Pensione di reversibilità, spettano gli arretrati ma sono in pochi a saperlo e non li chiedono

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Attenzione, c’è chi ha diritto agli arretrati sulla pensione di reversibilità ma non lo sa. Ecco cosa sta succedendo.

L’Inps sta provvedendo al ricalcolo di diversi trattamenti di reversibilità in modo tale da corrispondere gli eventuali arretrati. Ma chi ne ha diritto e per quale motivo? Scopriamolo assieme!

Arretrati pensione di reversibilità: chi ne ha diritto e il motivo (ilciriaco.it)

La pensione rappresenta, senza alcuna ombra di dubbio, un traguardo importantissimo. Questo soprattutto tenendo conto del fatto che viene raggiunto dopo aver passato la maggior parte della propria vita alle prese con i vari impegni lavorativi. È bene inoltre ricordare che, in caso di morte del soggetto che percepisce il trattamento pensionistico, quest’ultimo viene corrisposto, se aventi diritto, ai parenti.

Si tratta della cosiddetta pensione di reversibilità, introdotta proprio con l’intento di offrire una forma di protezione ai superstiti. Per usufruire di questa misura è necessario possedere determinati requisiti. Anche una volta ottenuto il relativo riconoscimento, inoltre, si invita a prestare attenzione alle eventuali novità in materia.

Pensione di reversibilità, spettano gli arretrati ma sono in pochi a saperlo e non li chiedono: chi ne ha diritto

A tal proposito, ad esempio, dovete sapere che molti hanno diritto a vedersi corrispondere il pagamento degli arretrati sulla pensione di reversibilità. Ma per quale motivo? Ebbene, tutto ciò è frutto di una sentenza della Corte Costituzionale del giugno 2022.

Inps sta provvedendo ad erogare gli arretrati sulla pensione di reversibilità
Arretrati pensione di reversibilità: chi ne ha diritto e il motivo (ilciriaco.it)

In base a quest’ultima è considerato illegittimo il “combinato disposto del terzo e quarto periodo del comma 41 dell’articolo 1 della legge 8 agosto 1995, n. 335, e della connessa Tabella F, in materia di cumulo tra il trattamento pensionistico ai superstiti e i redditi aggiuntivi del beneficiario“. Come spiegato dall’Inps grazie alla circolare numero 108 del 22 dicembre 2023, la Corte Costituzionale ha confermato che la presenza di altre fonti di reddito può giustificare una riduzione del trattamento pensionistico.

Tuttavia viene violato il “principio di ragionevolezza nella parte in cui le disposizioni censurate non prevedono un tetto alle decurtazioni del trattamento ai superstiti cagionate dal possesso di un reddito aggiuntivo e che, pertanto, la formulazione del terzo e quarto periodo deve essere integrata mediante la previsione del limite della “concorrenza dei redditi“. L’Inps, pertanto, sta provvedendo al ricalcolo d’ufficio dei trattamenti per cui l’importo delle trattenute risulti superiore al valore dei redditi aggiuntivi annuali di riferimento.

L’Istituto di previdenza si impegna a versare gli arretrati a coloro che hanno registrato una decurtazione, considerata incostituzionale, fino a massimo cinque anni addietro, Il riconoscimento dovrebbe avvenire in automatico. Se questo non dovesse succedere, si invita a chiedere delucidazioni direttamente all’Inps oppure rivolgersi al patronato.



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