Presentanta l’alleanza di Centro-Sinistra per Avellino: “Un’alternativa che parta dal basso, dai programmi e dai cittadini”

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Nella mattinata odierna si è tenuta la conferenza stampa delle forze i Centro-Sinistra e progressiste impegnate a costruire l’alleanza per le prossime elezioni amministrative della città di Avellino. L’evento si è svolto presso la sala stampa del comune del capoluogo.

Ad aprire il dibattito è stato Francesco Iandolo di Avellino Prende Parte: “Facciamo un altro passo rispetto a quanto già annunciato, un cantiere che continua a lavorare ed è pronto ad aprirsi a contributi da parte di cittadini, movimenti, associazioni e quanti vorranno partecipare ai tavoli di lavoro. Quello che vogliamo provare a rappresentare con questa iniziativa comune, non è il tentativo di fare una somma asettica di quelle che sono le nostre peculitarità, ma proporre un metodo nuovo per amministrare questa città, per un progetto rinnovato per provare a “sognare in grande”. Il primo metodo che ci troveremo ad affrontare è quello della partecipazione, con temi che saranno aperti alla società civile e agli esperti che ci aiuteranno a portare a termine questo progetto”.

Segue Nando Picariello del Movimento Cinque Stelle: “Ritroviamo la partecipazione in questa iniziativa. Spero che questo possa costituire un’attrattiva per i cittadini, affrontando la politica in modo nuovo partendo dai temi, dai cittadini. Il percorso successivo sarà fatto nei tavoli di lavoro“.

Nello Pizza per il Partito Democratico: “La vera scommessa è quella di coinvolgere quanti più soggetti possibili, a quei cittadini che non si ritrovano in un partito o un’associazione politica. Coinvolgere quella parte di città che fino a oggi si è tenuta fuori, che è stata silente ed è stata trascurata. Un progetto che parti dal basso e noi ce ne facciamo promotori“.

Generoso Picone di Controvento: “Abbiamo sentito il dovere di aggiornare a tutti quanto stavamo progettando e costruendo. Siamo alla vigilia ad un grande invito alla cittadinanza attorno ad un progetto che sia dentro questa città. Mettere in campo un’idea di sè, del futuro. Quando invitiamo l’opinione pubblica a partecipare a questa seconda fase del nostro percorso, lo facciamo secondo il nostro schema. Abbiamo l’idea dei limiti e le questioni aperte da affrontare. Ci siamo posti l’obiettivo di non essere chiusi in noi stessi, ma promotori di un soggetto che possa costituirsi con un ampliamento massimo di questo recinto. Costruire quello che noi chiamiamo il centro-sinistra per Avellino, che si contraddistingue per quello che dice e non per le etichette. La città deve confrontarsi, dobbiamo lanciare un appello alla società civili, alla comunità nel suo complesso, affinché capisca le responsabilità e il ruolo che occupa. Immaginiamo che questa città merita altro, di conquistarsi una prospettiva all’interno di questa provincia e della regione Campania. Che sappia dialogare con le aree interne e apportare il proprio contributo a quelli che sono i problemi che coinvolgono tutti in maniera generale. C’è bisogno di uno scatto di qualità nella proposta amministrativa e questo può avvenire solo nella definizione di temi programmatici. Vogliamo rappresentare una vera alternativa, concentrandoci sui bisogni della città”.

Amalio Santoro di SiPuò: “Non è un momento di propaganda ma di testimonianza per dire che un’alternativa di stile, di misura, si sta delineando. Per ricordare che la politica non è il vincere a tutti i costi quel che costi, ma l’idea che si possa restituire autorevolezza. Non possiamo abbassare lo sguardo anche a cosa sta avvenendo nel Paese, con una destra piuttosto sprezzante verso i più deboli. In questa città, questa amministrazione che ha straparlato di civismo, avellinesità, è l’altra faccia della destra. L’alternativa è necessaria. Siamo dinanzi a una città assolutamente in ripiego, con alcuni servizi che sono tornati ai livelli degli anni ’70. Ho l’impressione che i debiti vecchi si paghino con i debiti nuovi. C’è da sollecitare il dibattito pubblico, restituire argomenti ad esso. I partiti piccoli e grandi da soli non ce la fanno, quindi c’è il bisogno di interloquire con quella parte di città che si è tenuta più distante. Avellino è una città che non è capace di interloquire con nessun comune dell’Irpinia. Questa è la condizione reale. Da qui il bisogno di un’alternativa radicale“.



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