Piano di Zona, nuova diffida di D’Elia. “Intervenga la Regione con poteri sostitutivi” – IL CIRIACO

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La pace all’interno del Piano di zona sociale di Avellino appare sempre più irraggiungibile.  Raffaele D’Elia risponde alla lettera con cui il sindaco Gianluca Festa aveva impugnato la procedura che lo aveva visto primo classificato per la nomina a direttore generale (leggi qui) , chiede l’intervento con poteri sostitutivi da parte della Regione Campania e un’azione del prefetto di Avellino Paola Spena. E’ quanto messo nero su bianco nella diffida indirizzata a tutti gli organismi che amministrano l’azienda e firmata dallo stesso D’Elia e dal suo legale, l’avvocato Francesco Cigliano. «Non può non evidenziarsi- si legge nella diffida odierna- come richiami normativi e giurisprudenziali della lettera contestata, siano erronei, pretestuosi e frutto di un travisamento della legge in materia» e ancora «la nota in questione risulta generica e indeterminata a dimostrazione dell’ambiguità della condotta dei soggetti firmatari». In sostanza, questa la tesi di D’Elia, né Cicalese può essere ritenuto titolare di «alcuna funzione all’interno dell’azienda consortile quale direttore generale facente funzioni, vista l’assenza di atti assembleari o amministrativi in questo senso» né ci sarebbe alcun fondamento alla base della volontà di negare la sottoscrizione del contratto al direttore generale. Per D’Elia risultano «palesi tentativi per disconoscere ciò che è già stato riconosciuto attraverso specifici atti dell’azienda consortile sia in sede assembleare che in sede di consiglio di amministrazione». Il riferimento è alle tre delibere adottate a conclusione dell’iter concorsuale, e cioè la proclamazione del vincitore dell’avviso pubblico da parte della commissione esaminatrice presieduta dallo stesso Lissa e nominata dall’Assemblea consortile, la delibera della stessa assemblea del 9 gennaio che prendeva atto dell’esito della graduatoria e la delibera con cui il consiglio di amministrazione, il successivo 21 gennaio, metteva all’ordine del giorno il trattamento economico del direttore generale. «Cos’altro sarebbe servito?»  è il punto di domanda che pone D’Elia per procedere alla formalizzazione secondo quanto previsto dallo statuto, e cioè da parte del presidente del Cda.

Nella nota del 5 maggio firmata dal sindaco Festa per i legali di D’Elia vengono «palesemente confusi concetti privatistici con concetti pubblicistici mostrando di non essere a conoscenza delle minimali regole di funzionamento di un’azienda speciale, dimenticandosi peraltro delle stesse norme statutarie che lo stesso sindaco e segretario generale hanno approvato ed applicato sia in sede di organizzazione della procedura di selezione del direttore generale, sia mediante la proclamazione del vincitore con l’avviso del 10 dicembre 2019». Un atto, quest’ultimo,  firmato e sottoscritto dallo stesso segretario generale Lissa. «E’ evidente la confusione in cui sono incorsi con la nota del 5 maggio, pretendendo pretestuosamente di rimangiarsi ciò che hanno approvato il sindaco, attraverso l’accettazione della nomina a presidente del CdA e la partecipazione ai lavori dello stesso, il segretario comunale attraverso la carica di presidente della stessa commissione per la selezione del direttore generale nonché attraverso la sua funzione di segretario di Avellino che ha approvato lo statuto consortile che oggi incredibilmente, con grave danno erariale, si vorrebbe sconfessare arrogandosi competenze non più dovute e cancellando mesi di lavoro» si legge ancora.

Nella lunga diffida vengono richiamati l’articolo 114 del Testo unico degli enti locali (“nell’ambito della legge, ordinamento e funzionamento delle aziende speciali sono disciplinati dal proprio statuto e dai regolamenti”) e l’articolo 34 dello statuto stesso dell’azienda «che costituisce l’unica e ineludibile fonte normativa a disciplina dell’azienda consortile nel procedimento per la scelta del direttore generale».

