da un sistema che si è concentrato troppo sugli ospedali. A questi, però, spetta un compito altrettanto fondamentale che è quello della cura, al termine della quale subentra il momento dell’assistenza sul territorio e qui una funzione rilevante la debbono avere i Piani di Zona”. C’è dunque una sorta di filiera della sanità che deve funzionare perfettamente in ogni suo ingranaggio, ancor più nella aree più svantaggiate del paese dove gli errori del passato (la diminuzione delle risorse, il nodo della spesa storica, il taglio indiscriminato di fondi e posti letto) hanno provocato difficoltà ancora visibili e che per fortuna i numeri contenuti (Ariano a parte) dell’emergenza hanno impedito che si trasformassero in altro. Una nuova stagione sotto l’egida della della gestione pubblica, un passaggio fondamentale in un momento lo squilibrio tra Stato e Regioni ha marcato ancor di più quello tra pubblico e privato. Un pubblico che si fa carico di esercitare il suo ruolo di indirizzo “perché è inimmaginabile che possano esistere sanità regionali e provinciali, con sottosistemi che creano confusione, alimentano il populismo nel momento decisionale perché una questione fondamentale come la sanità non può essere parcellizzata”. Il pubblico al centro, ma anche l’ospedale che torna ad essere pienamente tale e si collega con gli altri presidi sul territorio, rivedendo anche il rapporto con la medicina del territorio. “Noi speriamo – è l’auspicio espresso da Picone – che nel dibattito per la costruzione del nuovo modello di sanità possano anche essere prese in so considerazione le nostre proposte”. E Antonio Gennaro ha voluto sottolineare come Controvento “aveva, già da febbraio, lanciato l’allarme invitando tutti a tenere alta l’attenzione. Qui abbiamo avuto tempi di organizzazione più lenti rispetto alla zona costiera, la vicenda della palazzina Alpi lo testimonia, ma siamo stati fortunati a bon aver avuto numeri più grandi”. Dulcis in fundo i Piani di Zona, strumento fondamentale per l’assistenza. Quando funziona. “Il nostro giudizio su come erano organizzati era negativo da tempo – dice Picone – nello specifico la vicenda di Avellino rappresenta il piccolo e scandaloso paradigma di come non deve essere un PdZ. Hanno prevalso convenienze amministrative e politiche che hanno allontanato il PdZ (dal 2017 impossibile sapere quanti fondi siano arrivati e quanti spesi dal comune di Avellino, ha detto Enzo Rocco) dalla sua funzione. Purtroppo se non si esce da questa condizione di mediocrità politica non si potrà superare questo atteggiamento deleterio”. Una premessa indispensabile anche per costruire tutta un’altra storia nella sanità in Irpinia.



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