Partita IVA con regime forfettario, quali sono i rischi per la pensione?

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Partita IVA, cosa succede sui contributi? Ecco tutte le news – ilciriaco.it

Tutti avranno sentito parlare almeno una volta del regime forfettario. Si tratta di un regime fiscale semplificato che è stato introdotto nel nostro paese nel 2015.

Lo scopo di questo regime fiscale è quello di offrire un incentivo alle piccole imprese e ai professionisti che hanno un fatturato non particolarmente elevato. A partire da quest’anno il limite di fatturato è stato elevato a 85.000 euro.

In ogni caso, questo regime prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva pari al 5% del reddito prodotto. Coloro che aderiscono al regime forfettario non hanno l’obbligo di tenere la contabilità ordinaria, inoltre non sono previste le imposte sui redditi l’IVA e la ritenuta d’acconto.

I professionisti e i lavoratori autonomi che aderiscono al regime forfettario hanno la possibilità di beneficiare di una serie di semplificazioni amministrative e contabili. Tuttavia non mancano le limitazioni come ad esempio l’impossibilità di detrarre le spese relative allo svolgimento dell’attività. Chi aderisce al regime fiscale semplificato deve rispettare l’obbligo di emettere fattura, senza l’inserimento dell’IVA.

Si tratta di un regime fiscale particolarmente vantaggioso per coloro che svolgono un’attività lavorativa con costi contenuti. Tuttavia, in questo articolo vorremmo soffermarci sulla questione contributiva e le regole da rispettare.

Partita IVA: i rischi per la pensione

Per poter aderire al regime forfettario è necessario che nell’anno precedente non siano stati maturati redditi da lavoro dipendente o assimilati di importo superiore a €30.000. 

Partita IVA con regime forfettario
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Anche i pensionati hanno la possibilità di avviare un’attività autonoma aderendo al regime fiscale agevolato tramite l’apertura della partita IVA. Tuttavia, anche in questo caso è previsto il rispetto del limite relativo al reddito di pensione che non deve essere superiore a €30.000 €.

In tal caso, al momento della dichiarazione dei redditi il pensionato si troverà a dover calcolare l’IRPEF solo sul reddito da pensione perché sul reddito da lavoratore autonomo sarà applicata l’aliquota del 5% in virtù del regime forfettario. In sostanza i due redditi non vengono cumulati.

Per quanto riguarda il versamento contributivo è opportuno precisare che il regime agevolato prevede comunque l’obbligo del versamento di una percentuale calcolata sul reddito prodotto dal lavoratore.

Generalmente la percentuale di contribuzione è del 26,23%. Si tratta di un’aliquota fissa applicata al reddito imponibile. Nell’ambito del regime forfettario il reddito imponibile è calcolato moltiplicando il fatturato per il coefficiente di redditività. Facciamo riferimento a quel valore che viene assegnato in base all’attività svolta dal lavoratore ed è compresa tra il 40 e il 78%.



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