Per il vincitore dell’avviso pubblico, risulta «ardito il tentativo di scardinare la normativa applicabile fino ad arrivare ad effettuare incredibili affermazioni sostenendo che il presidente dell’azienda consortile non potrebbe formalizzare l’incarico perché incompetente a poter stipulare in quanto organo politico, dimenticandosi peraltro che la formalizzazione in questione ha fondamento in una molteplicità di atti amministrativi, consortili e del CdA». Ed è a questo punto che D’Elia “prega” Festa di leggere «almeno per una volta» le norme statutarie in particolare quelle relative ai poteri del presidente del CdA, che prevedono la sottoscrizione del contratto individuale di lavoro del direttore generale: «un vero e proprio tentativo di delegittimare lo statuto dell’azienda consortile approvato da ben 16 Consigli comunali dei comuni soci e dei relativi sindaci che a marzo 2019 hanno costituito l’azienda con un atto pubblico notarile al quale bisognerebbe attenersi per non incorrere in gravi inadempimenti e responsabilità».

D’Elia va anche al contrattacco ed evidenzia come «in evidente violazione della normativa statutaria gli organi attuali dell’azienda speciale, in persona dei soci e dei consiglieri di amministrazione, hanno proceduto illegittimamente ad affidare un incarico di direttore generale ad interim a favore del dirigente Cicalese, senza espletamento di una procedura pubblica per cui ogni atto posto in essere dallo stesso potrebbe essere esposto a sanzione di nullità». E ancora «il vecchio ambito (convenzione ex articolo 30 del Tuel) con Avellino capofila pretenderebbe di gestire illegittimamente, a causa della sua “carenza di potere”, una molteplicità di servizi con ogni consequenziale danno a reazione e a cascata. Addirittura- sottolinea ancora D’Elia. l’ultima programmazione del piano sociale di zona è ferma al 2017, cioè 3 anni fa. Tali attività avrebbero potuto essere organizzate anche negli ultimi 12 mesi, da quando si è insediata cioè la nuova amministrazione del comune di Avellino, ma così non è stato proseguendo in un’inerzia dell’ambito A4. Limitarsi ad affidare gare di appalto sempre alle medesime cooperative, senza una seria programmazione dei servizi e degli interventi sociali, non è sufficiente per affermare che i servizi sono partiti, che tutto funziona, che non lasciamo nessuno indietro. Dinanzi a tutto ciò la Regione Campania non può non sapere. I comuni, con la costituzione dell’azienda speciale, hanno spogliato l’ambito delle sue competenze. E’ passato oltre un anno e mediante infondati pretesti e cavilli è ancora tutto fermo e non si procede a nominare il direttore generale pur essendo stato proclamato vincitore il 10 dicembre scorso. Al contrario il comune di Avellino pretende di gestire detti servizi quale comune capofila, in evidente difetto di competenza e carenza di potere con conseguente illegittimità e annullabilità di tutti gli atti fino ad oggi posti in essere, considerato che entro 30 giorni dall’approvazione dello statuto doveva subentrare l’azienda consortile. Il ministero del lavoro ha assegnato all’ambito A4 1.670.000 a valere sul pon inclusione 2017-2019. Non avendo l’ufficio di piano speso neppure un euro fino a dicembre 2019, il ministero taglierà l’importo di 835.000 euro assegnato per il triennio 2020-2022. Chi risponderà della perdita di tali fondi che avrebbero potuto alleviare il bisogno di molte persone e famiglie?»

Una diffida che, al netto di quelli che D’Elia e il suo legale definiscono danni già verificatisi, potrebbe avere ripercussioni su tutti i soggetti competenti e cioè il presidente del consiglio di amministrazione del consorzio, lo stesso cda, l’assemblea consortile, nonché gli stessi comuni partecipanti «per omesso esercizio dei relativi poteri di vigilanza anche alla luce dei generali principi di responsabilità per culpa in eligendo e in vigilando, senza considerare i deputati rispettivi organi di controllo di ciascun ente».

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